Io sono cresciuto bene, calcisticamente viziato, lo so. Baggio, Del Piero, Totti, Zola...e ancora Batistuta, Ronaldo, Zidane, Rui Costa.. la Serie A era piena zeppa di campioni. Calciatori formidabili e uomini tutto d'un pezzo. Certo, si potrà dire che Totti ha avuto cadute di stile; che Zidane ha avuto scatti d'ira incontrollabili; che Ronaldo, ai tempi dell'Inter, non sia stato un esempio di professionalità. Ma nulla a che vedere con la Serie A odierna, troppo inquinata da ragazzini viziati e campioni gonfiati.
Se guardiamo le rose delle nostre squadre, infatti, non vedo campioni veri. Ci sono davvero pochi campioni nel nostro campionato, specie nei reparti avanzati. Tevez, Pepito Rossi, Higuain e tanti giovani in rampa di lancio. Fra questi non considero, in tutta onestà, nè Balotelli nè Icardi.
Mario Balotelli, seppure l'anagrafe sia dalla sua, è un giocatore ormai fatto e finito. Ha ragione Seedorf quando dice che un campione non è, e secondo me non lo diventerà. Ha grandi numeri, li aveva anche cinque anni fa, ma una testa inadatta ad essere il numero uno. Passa troppo tempo ad occuparsi di aspetti extracalcistici, dalle macchine al gossip passando per sterili polemiche con la stampa o via Twitter. Dei campioni veri, quelli citati a inizio pezzo, nemmeno una traccia.
Ho giocato a calcio e so che queste cose, nel pathos del momento, possono capitare.
Non è invece ammissibile tutto il contorno, con quella squallida vicenda che vede protagonista lui, Maxi Lopez e quell'altra, di cui non mi sforzo nemmeno di fare il nome. Sono fatti loro, possono fare e disfare ciò che vogliono nella loro intimità (posto che con tre bambini di mezzo un pochino più di classe ci vorrebbe). Ma, appunto, nella loro intimità. Il ragazzino e la compagna, invece, vanno avanti da mesi a bombardare la rete con le loro storielle, di cui francamente faremmo tutti a meno. I giornali le riprendono, causa morbosità italica, ma ve lo dico chiaro e tondo: siete ridicoli e di un tale cattivo gusto che non vale la pena spendere altre parole o incorporare dei tweet che, sul mio blog, non voglio.
Non è un caso se Diego Maradona, non proprio l'ultimo fesso arrivato, abbia detto: "Per me Icardi è un traditore. Va a casa di Maxi Lopez, gioca a fare l'amico e poi gli frega la donna, questo è tradimento. Ai nostri tempi se qualcuno osava guardare la donna di un compagno, nello spogliatoio ci mettevamo a turno per prenderlo a pugni". E non credo sia nemmeno un caso che il Barcelona, la cantera migliore d'Europa negli ultimi dieci anni, lo abbia mandato via senza mai guardarsi alle spalle.
Insomma, rimpiango i tempi in cui la domenica potevo vedere Batistuta che la insaccava su pregevole assist di Rui Costa; in cui Ronaldo faceva il Fenomeno e Baggio ci deliziava con sontuose giocate. Le domeniche in cui lo speaker acclamava un goal di Del Piero e l'altro di Trezeguet; in cui Beppe Singori ed Hernan Crespo accendevano il derby della via Emilia, oggi in preda alle "sfuriate" di Cristaldo e Palladino. Rimpiango le testate di Bierhoff e i dribbling di Marcio Amoroso, consapevole che oggi, a parte qualche sprazzo di luce targato Rossi, Tevez o Higuain, non ne vedrò. E allora largo ai giovani, ai Destro e agli Immobile, ma anche ai Berardi, i Bernardeschi e i Paloschi. Ci domandiamo come gli altri campionati, Germania e Portogallo su tutti, ci abbiano sopravanzato nel ranking europeo. La risposta è semplice, sono i giovani. Chi punta su di loro, alla fine, cresce.
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