Esperto di Calcio

22 maggio 2014

Brasile 2014: alla scoperta delle 32 protagoniste del Mundial

Ci siamo quasi, il Mondiale sta per partire. Per anni, quand'ero bambino, aspettavo con ansia e impazienza questo momento. Ripensandoci oggi, la Coppa del Mondo è davvero un evento unico. Unisce i popoli e rende il calcio quella meravigliosa festa che dovrebbe essere ogni fine settimana.
Io non sono mai stato un fan dei mondiali extraeuropei, vuoi per il fuso orario; vuoi per il fascino che gli stadi europei suscitano in me. Tuttavia giocare in paesi come il Brasile o l'Argentina, non può che essere uno stimolo a far bene, a regalare fortissime emozioni.
Andiamo quindi a conoscere le squadre che a Brasile 2014 cercheranno di alzare la Coppa più pesante, prestigiosa e meravigliosa che ci sia.

Group A
Brazil: non può che essere la favorita numero uno. Ad ogni competizione Mondiale il Brasile arriva con i galloni del pronostico; figuriamoci giocando a casa.
I verdeoro hanno una squadra solida, ma meno forte rispetto ad alcune altre edizioni, specie in avanti. Strano ma vero, la difesa è di primissimo livello. Julio Cesar, anche se non più di primo pelo, garantisce affidabilità fra i pali. Thiago Silva è forse il più forte centrale del mondo, con David Luiz compone una cerniera molto forte; Dani Alves, Marcelo e Maicon li conosciamo tutti. Se pensate che Castan, Marquinhos e Miranda possono stare comodamente seduti in spiaggia, capite benissimo che la retroguardia sia in una botte di ferro.
In mezzo la solita immensa qualità, con i blues Oscar e Willian ad illuminare; mentre a Paulinho e Fernandinho viene chiesto di coprire e reimpostare l'azione.
In avanti Neymar ed Hulk sono una coppia di assoluto livello, non comparabile ai vari Romario, Ronaldo e Rivaldo, ma due che sarebbero convocati in qualsiasi nazione del mondo.

Croatia: come al solito una squadra solida e ben messa in campo dall'ex stella croata Nico Kovac.
Le stelle della squadra sono l'esperto estremo difensore Pletikosa; il terzino Darijo Srna e l'esperto Corluka. A centrocampo, come sempre, grandissima qualità. Pochi possono vantare gente come Luka Modric, Rakitic e l'interista Kovacic, che potrebbe vivere la sua consacrazione.
Davanti, insieme all'intoccabile Mandzukic, giocherà probabilmente l'esperto Ivica Olic con il giovane bomber della Dinamo Zagabria, Duje Čop, pronto a consacrarsi. Nessuno dei tre è Davor Suker, ma sono un attacco di valore.

Mexico: son lontani i tempi di Campos ed Hernandez, quando sullo sfondo della maglia messicana c'era la stele dei Maya. I messicani sono comunque una compagine solida ed equilibrata, solidi come le nazionali europee dietro ed estrose come i sudamericani in avanti.
La retroguardia è guidata per l'ultima volta (credo) dall'esperto Rafa Marquez e dall'esterno del Bayer Leverkusen, Andres Guardado.
La solidità di Herrera e Medina in mezzo è messa al servizio di un attacco interessante e pronto a stupire. La punta di diamante è il "Chicharito" Hernandez, supportato dal gioiellino del Villareal Giovani Dos Santos. Per il numero 10 il Mondiale brasiliano è l'ultima grande chiamata per salire sul treno del calcio che conta dopo una stagione formidabile con il Submarino Amarillo.

Cameroon: i leoni indomabili sono nuovamente qualificati e si presentano con una squadra di valore. La difesa si poggia su gente esperta, forgiata da anni nei campionati europei. Nkoulou, Chedjou e Assou-Ekotto sono garanzia di affidabilità ed esperienza.
In mezzo il sorprendente Stephane Mbia, fresco vincitore dell'Europa League con il Sevilla, e la forza di un riposato Song, poco impiegato in quel di Barcelona.
In avanti il "vecchio" Samuel Eto'o e l'esperto Pierre Achille Webò, fresco di successo in Superliga turca con la maglia del Fenerbache.


Group B
Spain: a mio modesto modo di vedere la squadra più forte, almeno sulla carta. In ogni posizione del campo scorgo solo campioni, anche fra gli esclusi.
Casillas è una garanzia, così come Ramos, Jordi Alba e Piquè; Azpilicueta e Carvajal sono il nuovo che avanza, ed è un gran bel ricambio generazionale.
A centrocampo Borja Valero, che sarebbe titolare quasi ovunque, non è nemmeno convocato. Xabi Alonso, Xavi, Iniesta, Busquets, Thiago Alcantara, Jesus Navas e Silva sono talmente forti da non aver bisogno di presentazioni.
Davanti nuovamente abbondanza con Diego Costa (se recupera dall'infortunio) favorito su Torres, Llorente e Negredo. A casa un giovane formidabile come Munain è la chiara espressione di forza della nazionale iberica.

Nederlhand: Van Gaal è una garanzia, l'Olanda sarà solida e compatta.
Largo ai giovani, la filosofia del santone orange è sempre la stessa e, per quel che vale, la condivido. Ecco allora che la retroguardia ha giovani di talento come Martins Indi, Janmaat e Veltman, tutti pronti a spiccare il volo.
A centrocampo l'esperienza di Van der Vaart, Sneijder e Robben al servizio della gioventù. Ci sono diversi grandi talenti nella rosa dei tulipani: Jordi Clasie, Georginio Wijnaldum e Tonny Trindade de Vilhena.
In avanti Van Gaal si affida all'esperienza dei vari Van Persie, Kuyt e Huntelaar; difficile pensare che i giovani Depay e Boetius possano scendere in campo.

Chile: un paese piccolo ma con grandi calciatori. Agli ordini del commissario tecnico Sampaoli diversi calciatori "italiani", che rappresentano il fiore all'occhiello della Nazionale.
In porta ed in difesa la solidità la fa da padrone, ma è dalla cintola in su che il Cile può fare la differenza. I bianconeri Isla e Vidal, il viola Mati Fernandez e l'atalantino Carmona offrono qualità e quantità al centro del campo.
In avanti l'ex Napoli Edu Vargas e, ovviamente, la vera stella della squadra: El Nino Maravilla, Alexis Sanchez.

Australia: senza ombra di dubbio la cenerentola del girone. Son lontani i tempi i cui i canguri potevano schierare calciatori affermati come Kewell e Viduka, tuttavia gli australiani restano sempre clienti "rognosi".
I giocatori più esperti sono senza dubbio il difensore Curtis Good; il centrocampista Mark Bresciano, oggettivamente lontano dall'ottimo calciatore che ricordano a Parma e Palermo; e in avanti Tim Cahill. A cercare consacrazione anche quel James Troisi di passaggio a Bergamo via Juventus.

Group C
Colombia: attenzione ai Cafeteros. Lo dico da mesi, i colombiani sono una formazione tutt'altro che materasso. Prova ne è il fatto che fosse una testa di serie, davanti a corazzate europee di blasone e successo.
Tanti volti noti in tutte le zone del campo, a iniziare dalla retroguardia: Zuniga, Yepes, Armero e Zapata.
A centrocampo iniziano i fuochi d'artificio con l'estro di James Rodriguez e Cuadrado e la potenza di Fredy Guarin, senza dimenticare Quintero del Porto.
In avanti la vera sorpresa è il recupero di Radamel Falcao, che se starà bene potrà portare i colombiani molto avanti. Anche senza di lui, però, ci sono Muriel e Jackson Martinez, due che danno del "tu" al pallone.

Greece: terzo mondiale della storia per i greci, che già ad Euro 2004 hanno stupito tutti. Difficile pensare ad una Grecia molto avanti nella competizione, ma sarà comunque un cliente ostico per tutti.
Dietro la solidità è garantita dal veronese Moras e dagli esperti Manolas, Papastathopoulos e Torosidis, fresco di secondo posto con la Roma di Garcia.
A centrocampo Maniatis ed il sempreverde Karagounis sono i senatori; la gioventù è rappresentata dalla nuova leva, con il genoano Feftatzidis, il bolognese Lazaros ed il granata Tachtsidis. Panagiotis Konè è invece l'uomo deputato di spaccare le difese con i suoi inserimenti, a supporto degli esperti Samaras e Mitroglou, fresco di retrocessione con il Fulham.

Cote d'Ivoire: gli elefanti arrivano al Mondiale con la formazione migliore di sempre. Agli ordini di Lamouchi ci sono giocatori di calibro mondiale, guidati come sempre da Didier Drogba, centravanti che avrebbe meritato forse il pallone d'oro.
Yaya Tourè è il giocatore in grado di cambiare gli equilibri della squadra, un fenomeno vero; Gervinho è il centravanti in grado di spaccare le difese e servire il numero 11. Il punto debole è senza dubbio la difesa, dove l'esperto Kolo Tourè ha visto forse troppe primavere per garantire la copertura adeguata.




Japan: Zaccheroni presenterà un Giappone solido, quadrato. Non ha nessun fenomeno, perchè lo stesso Honda ha palesato in Italia tutti i suoi limiti. Tuttavia gli undici nipponici venderanno cara la pelle e se la giocheranno per il secondo posto.
Le stelle della squadra sono appunto il rossonero Honda; il nerazzurro Nagatomo; ed il "diavolo rosso" Kagawa, in cerca di riscatto dopo una stagione a più ombre che luci in quel di Manchester.

Group D
Uruguay: agli ordini di quello che in patria è chiamato "il Maestro", Oscar Washington Tabarez, calciatori fantastici. Non è un caso se la celeste è testa di serie, poche nazioni al mondo possono vantare un attacco composto da Cavani e Suarez. Il piccolo paese sudamericano, però, non è solo attaccanti. In ogni reparto può schierare giocatori di calibro mondiale, come Godin, Caceres, Fucile e Maxi Pereira in difesa. A centrocampo gli "italiani" Perez, Gonzalez e Gargano sono i gregari per gli uomini di qualità, Cristian Rodriguez e l'ex Bologna Gaston Ramirez.

Italy: Prandelli arriva in Brasile con l'onere di confermare la finale di Euro2012, malamente persa contro l'immensa Spagna di Del Bosque. La nostra squadra non ha la qualità dei giorni migliori, ma possiede comunque importanti individualità. Buffon è la solita certezza; la difesa va invece ben definita. Se giocassimo a 3 scontato il trio bianconero Chiellini-Barzagli-Bonucci; a 4 bisognerebbe capire dove il c.t. intenda schierare Chiellini. Il centrocampo si articola per il terzo mondiale di fila intorno a Pirlo, con ai lati Marchisio e De Rossi. Da capire l'impiego di Montolivo, un fedelissimo di Prandelli che io francamente non amo per nulla. In avanti, infine, l'abbondanza. Cerci, Insigne e Candreva possono giocarsi il ruolo di spalla per Balotelli, a meno che Prandelli non decida di puntare su un attacco "pesante". In quel caso su le quotazioni di Destro e Immobile, opzione che personalmente avallerei subito.

England: pioggia di critiche per l'ex nerazzurro Hodgson, lasciare a casa due senatori come Cole e Terry non è facile. I britannici hanno nel portiere il solito tallone d'Achille, Joe Hart è lontano dall'eccellenza. La retroguardia è di valore, nonostante in mezzo io veda qualche lacuna: Cahill e Jones non sono dei razzi.
A centrocampo Lampard e Gerrard sono i vecchi leoni, ma mi stuzzica molto l'idea di vedere i giovani Sterling, Wilshere e Lallana dopo una stagione ai massimi livelli.
L'attacco è un'incognita, manca sempre il ricambio generazionale ad Alan Shearer, l'ultimo vero grande bomber inglese. Rooney e Sturridge sono ottimi attaccanti, ma basteranno?

Costa Rica: francamente una delle squadre meno appetibili in questa manifestazione. I centroamericani sono riusciti a qualificarsi grazie ad un misto di gioventù ed esperienza.
In porta giova Navas del Levante, mentre la difesa è presidiata da Duarte, Diaz e Gamboa, abituati tutti e tre ai campionati europei meno blasonati.
La stella della squadra è comunque Joel Campbell, punta classe '92 dell'Olympiacos capace di segnare in tutte le competizioni in cui ha giocato quest'anno.

Group E
Switzerland: la vera rivelazione fra le teste di serie. Gli elvetici hanno stupito il mondo nel 2010, battendo la Spagna all'esordio, e sono tutt'ora una squadra altamente competitiva. Il girone non proprio impossibile potrebbe agevolare il passaggio del turno, ma non credo che a singoli se la possa giocare con la Francia.
Sommer a guardia della porta è una sicurezza; Djourou, Von Bergen, Senderos e Lichtsteiner in difesa rappresentano giocatori a noi conosciuti e di esperienza.
In mezzo al campo Inler e Behrami saranno la quantità, ma occhio al giovane Xhakha; Dzemaili e Shaqiri le scintille pronte ad innescarsi. In avanti, qualora non giocasse Shaqiri da "falso nueve", le speranze svizzere ricadono sull'ex fiorentino Aris Seferovic, reduce da una stagione altalenante con la Real Sociedad; o sull'esperto Stocker, un'istituzione al Basilea.  

Ecuador: i sudamericani sono ormai una solida realtà nel panorama Mondiale. La stella della squadra è Antonio Valencia, ala del Manchester United ed anima del gioco ecuadoregno. Accanto a lui un misto di giocatori "locali" ed alcuni sparsi per l'Europa, Germania e Russia in particolare.
Occhio allora ai vari Paredes e Ramirez in difesa; Gruezo, Ibarra e Martinez a centrocampo. In avanti mi incuriosisce molto Felipe Caicedo, approdato quest'anno negli emirati (per soldi) dopo ottime parentesi nel Levante e nella Lokomotiv Mosca. E' un classe '88, un bel Mondiale potrebbe riportarlo nel calcio che conta.

France: Didier Deschamps, salvato da un "magheggio" Fifa, può sorridere, il girone francese è agevole. Agli ordini dell'ex bianconero una mistura di esperienza e gioventù che potrebbe spingere la Francia più avanti di quanto si pensi, anche se dubito possa arrivare fino in fondo alla manifestazione.
Hugo Lloris in porta è una garanzia di affidabilità, così come Evra in difesa. Varane, definito da Mourinho "il miglior giovane difensore del mondo" e l'eroe delle qualificazioni, Sakho, sono sicuro faranno un'ottima figura.
A centrocampo la stella, nonostante sia un '93, è Paul Pogba. Accanto a lui Valbuena e Matuidi sono giocatori di ottimo livello; il vecchio Rio Mavuba e Cabaye sono invece un gradino sotto. In avanti fari puntati su Karim Benzema e, ovviamente, sul supporto di Frank Ribery, all'ultima occasione per provare a vincere il Pallone d'Oro.

Honduras: vale lo stesso discorso fatto per il Costa Rica, i centroamericani saranno una squadra onesta ma non all'altezza delle altre. Con l'addio di David Suazo, gli honduregni poggiano il loro gioco sul collettivo e su alcuni giocatori di maggiore esperienza internazionale. Fra questi i difensori Izaguirre e Figueroa, abituati a giocare in Scozia ed Inghilterra. A centrocampo gioca il diamante della squadre, Wilson Palcios dello Stoke City. Per il resto la formazione è valida e atleticamente preparata, ma difficilmente potrà superare il turno eliminatorio.

Group F
Argentina: impossibile non pensare a Messi e compagni come dei favoriti. A quasi 30 anni dall'ultima affermazione (Messico '86), l'albiceleste ha l'obbligo di provare a vincere. Per Messi, che porta sulle spalle il fardello di non essere decisivo come Diego Maradona con la maglia dell'Argentina, è un'occasione ghiottissima.
La squadra è di primissimo livello, poco da dire. A parte l'inspiegabile scelta dei portieri (Romero, Andujar, Orion), difficile trovare punti deboli. Zabaleta e Garay sono ottimi giocatori, con quest'ultimo che mi ha davvero stupito dopo una parentesi agrodolce al Real Madrid. Da valutare Campagnaro e Fernandez, mentre De Michelis è quell'uomo di esperienza che potrebbe essere impiegato costantemente. Per Otamendi, invece, è l'occasione giusta per farsi notare. La stessa che ha Mascherano, finalmente reimpiegato come centrocampista. Proprio in quella zona, a mio avviso, l'Argentina ha delle lacune. Tolto Di Maria, Ricky Alvarez è lento e poco decisivo; Enzo Perez un mastino; Biglia non all'altezza dei migliori del mondo. Insomma, i tempi di Simeone, Veron e Redondo sono lontani.
A compensare, però, c'è un attacco atomico. Messi-Aguero sono una coppia pazzesca; Palacio e Lavezzi non proprio dei rincalzi; Gonzalo Higuain il puntero per scardinare le difese più arcigne. Spicca la mancata convocazione di Tevez, inspiegabile quanto la scelta di sostituirlo con quel "pippero" di Di Santo, lasciando a casa giovani come Iturbe e Vietto o consumati bomber come Denis.

Bosnia and Herzegovina: prima volta al Mondiale per i bosniaci, che arrivano con alcuni giocatori di livello assoluto. Le stelle sono ovviamente Miralem Pjanic ed Edin Dzeko, freschi di una stagione vissuta al massimo. Accanto a loro il laziale Lulic, Misimovic e Vedad Ibisevic, un attaccante di sicuro affidamento.
I bosniaci hanno tutte le carte in regola per passare il turno alle spalle della favorita Argentina, giocandosi con le aquile nigeriane un match tatticamente molto bello. I bosniaci metteranno in campo tecnica e visione di gioco; la Nigeria risponderà con fisicità e velocità, sarà davvero una bella partita.

Iran: gli iraniani sono un movimento calcistico interessante, alla quarta partecipazione ad un Mondiale. Non vantano più giocatori interessanti come Ali Daei o Mahdavikia, ma sono comunque una compagine da tenere d'occhio.
Agli ordini dell'ex United e Real Madrid Carlos Queiroz, gioca tutta gente abituata alle competizioni europee, seppure non di primo livello. Da tenere sott'occhio il centravanti del Las Palmas, Shojaei, e Sardar Azmonun, attaccante rapido in forza al Rubin Kazan.

Nigeria: lontani i tempi di Usa '94 o Atlanta '96, ma attenti alle aquile nere. La Nigeria non avrà le stelle di metà anni '90, ma è una squadra di tutto rispetto. Non è un caso se ha vinto la Coppa d'Africa; Argentina a parte sarà un cliente ostico per Bosnia e Iran.
I giocatori sono quasi tutti abituati a competere ai massimi livelli, a iniziare dalla difesa. Enyeama in porta rappresenta una soluzione affidabile, così come i difensori Ambrose, Omeruo e Yobo.
A centrocampo Obi-Mikel è il nome di grido, ma sono tanti i nomi noti: Onazi, Obi, Oduamadi e Igiebor, che vorrà vendicare la retrocessione con il Betis.
Il reparto avanzato si poggia sull'esperienza di Shola Ameobi, una vita spesa con la maglia del Newcastle. Accanto a lui il clivense Obinna ed il giovane Moses, pronto a vendicare il titolo sfuggitogli nelle ultime giornate con il Liverpool.

GroupG
Germany: da tutti indicata come una delle migliori tre del Mondiale, la Germania è da sempre un cliente difficile. I tedeschi nelle manifestazioni che contano ci sono sempre; anche quando non sono eccelsi, comunque, è difficile batterli.
In porta la sicurezza si chiama Manuel Neuer, anche se stupisce che in rosa non ci sia il futuro blaugrana Ter-Stegen. La retroguardia è equamente divisa fra le migliori due di Germania, Bayern e Dortmund. Boateng, Hummels, Grosskreutz e Lahm sono un quartetto di tutto rispetto, così come le alternative: Durm, Howedes e Mertesacker.
A centrocampo tantissima qualità con un Toni Kroos formidabile in questa stagione e i vari Schweinsteiger, Gotze, Schurrle e Bender. Una nota a parte la meritano Marco Reus e Julian Draxler, rispettivamente un fenomeno e un campione in divenire.
L'attacco poggia sulle spalle del solito vecchio Klose, abilmente preservatosi nel corso della stagione come fa sempre prima di una grande competizione internazionale. Nessuna chance per Mario Gomez, che ha chiuso il suo anno nero con l'ennesimo due di picche.

Portugal: storicamente una squadra bella ma poco prolifica sotto porta, il Portogallo sembra avere
invertito il trend. Merito ovviamente del Pallone d'oro in carica, Cristiano Ronaldo.
I lusitani sono sempre una bella squadra, ricca di talento e individualità. Anche quest'anno il discorso non è diverso, con campioni in tutti i reparti. La porta è presidiata dall'eroe di Europa League, Beto, estremo difensore rustico ma molto efficace. La retroguardia si articola intorno ai madrileni Pepe e Coentrao e viene completata dall'esperto Bruno Alves e , probabilmente, dall'ex senese Neto.
A centrocampo la qualità di Joao Moutinho e Raul Meireles è contrapposta alla quantità di Miguel Veloso e Rubèn Amorin, uno che sembra avere sette polmoni.
L'attacco è ovviamente appannaggio di sua maestà CR7, supportato probabilmente da Nani o Varela. Difficile pensare a delle chance per Postiga o Hugo Almeida, elementi forse di troppa esperienza.

Ghana: attenzione, questi corrono come dei pazzi. Il leit-motiv che ci accompagnò all'esordio del Mondiale 2006 è ancora oggi valido, il Ghana è squadra fisica e atleticamente preparata. Guai però a considerarli solo dei corridori, le individualità non mancano, specie dalla cintola in su.
Le stelle della squadra sono ovviamente il bianconero Asamoah e l'ex milanista Kevin Prince Boateng, che vorrà festeggiare la paternità con un goal all'esordio. Accanto a loro elementi di tutto rispetto come Muntari, Essien, Badu e Acquah, tutti temprati dal nostro campionato.
In avanti son curioso di vedere in azione i fratelli Ayew, Jordan e Andre, figli dell'ex granata Abedì Pelè. Li ho visti giocare in Champions ed in Ligue1, potrebbero essere un cliente molto difficile per i prestanti marcatori tedeschi.

USA: presenza fissa ormai, gli Stati Uniti non saranno una corazzata ma al Mondiale alzano sempre la mano. Agli ordini dell'ex c.t. tedesco Jurgen Klinsmann vestirà la maglia degli states un gruppo composto di giovani ed esperti. I più conosciuti ed affidabili sono certamente DaMarcus Beasley e l'ex giallorososo Michael Bradley, vere colonne degli americani. Non sottovalutate però anche Jermaine Jones, Dempsey, Altidore ed il simbolo vero di questa nazionale, il recordman di goal Landon Donovan.
Difficile pensare che gli USA possano scalfire Germania e Portogallo, ma già il fatto di esserci di nuovo è un successo per il movimento del "soccer".

GroupH
Belgio: quando vedrete il Belgio giocare un grandissimo calcio ricordatevi di me. I diavoli rossi sono tornati, con forza e convinzione. Secondo me saranno insieme alla Colombia la vera sorpresa di questo Mondiale, non gli manca davvero nulla.
In porta l'imbarazzo della scelta, Mignolet e Courtois sono affiadbili, delle vere sicurezze. La difesa può vantare gente come Alderweireld, Kompany, Verthongen e Vermaelen, tutti giocatori che si giocherebbero il posto da titolare in qualsiasi nazionale del mondo.
A centrocampo l'abbondanza è tale che un ottimo giocatore come Nainggolan potrebbe guardare il Mondiale seduto in poltrona. Hazard è la stella, ma alzi la mano chi non vorrebbe nella sua squadra Witsel, Defour, De Bruyne o quella macchina recupera palloni di Dembele. Un anno fa avrei speso elogi per Fellaini, che potrebbe comunque riscattarsi nel corso del Mondiale, evento in cui potrebbe esplodere il talentino Januzaj.
In avanti la velocità di Dries Mertens e la concretezza di Romelu Lukaku. Peccato non poter vedere Benteke, un attaccante che personalmente adoro e che ha avuto davvero sfortuna nel finale di stagione.

Algeria: il movimento algerino è in vertiginosa crescita, la qualificazione ne è la testimonianza. In un girone con Belgio e Russia è difficile pensare che gli africani ce la possano fare, ma ci proveranno. La forza è il collettivo, ma in rosa ci sono individualità interessanti. Dietro ad esempio il livornese Mesbah ed il napoletano Ghoulam, una vera sorpresa per me.
A centrocampo Feghouli del Valencia e Kadir del Rennes sono gli elementi di maggior talento; mentre l'attacco ha in Slimani il suo gioiello. Classe 1988 è ad un bivio: spiccare il volo o rimanere in Portogallo.

Russia: Fabio Capello è una garanzia, affrontare i russi sarà difficile per tutti. Il tecnico di Pieris, oltre alla sua bravura ed esperienza, ha anche materiale di prima scelta a disposizione.
In porta l'esperto Akinfeev, uno abituato a giocare ai massimi livelli da anni. La difesa è un vero e proprio blocco del Cska, con i fratelli Berezutsky e Ignashevich; accanto a loro Anyukov, uno di cui Spalletti non ha mai fatto a meno quando allenava lo Zenit.
A centrocampo Dzagoev e Zhirkov hanno stupito l'Europa durante Euro2012, son pronti a confermarsi a livello mondiale. Attenzione anche a Shirokov e Faizulin, che potrebbero prepotentemente entrare nei sogni di mercato delle più blasonate compagini europee.
L'attacco è forse il reparto meno dotato di abbondanza, con l'esperto Kerzhakov come punta di diamante. Segnatevi però il nome di Kokorin, classe '91 della Dinamo Mosca pronto a consacrarsi con la maglia della Russia.

Korea Republic: gli uomini di Seoul si presentano al Mondiale con scarse velleità di successo ma una squadra sufficientemente esperta da fare una buona figura.
I più giocano in oriente, come Younggwon fresco vincitore della Champions asiatica agli ordini di Lippi. Ci sono però anche giocatori temprati da campionati più probanti, come Sukyoung, Sungyeung e Chungyong, tutti impiegati in Europa.
La vera stella è un classe '92 che gioca nel Bayer Leverkusen e risponde al nome di Son Heung-Min. Approdato in Germania da giovanissimo, il coreano ha conquistato tutti ormai da due stagioni. 12 reti nel 2012 con L'Amburgo; 10 quest'anno con il Leverkusen. Il futuro del calcio coreano passa attraverso i suoi piedi e le sue idee, non mi stupirei di vederlo presto con una maglia ancor più blasonata di quella delle aspirine.

2 comments:

Buon post Daniele. Una piccola segnalazione, lo svizero Sferovic non ha fatto per niente una buona stagione con la Real Sociedad. Anzi è stato contestatissimo e i le sue povere 2 reti in 24 partite spiegano da sole perché.

grazie mille per il commento e per la segnalazione. Hai ragione, mi son fatto abbagliare dalle buone prestazioni in Champions League. Aggiorno il pezzo!
Spero di risentirti e rileggerti presto sul mio blog.
Dani.

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