Qualche settimana fa avevamo raccontato la storia di Alessandro Birindelli, che da neo-tecnico aveva ritirato dal campo i suoi ragazzi a causa delle intemperie parentali sugli spalti. A chi pensava che quella di "Birindo" fosse la classica mossa pubblicitaria, ecco la risposta dell'ex difensore della Juventus. Domenica, a seguito di un calcio di rigore fischiato in suo favore, ha invitato i suoi ragazzi a dare una mano all'arbitro, subissato di proteste da parte della squadra avversaria.
"Ho detto ai ragazzi di aiutare l'arbitro e così l'attaccante ha ammesso che non era fallo. Ma il merito - dice il tecnico a La Nazione, che oggi ha raccontato l'episodio - è dei miei giocatori. Sono loro che hanno detto all'arbitro che il rigore non c'era".
Evidentemente il terzino scuola Juventus ha il fair play nel sangue e si batte perchè i ragazzi crescano con valori sani, principi solidi. Questo è il calcio che vorrei vedere sempre, quello che un giorno vorrei che giocasse mio figlio. Divertimento, passione, lealtà. La grinta, il duello, l'aggressività sportiva son tutti elementi che rendono lo sport agonistico intenso e bello, da praticarsi e vedersi. La lealtà, però, è un valore spesso sottovalutato nel mondo del calcio e dello sport. Grazie a Birindelli, forse, qualche bambino in più avrà questo meraviglioso valore nel suo bagaglio culturale.
0 comments:
Posta un commento