Esperto di Calcio

1 maggio 2014

Storie di calcio: Manchester United and the class of 1992

Quante squadre possono fregiarsi di avere inserito, in un solo anno, giocatori del calibro di Ryan Giggs, Paul Scholes, David Beckham e Gary Neville? Ve lo dico io, solamente una: il Manchester United. 
I Red Devils, allenati dalla leggenda scozzese Sir Alex Ferguson, erano lontani dall'essere una potenza del calcio mondiale, ma qualcosa in quel lontano 1992 stava radicalmente cambiando. Il manager scozzese, stufo di vedere festeggiare a Liverpool, Londra e Leeds, decide di cambiare registro. Oggi sembra strano, ma a cavallo fra gli anni '70 e '90, il centro nevralgico del calcio inglese era Liverpool. I reds dominavano in Europa ed in patria, dove in più di un'occasione hanno dovuto arrendersi dinnanzi ai cugini dell'Everton o all'Arsenal di George Graham, superbamente esaltato da Nick Hornby nel suo "Febbre a 90'".
Persino il Leeds di Strachan e McAllister si fece beffe dello United nella stagione '91-92', ma il vento della rivincita stava per partire.

Sir Alex Ferguson, chiamato sulla panchina dei Red Devils per riportare la squadra ai massimi livelli, ha le idee molto chiare. Per vincere serve tanta qualità ed un carico di entusiasmo che solo i giovani possono dare. Le colonne della squadra sono il danese Peter Schmeichel in porta; l'irlandese Denis Irwin in difesa; Paul Ince ed il russo Andrey Kanchelskis in mezzo al campo ed un attacco tutto forza ed estro.
A comporlo sono l'esperto cannoniere gallese Mark Hughes ed Eric Cantona, calciatore dal talento smisurato come la sua follia. Accanto al loro una vera e propria nidiata di giovani campioni, che il mondo imparerà a conoscere nel giro di pochi anni.

In difesa viene promosso dall'academy dello United un terzino destro classe 1975. Ha 18 anni ed un fratello due anni più giovane, che tanto bene sta facendo nelle giovanili dei diavoli rossi. Il suo nome è Gary Neville, fludificante di destra destinato a fare la storia della fascia di Manchester. Qualche mese più tadi, con sconcertante precocità, viene aggregato ai grandi anche l'altro fratello Neville, Phil, classe 1977. I due risulteranno essere l'uno il complemento dell'altro. Se Gary presidia la corsia di destra; Phill attacca con ferocia quello sinistra, andando a generare uno sconcertante gioco di specchi.


A centrocampo servono quantità e qualità, e ce ne sarà da vendere. Per la prima viene chiamato in causa un ragazzino inglese, appena maggiorenne. Capelli rossi e corsa da vendere, Nicky Butt studia alla scuola di Paul Ince, pronto a raccoglierne l'eredità pochi anni più tardi, complice il passaggio del mediano colored all'Inter di Moratti. Per la qualità, invece, c'è abbondanza davvero. In mezzo è promosso in prima squadra un altro ragazzo dai capelli color fuoco, classe 1974. Paul Scholes è il suo nome, un centrocampista fantastico, capace di fare bene qualsiasi cosa: recuperare palloni, impostare, inserirsi con e senza palla. 
Sulle fasce, poi, il "vecchio" Ferguson ha riservato i colpi migliori. Sulla sinistra è pronto a prendersi il suo spazio un inglese, nato nel 1973. Lo scozzese lo ha strappato nell'87 all'academy del City, con un vero e proprio colpo di mano. La leggenda dice infatti che a scoprire questo ragazzo, conosciuto all'anagrafe come Ryan Wilson, sia stato Dennis Schofield, lattaio di professione e allenatore nel tempo libero. Lo aveva portato al City, certo che sarebbe stato un colpo sensazionale. Il giorno del quattordicesimo compleanno del ragazzo, però, bussò alla porta di casa Wilson Alex Ferguson, non aconra insignito del titolo di "Sir".
In men che non si dica Ryan firma per lo United, coronando il sogno di giocare con la squadra del cuore. Pochi mesi dopo, a causa dei pessimi rapporti con il padre, cambia cognome e nazionalità, diventando il gallese Ryan Giggs. 
Sulla destra, infine, i bookmakers britannici son pronti a fare carte false per un biondo ragazzo del '75. Si chiama David Robert Joseph Beckham e fa impazzire le coetanee con il suo sorriso smagliante e la folta chioma bionda. Gli scout, invece, notano il suo piede destro, raffinato come quello dei grandi campioni. Di lui si dice che possa essere l'erede di George Best, chi dice per il fascino innato, chi per la classe cristallina. A conti fatti passerà alla storia come David Beckham, giudicate voi se il paragone poteva reggere.

Neville, Butt, Scholes, Beckham e Giggs, ovvero "the class of '92". Non credo sia mai esistita, in un solo club, una formazione giovanile tanto forte e preparata. Non parliamo di giocatori normali, ma di campioni leggendari che faranno la storia dello United per più di un decennio, collezionando titoli e trofei a profusione. Il tutto sotto l'abile regia di un allenatore che di normale ha poco o nulla. Quando penso a Ferguson mi viene in mente l'immagine del Padrino, stile "master of puppets". Del Marlon Brando di Coppola, Ferguson, non ha lo stile da duro, ma la decisione. Ha sempre saputo dove voleva andare e ha sempre saputo come arrivarci. Ha saputo investire sui giovani, li ha fatti crescere sotto la sua ala protettiva e li ha lanciati nel momento giusto. Non ha quasi mai sbagliato una mossa di mercato, cedendo a caro prezzo i suoi gioielli per reinvestire in nuovi talenti, pronti a spiccare il volo.
E così nasce la generazione del'92, raccontata in un film-documentario che consiglio a tutti di vedere, per non dimenticare mai una delle nidiate più forti nella storia del calcio. "Consilio et Labore" sono il simbolo dei Red Devils, gli inglesi dicono "Wisdom and Effort". Sir Alex Ferguson e i suoi ragazzi non hanno lesinato nè la sapienza nè lo sforzo, e i risultati hanno dato loro ragione. 

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