Ci sono ragazzi che farebbero carte false per guadagnare certe cifre giocando, correndo dietro a un pallone. C'è poi chi si permette, pur non avendo il talento per essere un grande campione, di rifiutare 170 mila euro l'anno perchè "non ci sono locali e discoteche". De gustibus.
(fonte: http://iltirreno.gelocal.it/)
(Nella foto Davide Matteini (a sinistra) e Simone Quinteri nelle capitale del Brunei)
LIVORNO. «Tenetevi il miliardo». Cristiano Lucarelli fece parlare di sé nel 2003, quando abbandonò il Torino, scese di categoria e rinunciò a un bel po' di soldi per indossare la maglia dell'amato Livorno. Ora, qualcuno segue le sue orme. I valori sono diversi ma, fatte le dovute proporzioni, si tratta di una rinuncia non meno importante. Per un giocatore reduce da una stagione in Lega Pro, infatti, non deve essere facile dire no a un contratto da 170mila dollari di ingaggio, a una villa con piscina in riva al mare e all'amicizia di un potente sceicco. Il motivo? No, stavolta non c'entra l'amore per un'altra maglia, bensì l'idiosincrasia per quella appena indossata.
«Tenetevi il Brunei, se resto qui divento pazzo». Davide Matteini, vecchia promessa del pallone (non del tutto mantenuta), spiega così la sua voglia matta di tornare casa. O meglio, di fuggire dal piccolissimo e ricchissimo sultanato nel quale è sbarcato da appena un paio di giorni per mettere la firma su un contratto faraonico con il Dpmm, club del principato.
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L'attaccante di origine livornese, alla soglia dei 32 anni, dopo aver collezionato qualche fugace esperienza in A e aver cambiato un'infinita di maglie tra serie B e categorie inferiori (Empoli, Reggiana, Pescara, Livorno e ultimamente Tuttocuoio in Lega Pro), aveva deciso di provare l'esperienza all'estero. Del resto, il calcio nostrano gli aveva già dato tutto: «Ho giocato nel Livorno, segnato al Picchi e calcato i campi della serie A. Mi mancava un gol al Pisa, ora che è arrivato posso anche morì …», disse dopo una rete segnata agli odiati nerazzurri con la maglia della Reggiana. I dvd con i suoi gol spediti in Brunei da qualche amico, invece, lo hanno reso popolare in quel remoto angolo di mondo, facendo innamorare lo sceicco del Brunei.
Così dal sud est asiatico è arrivata la proposta choc: quasi 170mila dollari l'anno. Ben altro rispetto ai 20mila euro che girano in Lega Pro. Matteini non c'ha pensato un secondo ed è partito per il sultanato, con l'obiettivo di mettere l'autografo sul contratto della svolta. Con lui, a fargli da Cicerone, Simone Quintieri, altro giramondo del pallone con qualche prezioso contatto in Indonesia.
(Nella foto Matteini con la maglia dell'Empoli)
Ma le attese dell'ex centravanti neroverde sono andate deluse non appena ha messo piede nella capitale del suo nuovo regno calcistico: Bandar Seri Begawan. Il perché lo spiega lui stesso tramite WhatsApp. «Qua c'è davvero poco - racconta - è una piccola isola dove tutti pregano dalla mattina alla sera. Persino di notte si sente il muezzin salmodiare dal minareto. È un disastro! Sembra di essere al Vaticano, ma con più rigidità. Non ci sono discoteche, pub o locali. Non danno neppure l'alcol nei ristoranti e le ragazze… lasciamo perdere. Insomma, è tutto molto diverso dal mondo a cui siamo abituati in Occidente. Adattarsi a vivere qui sarebbe dura. Credo proprio che rinuncerò alla proposta». Il Brunei, seppure ricco di petrolio e dollari, non è ancora Dubai o Abu Dhabi. E per un viveur edonista come Matteini l'atarassia è cosa assai complicata. Tatuaggi, abbronzatura e capello alla moda: il funambolo labronico sembra il classico tronista a caccia di avventure. Non solo calcistiche. Non a caso nel settembre scorso si accomodò sulle poltrone di "Uomini e donne", mostrando le sue doti di corteggiatore.
«Gli manca il Seven - scherza l'amico Quintieri - In parte lo capisco. Qui il calcio non è molto sentito, lo sport principale è il softball. La società che lo vorrebbe acquistare è nata appena nel 2000 e partecipa al campionato di Singapore, perché qui non ci sono altre squadre. E poi questo è un paese islamico integralista, dove si vive in maniera assai diversa rispetto a quello a cui siamo abituati». I due atleti sono stati ricevuti dal principe Al-Muhtadee Billah, erede al trono e figlio del sultano Hassanal Bolkiah. «È venuto a vedere l'allenamento ed è rimasto impressionato da Davide - raccontano Simone - Il problema è che lui non se la sente di rimanere». Neppure i lussi che l'amicizia del sultanato può garantire sembrano in grado di far cambiare idea all'attaccante dongiovanni: «Ci hanno portato a vedere la casa di un compagno di squadra croato - racconta Davide - Una mega villa in riva al mare con tanto di piscina. Tutto molto bello. Ma non posso rischiare di diventare matto per soldi. Ho già parlato col mio procuratore e penso che recupereremo alcune delle offerte che avevo in Italia».
(Nella foto Matteini esulta dopo un gol con la maglia del Livorno)
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