Esperto di Calcio

22 ottobre 2012

Varriale e Amandola. Alla tv di stato servono nuovi volti e nuove menti


La domenica di calcio è andata in archivio con due episodi più che discutibili. Protagonisti, nemmeno a dirlo, i giornalisti della tv di stato.
Per il giornalista del tg3 regionale (che ha domandato ad un tifoso se "i napoletani si riconoscono dalla puzza") non ci sono aggettivi. Incivile, maleducato, razzista? Non vale nemmeno la pena addentrarsi. Ci si auspicherebbe un immediato licenziamento per personaggi di questo calibro, ma una prospettiva così rientra nel campo dell'utopia anzichè della normalità.
Mi concentrerei invece con maggior attenzione su Enrico Varriale. Il noto giornalista Rai è un volto ormai logoro. L'informazione ed il calcio hanno bisogno di rinnovarsi. Chiediamo di dar spazio ai giovani in campo, perchè non dovrebbe accadere nei salotti tv. Non stiamo parlando di mostri sacri del giornalismo, ma di un bordocampista adattato negli studi Rai.
Ci chiediamo come mai Sky abbia un livello di qualità tanto alto. Ecco, la risposta non sta nei compensi che garantisce o per il fatto che sia una pay tv. L'alta professionalità è garantità da una profonda selezione del personale, che ha portato in redazione gente come Caressa, Compagnoni, Nucera. Giornalisti completi che vivono di sport e per lo sport. Accanto a loro ci sono volti noti del calcio italiano e donne competenti. Vogliamo paragonare la "minestra riscaldata" Paola Ferrari con Ilaria D'amico? Non si tratta di estetica, ci mancherebbe, ma di competenza. L'una svolge il compitino, l'altra sa dare dinamismo e freschezza alla trasmissione. Non segue un copione scritto e ripetitivo che si protrae ormai da quinquenni, va a braccio. Dialoga con i grandi protagonisti del nostro calcio e tocca tematiche interessanti. Spesso non di campo, argomento sul quale si astiene nel fare "l'esperta" lasciando a gente come Panucci, Boban e Vialli il compito di intrigare lo spettatore.
Varriale anche ieri ha dato prova di massima professionalità, chiedendo per la duecentomilionesima volta come si potesse ingabbiare "il bad boy Cassano". Stramaccioni ha dimostrato spirito e parlantina, rispondendo con un ironico "ho una cerbottana". Non pago dell'ennesima figuraccia fatta, Varriale si è impermalosito. Come con Zenga ha ingaggiato una bagarre mediatico-dialettica con l'allenatore interista, perdendo l'occasione di porre domande interessanti. Lo spazio dedicato alle interviste a questo dovrebbe servire. I tifosi, gli appassionati, vorrebbero sapere come mai Stramaccioni ha scelto il tridente dopo averlo sconfessato alla vigilia. Sarebbero interessati a capire come mai Guarin non gioca e che fine abbia fatto Silvestre. Come il tecnico nerazzurro abbia fatto a rigenerare uno spento Cambiasso restituendogli forza ed idee.
Evidentemente in viale Mazzini non la pensano come me.

Daniele Berrone

2 comments:

Largo ai giovani, un concetto con pochissima cassa di risonanza in Italia

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