Alan Bisio è un gran bel giornalista. L'amico e collega di Fantagazzetta scrive pezzi sempre curati, contestualizzati e ricchi di chicche e curiosità.
Quest'anno tutti noi conosciamo vizi e virtù di Maxi Lopez e famiglia, ma Alan è riuscito a racchiudere nel suo pezzo tanti aneddoti divertenti.
Conozco de la existencia de los fieles de la Iglesia Maxilopeziana. Los llevo a todos en mi corazon y mis pies mágicos [Maxi López]
Prima di svelarvi i misteri ecclesiastici legati alla sua figura, è cosa buona e giusta sapere che Maximiliano Gastón López nasce il 3 aprile 1984 a Buenos Aires e muove i primi passi nel mondo del pallone con l'Estrella de Maldonado. In Italia non c'è Thohir, non c'è corsa scatenata al parametro zero e mentre Moratti sta perfezionando l'acquisto di un certo Luiz Nazario da Lima dal Barça, il giovanissimo Maxi viene notato dagli osservatori del River Plate, correva l'anno 1997. L'esordio in prima squadra coi Millonarios arriva insieme alla morte del padre, quattro anni più tardi: il 19 agosto 2001 Maxi ha 17 anni ed affronta il Club Atlético Talleres (soprannominati Gallinas, ironia della sorte), in campo ce lo manda Ramón Diaz e con lui giocano Demichelis, Yepes, Aimar, Saviola, Cambiasso, Cavenaghi, Ortega, Fonseca e pure quel Juan Esnáider caro alla Vecchia Signora.
Maxi Lopez firma il campioncino di Fantagazzetta
MILLONARIO - Un mese più tardi la Selección under 17 gioca la sua prima partita ai mondiali di categoria in Trinidad&Tobago contro il Burkina Faso, avversario modesto che costringe tuttavia gli argentini a rincorrere fino al novantaduesimo, quando proprio Maxi López trasforma il rigore (calciando malissimo) che fissa il risultato sul 2-2: l'esultanza è uno svestirsi della camiseta col 7 (la stessa indossata ora alla Sampdoria), poi l'abbraccio di Carlos Tevez. Nella seconda gara contro il rivedibile Oman (finirà 3-0) Maxi trova ancora la via del gol finalizzando l'azione orchestrata dai numeri 8 e 9 che poi sarebbero Mascherano e ancora Tevez. Ultima gara del girone, l'Albiceleste non deve perdere contro la Spagna di Torres e Iniesta per accedere ai quarti di finale; il vantaggio argentino lo firma Hugo Colace su rigore, poi rimonta iberica e contro-rimonta guidata da López, che dai sedici metri fa secco Moya: "Maxi López y Maxi gol de López" schiamazzerà il classico telecronista sudamericano.
Contro il Chelsea di John Terry in Champions League (Getty Images)
La corsa dei predestinati argentini s'arresterà in semifinale per piede di Sinama-Pongolle e Maxi non segnerà più, tuttavia le brillanti prestazioni col River (13 gol in 56 presenze) condite dal triplete in Clausura (2002, 2003, 2004) e sommate agli scomodi ed inflazionati paragoni con Batistuta e Crespo, convincono i vertici blaugrana a sborsare 6,2 milioni di euro nel gennaio 2005 per fare dell'Ario Ariete del Area il nuovo delantero del Barça, orfana di Henrik Larsson che nel clásico contro il Real si fa crociato e menisco. Maxi opportunità europea e maxi rimpianto per la mancata conquista della Libertadores 2004: vinto il girone iniziale, superati i messicani del Santos Laguna agli ottavi ed i colombiani del Deportivo Cali nei quarti, in semifinale arriva superclásico col Boca Juniors di Palacio, Gago, Guglielminpietro, Ledesma e Gato Silvestre. Alla Bombonera è 1-0 Xeneizes col Muñeco Gallardo, diez del River, che sfregia il portiere avversario Abbondanzieri con un'unghiata nella rissa più scontata dell'attuale prezzo di Constant. Sette giorni dopo, in un Monumental colmo di 70'000 anime immacolate e strisciate di rosso, andrà in scena quella che verrà ricordata come La partita, L maiuscola, L come López e quella vendetta incompiuta del tunnel di Riquelme a Yepes quattro anni prima. Vantaggio River, pareggio di Tevez al minuto ottantanove ed esultanza a mimare il battito d'ali della gallina per sbeffeggiare gli avversari, cartellino rosso per l'Apache, nuovo vantaggio del padroni di casa e calci di rigore, con López che si fa parare il decisivo da Pato Abbondanzieri, come Costacurta in Giappone. Dramma.
Maxi & Maxi compagni all'FK Mosca (Getty Images)
RUSSIA & CAMP NOU - L'incanto blaugrana del Blondo Cosmonauta del gol inizia coi tredici minuti del 6 febbraio 2005 nell'esordio ufficiale in Liga: 0-2 contro l'Atletico Madrid, non benissimo. Diciassette giorni dopo, crepi la scaramanzia, nell'andata degli ottavi di finale di Champions League il Barça stende il 2-1 il Chelsea al Camp Nou e Maxi mette a referto gol e assist (involontario) per Samuel Eto'o. Pazienza se a Stamford Bridge Mourinho s'imporrà 4-2, López siederà in panca per 86 minuti a chiaccherare con Demetrio Albertini: prime ruggini con Frank Rijkaard. Sul finir di stagione Maxi si fracassa il quinto metatarso del piede sinistro, infortunio che lo terrà out per diversi mesi ma non gli impedirà di sfoggiare nel palmarès personale due campionati, una Supercopa de España ed una Champions League nel biennio 2004-2006, segnando ben zero reti in Liga e partecipando alla gloriosa campagna europea fra panchina e tribuna concedendo giusto la standig ovation a Ronaldinho nella semifinale d'andata giocata a San Siro contro il Milan, quella del gol di Giuly.
In Catalogna gli attaccanti comunciano ad essere troppi: Messi, Eto'o, Gudjohnsen, Ezquerro, Giuly e Ronaldinho chiudono ogni spazio alla Galina de Oro, che viene parcheggiata nell'aia di Mallorca anche dopo qualche strana voce di flirt tra il nostro eroe e la prosperosa Monique, in arte signora Rijkaard. Il nuovo numero 9 maiorchino fa coppia con Diego Tristan e spera di convincere Txiki Begiristain a riprenderlo segnando alle rivali del club mas titulado, ma a fine stagione 3 gol in 29 presenze in campionato e due in altrettante apparizioni in Copa del Rey non sono sufficienti. El Massi ha giusto il tempo d'incrociare Henry e Bojan, svuotare l'armadietto e volare all'FK Mosca per 2 milioni di euro raggiungendo Maxi Moralez, attuale Frasquito bergamasco. In Russia ancora infortuni, 9 esultanze in 22 incontri coi citizens (roboante tripletta al titolatissimo Amkar Perm') e sposalizio con la chiaccheratissima Wanda Nara (sorella di Zaira, ex di Diego Forlan). Poi fuga dai -10° di Mosca ai 25° di Porto Alegre, dove veste la maglia del Gremio in prestito con diritto di riscatto.
Chi la fa... (Getty Images)
TORMENTONE WANDA - Prima di arrivare all'attualità fatta di Mauro Icardi, tweet bollenti, tatuaggi grandi e piccoli passando dalla parte del tradito a quella del fedifrago ("mi ha tradito 7 volte" dirà Wanda), la coppia López-Nara è felicemente sposata. No, non è vero, ne passa di tutti i colori: dalle accuse di stupro a Maxi dell'allora domestica di casa, Mariana (prontamente smentite, chissà perché poi, dalla stessa Wanda) alle voci sul presunto video hard realizzato dalla caliente bionda con un altro uomo (ancora in auge sul web, ma che per ovvi motivi non posso consigliarvi qui) all'altro video, quello in cui l'attaccante si masturberebbe in webcam a pochi giorni di distanza dalla nascita di Benedicto, terzo figlio della coppia. I due sposini finiscono sui rotocalchi rosa vestendo Gucci, Armani, Louis Vuitton e si concedono una Mercedes Benz SLR McLaren edizione limitata. Il gossip fa bene a el Aleman, che segna all'esordio in campionato e guida l'incredibile galoppata dei moschettieri in Copa Libertadores, dove incappa ancora nella maledizione semifinali: sconfitta contro il Cruzeiro e denuncia di Elicarlos dopo averlo apostrofato macaco.
Maxi sorelle... Wanda e Zaira Nara (Getty Images)
Wandita spinge per spostare Maxi e famiglia in Italia, ma quando el Drogba Blanco pare vicinissimo alla Lazio di Lotito ecco la zampata di Pulvirenti, che insieme all'abilissimo Lo Monaco lo strappa al Gremio per circa 3 milioni di euro con stipendo che s'aggira sugli 800'000 annui. A Catania, nota colonia argentina, il Massi diventa idolo dei tifosi segnando 11 gol in 17 gare, un autentico crack anche per i fantacalcisti bramosi di +3 provenienti dal mercato di gennaio. Tutto il resto è storia semi-recente, dal mancato scambio con Gilardino ai tempi della Fiorentina ai messaggi d'amore al Milan: il 18 dicembre 2011 Maxi segna il 2-0 nel derby col Palermo, mima il cuoricino ed esce dal campo salutando tutti quasi piangendo, anche per la nascita del secondogenito Costantino, dicono. La telenovela del Kempes rubio chiuso in una stenza d'albergo aspettando il sì di Galiani è ormai celebre. Maxi, poi non riscattato dai rossoneri (eppure quei 7 milioni non sembrano così tanti se pensiamo ai 12 investiti per Matri...), lascia a Milano un dolce ricordo: oltre alla rete all'Udinese in campionato c'è pure il golazo segnato alla Juventus in Coppa Italia nella semifinale di ritorno allo Stadium. Poi ecco la Sampdoria, 6 mesi a Catania ed il novello ritorno in blucerchiato dove ritrova Mihajlovic, tecnico che a Catania lo fece rendere come nessun altro in carriera. Maxi s'è (ri)presentato alla gradinata Sud col gol decisivo nel derby della Lanterna, e se gli chiedete di Icardi, in gol nell'ultima stracittadina vinta dalla Samp prima di quella di lunedì, risponde: "il mio gol è più bello".
In rossonero per 6 mesi (Getty Images)
RELIGIONE MAXILOPEZIANA - Se avete buona memoria ricorderete la citazione iniziale di questo articolo, visto che è lo stesso attaccante a confermare l'esistenza della Chiesa Maxilopeziana, idea partorita da alcuni fan argentini che in questi anni hanno seguito le sue avventure scrivendo nel blog dedicato a D11OS, divenuto tormentone a livello nazionale. I seguaci sono anche noti con l'acronimo EDDB (Esercito Del Drobga Bianco), fedeli alla Santissima Trinidad composta da D11OS, j3sus (che poi sarebbe un'altra vecchia conoscenza rossonera, Leandro "Il nuovo Maldini" Grimi) e San Graf (l'attaccante Claudio Graf) e festeggiano 3 ricorrenze speciali: 16 febbraio (giorno inaugurale del blog), 25 ottobre (giorno in cui il bomber segnò col Mallorca in copa del Rey il cosiddetto Gol Divino contro l'Athletic Bilbao, ribattezzato poi dia internacional del Condor en celo) ed ovviamente 3 aprile, compleanno di Maxi. E le preghiere? Come in ogni religione che si rispetti, non mancano (la più famosa è il Maxi Nuestro, parodia del Padre Nostro) e non mancano neppure i misteri accostati al mondo della musica, visto che le iniziali del giocatore, M ed L, sarebbero collegate al successo dei Beatles del duo McCartney-Lennon. Celebre anche l'hashtag #ElRepresentanteDeMaxiLopez, viralissimo internet meme legato all'inconsapevole Andrea D'Amico, procuratore del giocatore capace di piazzare il suo assistito prima al Barça e poi al Milan, un procuratore che conosceva il finale di Lost dalla seconda stagione, continua ad usare Megaupload, è in grado di uccidere lo 0.01% di batteri che Lisoform non elimina e sarebbe addirittura capace di colpire Chuck Norris con un calcio volante...
Robe da matti, anzi... da Maxi.
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