Il razzismo è un problema. Va tanto di moda dire che l'Italia è un paese razzista, dove ululati e insulti rappresentano un problema vero, mentre all'estero godono di cultura e classe. Questo non è vero, non lo è mai stato e mai lo sarà.
La Spagna, uno dei fari del movimento calcistico itnernazionale, vive realmente questa piaga, e non fa molto per debellarla. Anzi, non fa nulla.
I più si saranno dimenticati, ma mentre qui da noi ci inventiamo squalifiche per "insulti territoriali", altrove non fanno nulla quando viene fatto il verso della scimmia a Eto'o come a Paulao.
La risposta migliore a questi ignoranti, però, l'ha data ieri Daniel Alves. Nessuna scenata o polemica, ma tanta tanta classe. Non ha dato soddisfazione ad un gruppo di trogloditi retrogradi, capaci solo di dileggiare in branco, protetti dalla massa e dalle barriere. In alcuni casi, purtroppo, anche dalla legge.
Gesti così valgono più di mille prese di posizioni; sono più incisivi di tante parole. Le federazioni e la FIFA potrebbero prendere appunti, non servono infinite riunioni, ciò che si deve fare è agire.
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