Esperto di Calcio

23 giugno 2014

Brasile2014, la Celeste sulla strada degli Azzurri

Domani è una partita da dentro o fuori, difficile descriverla diversamente. L'Italia ci arriva essendosi complicata la vita, come troppo spesso ci capita. Inoltre, cosa non nuova per noi, abbiamo il vantaggio di avere due risultati su tre. Per tutti sarebbe una grossa occasione, per noi è spesso un'arma a doppio taglio, che ci porta a giocare con il piede pigiato sul freno.
La sconfitta col Costa Rica non l'ho commentata. Ho preferito somatizzare la prestazione prima di riversare parole su di un match che, a distanza di alcuni giorni, mi sembra ancora qualcosa di sconcertante. Il calcio è uno sport cattivo, imprevedibile. Tutti possono perdere con tutti, ecco perchè non bisogna stupirsi così tanto di quanto è accaduto. Incredibile, piuttosto, il modo in cui è maturata questa sconfitta, con una Nazionale irriconoscibile, sotto tutti i punti di vista. Una squadra boriosa e imballata quella di Prandelli, che ha sbagliato approccio alla partita ed è sembrata incredibilmente fuori forma rispetto ai rivali centroamericani.
Ne ho per tutti, pochissimi si sono salvati. Di sicuro non Prandelli, che ha sconfessato il suo sistema di gioco senza motivi. Ma lo scacchiere tattico era lo stesso, diranno in molti, eppure non è così. I due cambi nell'undici iniziale (Abate e Thiago Motta per Paletta e Verratti) hanno infatti stravolto l'Italia, tatticamente e tecnicamente. Dietro, infatti, Chiellini si è spostato al centro della difesa, ruolo che non ricopre più da anni, per fortuna. Non fraintendetemi, Chiellini è di certo uno dei migliori difensori in Italia, ma è anche molto pericoloso. La sua irruenza può giocare bruttissimi scherzi, solo l'arbitro ci ha graziati nel corso della prima frazione di gioco. Abate è stato letteralmente imbarazzante, francamente non mi spiego come uno così possa essere in Nazionale. Non ha alcuna qualità particolare. Un fisico normale, uno scatto nella media (ha perso da tempo la sua rapidità) e un'innata predisposizione all'errore, tattico e tecnico. Riprendendo il giudizio di Eurosport, dopo la partita contro la Fluminense, "Perde Chiquinho sul primo gol, non chiudendo la diagonale. Poi viene saltato da Carlinhos in occasione del secondo gol. Le questioni sono due: o non è proprio in forma o in Nazionale non deve giocare. Noi propendiamo per la seconda". Il suo inserimento, poi, ha spostato sull'altra fascia Darmian, che ha fatto il suo ma che non trovava il cross dal fondo con la stessa semplicità. Ha calciato molto bene verso la porta, ma si vede che non ha confidenza naturale nel mettere il cross dalla sinistra.
Il centrocampo, invece, è letteralmente stato stravolto. Fuori la tecnica e il dinamismo di Verratti, dentro la lentezza e il fisico di Thiago Motta, centrocampista che potevamo tranquillamente lasciare alla madre patria Brasile. Dopo 25' di gara, il buon Motta aveva le mani sui fianchi e i pantaloncini arrotolati sulle gambe. Segnali poco rassicuranti per uno che dovrebbe correre più degli altri, per recuperare il pallone e riproporre l'azione.

La squadra non girava, si vedeva subito. Eppure l'occasione buona l'ha avuta Balotelli, che con un pallonetto maldestro ha calciato il pallone fuori. Un campanello d'allarme per Prandelli? Assolutamente no, nessuna occasione per Immobile.
Dopo il goal del Costa Rica il capolavoro del commissario tecnico. Fuori Motta e dentro Cassano, a cui non manca la tecnica. Peccato si giochi in Brasile, sotto quaranta gradi ed un'umidità pazzesca. Risultato scontato come un 3x2 al Carrefour, Cassano ha dimostrato di avere solo il piede. La sua prestazione, dal punto di vista atletico, è stata disastrosa. Non si è mai proposto con convinzione e non ha mai superato l'uomo puntando la porta, ma solo in orizzontale. Balotelli, che nel frattempo si innervosiva come  ai bei tempi, non veniva sostituito ma supportato. Dentro Cerci e Insigne, due che nel 2006 non avrebbero visto lo stadio nemmeno con il biglietto da spettatore. Il napoletano, scelto al posto di un pimpante Destro, ha avvicinato il record di fuorigioco di Inzaghi. In 30' praticamente nessuno spunto ed un solo tiro alle stelle. Cerci, mai in dubbio per la convocazione, ha vivacchiato sulla sinistra. Saltava in velocità il primo uomo, a centrocampo, per poi perdersi in un bicchier d'acqua. Uno così il salto di qualità non lo farà mai fare, almeno non all'Italia.

Ecco perchè ci auspichiamo dei cambi, se non negli uomini almeno nella mentalità e nella corsa. Questo è il Mondiale di chi corre, chi suda e non molla. La Francia, ad esempio, sta giocando alla grande con uomini francamente mediocri. Sta sopperendo alla mancanza di Ribery, non uno qualunque, dando tutto dal punto di vista atletico.
E allora dentro chi corre e ha entusiasmo, magari togliendoci dalla testa l'idea di imbottire il centrocampo di uomini e lasciare la davanti il solo Balotelli, che non è uno che gioca per la squadra. L'Uruguay è una compagine forte, ma di sicuro non impenetrabile. Davanti è pericolosa con Suarez e Cavani, che sono dei campioni, ma dietro è battibile. Di certo, però, non possiamo sperare di segnare giocando come contro il Costa Rica o l'Inghilterra. I jolly di Pirlo e Marchisio o il colpo di testa di un difensore, infatti, non sono alternative offensive valide. E nel frattempo Ciro Immobile sta seduto in panchina a pensare alla Germania, dove non credo che Klopp rinuncerà con tanta facilità al bomber campano.

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