Sabato sera, allo Juventus Stadium, è andata in scena una classica del calcio italiano. Juventus e Milan si sono date battaglia, e la partita è stata persino meno brutta di quanto ci si potesse aspettare. I rossoneri, che stanno facendo un campionato a parte rispetto ai rivali torinesi, non si sono chiusi. Memori dell'andata, dove fecero muro, hanno provato a giocarsela. Linea difensiva alta, attacco veloce e nessun punto di riferimento. Sulla carta la partita era ben preparata ed a livello di gioco, rispetto alle ultime uscite, il Milan non ha fatto male.
Poteva finire tutto lì, con un onesto 3-1 sul campo e la consapevolezza che, giocando così, i risultati sarebbero migliorati. E invece, nell'immediato post-match, il patatrac. Galliani scende in campo e attacca la Juventus e l'arbitro, rei di aver viziato il risultato. Ma non solo, i bianconeri vengono anche accusati di "manipolare le immagini", mandando in onda fotogrammi truccati ed oscurando la verità. In studio, tutti basiti. Ma si pensa che sia la solita boutade post-partita, destinata a sgonfiarsi.
E invece il Milan rincara la dose, twittando dal suo profilo ufficiale una dura accusa alla Juventus.
Secondo voi nel fermo immagine tv prodotto dalla Juventus, le due linee sono parallele? Per noi no #JuveMilan pic.twitter.com/VEanYEuQVf
— AC Milan (@acmilan) 8 Febbraio 2015
La prima risposta a Galliani arriva da Sky, che si sente parte in causa. La spiegazione di Fabio Caressa, commentatore di quel match, è di un'efficacia disarmante."C’è stato un tweet del Milan che dice che la linea tracciata da Sky in questo caso, non dalla Juventus, non sarebbe parallela. Guardate il taglio dell’erba: il taglio dell’erba è parallelo, ma non è parallelo nell’immagine, perchè la linea parallela si muove. L’ho spiegato a mia figlia, che però fa le medie, quindi non è difficile: questa si chiama prospettiva. Produzione tecnica significa la produzione tecnica televisiva, ovvero posizionare le camere, mettere le camere e i cameraman. Poi sono i broadcaster che forniscono i registi, 6 Sky, 3 Mediaset, RTI e uno Rai per le 10 partite del campionato. Il regista, per esempio, ieri era un regista Sky, non è quindi la Juventus che sceglie o non sceglie di mandare quelle immagini, come non è il Milan che sceglie di mandare o non mandare immagini quando la partita è prodotta in casa del Milan. Mi sorprende che questa cosa non si sappia, forse c’è stata una distrazione. Il posizionamento delle camere è scelto all’inizio dell’anno ed è approvato dalla Lega, quindi sanno dove sono le camere, perché c’è un documento che viene approvato all’inizio dell’anno: allo Juventus Stadium le camere verranno posizionate così. I l problema fondamentale è che serve un organo terzo su queste cose. Se la Lega si mette in testa di essere un organo terzo, con un presidente di Lega che fa il commissioner e quando litigano c’è uno della Lega che dice è così o non è così. Oppure se continuano a litigare tra di loro in continuazione, serve che la produzione la faccia un altro, perché non sono in grado di stabilire loro, tra di loro, chi è terzo".
I bianconeri, rinforzano il concetto con un comunicato duro e a tratti umiliante, forse addirittura eccessivo. Ma dietro c'è molto di più che una sterile polemica, ci sono anni di malumori fra le idee di Agnelli e dello stesso Galliani, che è riuscito ad imporre il suo volere per quanto riguarda la vendita dei diritti televisivi e l'elezione di Carlo Tavecchio come presidente della Lega Calcio.
Ciò che mi preme analizare, e che ad oggi non ho ancora letto da nessuna parte, è il motivo per cui Galliani ha avuto un'uscita del genere. Prendete le mie parole col beneficio del dubbio, perchè è una teoria personale.
Penso fortemente che l'attacco del plenipotenziario rossonero sia stato fuori luogo e umiliante per il Milan e i suoi tifosi. Non voglio nemmeno pensare che Galliani non sapesse che le immagini fossero di proprietà di Sky e non della Juventus. Lo sapeva benissimo, e questo rende il suo sfogo ancor più triste. Ha usato questo gretto escamotage per evitare di parlare di calcio, di risultati. Sarebbe difficile giustificare agli occhi dei tifosi l'ennesima sconfitta, anche se l'unica che anche il più ottimista dei milanisti aveva messo in conto.
Cinque punti nelle ultime sette partite sono un bottino che persino chi deve salvarsi riterrebbe basso. Difendere Inzaghi, dopo aver cacciato Allegri e Seedorf, è difficile. Piuttosto che farlo, come sarebbe giusto fare se il Milan ha in Inzaghi il suo presente e il suo futuro, si sposta l'attenzione altrove. Questo è qualunquismo prima ancora che disinformazione. E se la tanto auspicata moviola in campo ti zittisce (regolare il goal di Tevez, tenuto in gioco da Zaccardo; irregolare quello di Antonelli su corner, la palla non era uscito del tutto), ma ciononostante non arretri di un millimetro, allora c'è più di un problema. Ed è una questione di mentalità e onestà intellettuale.
L'atteggiamento di Galliani mi ha reso triste davvero. Ho avuto l'impressione che Galliani abbia cercato in ogni modo di prendere in giro i tifosi. Ha cercato di circuirli, veicolando la loro frustrazione in un risentimento verso la classe arbitrale, il sistema calcio e un odio sportivo verso l'avversario. L'attacco alla Juventus, molto di moda, è stato l'ennesimo tentativo di nascondere sotto il tappeto le proprie magagne, guadagnando tempo. Tutto questo è scoraggiante, tanto per il calcio italiano quanto per il Milan. E non sto parlando di una squadretta, ma di uno dei cinque-dieci club più importanti del mondo. Povera Italia, poveri noi.
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