Esperto di Calcio

10 giugno 2014

Scacco al re: l'ascesa di Immobile e i dubbi di Cesare

Immobile titolare a Manaus? Io di titolari ne ho 23, tutti possono scendere in campo dall’inizio, nessuna novità – assicura il c.t. -. Solo una sana competizione, anche tra gli attaccanti. Ciro potrebbe teoricamente anche giocare con Balotelli davanti a un centrocampo a quattro, perché tutto è possibile, ma il doppio attaccante centrale per le nostre caratteristiche è una soluzione un po’ complicata, forzata. Non vi dico quanti uomini ho già scelto in vista del match con l’Inghilterra, preferisco tenerlo per me. Sceglierò in base a quello che mi servirà per insidiare le nazionali rivali, nessuno è l’alternativa di un altro. Chi saprà cogliere l’opportunità potrà fare come Schillaci e Grosso, che non partivano in prima linea nei Mondiale di cui poi sono diventati grandi protagonisti. L’importante è che i primi tifosi dei titolari siano i compagni seduti in panchina".

Tutto giusto, tutto vero. Ma siamo sicuri che il duo che tanto bene ha fatto contro la Fluminense non meriti i galloni del titolare? Io, francamente, non ne sono certo affatto.
Da quattro anni ormai ci stiamo ripetendo che Balotelli è il salvatore della patria, l'unico vero fuoriclasse che ha la nostra nazionale. Eppure non ricordo memorabili stagioni negli ultimi anni, né scintillanti prestazioni di Mario con la casacca azzurra. Certo, ad Euro2012 ha fatto due fantastici goal contro la Germania, ma con la Spagna è stato letteralmente fagocitato da Piquè e Ramos.
Negli ultimi ventiquattro mesi, poi, Balotelli ha avuto un'involuzione tattica, o per lo meno non ha fatto il salto di qualità che ci si aspettava da lui, che io in primis ero convinto facesse. Il suo ritorno in Italia, con la maglia del Milan, non ha sancito l'esplosione del suo talento. Mario ha infatti passato più tempo a litigare con i media o con le ex fidanzate, piuttosto che mostrare al mondo le meraviglie che madre natura gli ha regalato.

Parallelamente una classe di giovani attaccanti si è affacciata sulla scena del calcio italiano. Immobile è deflagrato in tutta la sua forza, ritornando quell'implacabile bomber visto a Pescara sotto la guida di Zeman. Insigne, dopo parecchie difficoltà tattiche, ha saputo ritagliarsi un posto come esterno offensivo, riuscendo a strappare il pass Mondiale nelle ultime settimane di mercato. Mattia Destro, dopo un anno ricco di problemi, è tornato ad essere il centravanti che tutti si aspettavano fosse, Roma in primis. Io lo avrei portato in Brasile, ma Prandelli l'ha pensata diversamente. Berardi, classe '94, ha infine salvato il Sassuolo a suon di reti, chiudendo la prima stagione in massima serie con la bellezza di 16 goal.




Il nostro calcio, almeno in avanti, non è così malandato come andiamo raccontando. O almeno, non è così Balotelli-dipendente come i media lo dipingono da alcuni anni. Certamente sono lontani i tempi in cui potevamo scegliere fra Baggio, Del Piero e Totti per il ruolo di numero 10, o fra Vieri, Inzaghi e Montella per giocare come prima punta, ma il nostro movimento offensivo va ben aldilà di Mario Balotelli.
Ecco perchè non è un'eresia pensare a Balotelli seduto in panchina ed Immobile nel ruolo di centravanti titolare. Se pensiamo alle ultime spedizioni mondiali, il centravanti "outsider" ha fatto spesso molto bene. Si parte da Italia '90 e dal mito ti Totò Schillaci. Personalmente non amo il paragone Immobile-Schillaci, e non lo voglio fare. Tuttavia è innegabile che Totò, partito alle spalle del più quotato Vialli, seppe diventare il vero eroe di quella spedizione, chiusasi con un mesto terzo posto per colpa di quei (soliti) maledetti undici metri.
In Francia, nel '98, Roberto Baggio ha saputo essere più incisivo e decisivo di Alex Del Piero, arrivato stremato all'appuntamento d'oltralpe. Nel 2006 Gilardino, partito sicuro del posto da titolare, è ben presto stato scavalcato da Francesco Totti in versione di finto centravanti per avere maggiore equilibrio in mediana con Camoranesi, Perrotta e Gattuso a supportare un immenso Pirlo. Nel 2010, infine, l'unico a salvarsi  fra i centravanti azzurri fu Quagliarella, "spinto" sull'aereo per il Sud Africa negli ultimi istanti di allenamento nonostante una ferma opposizione da parte dell'opinione pubblica.

Per questi e mille altri motivi, spero, potrebbe essere realmente il Mondiale dei giovani. La Nazionale non può essere lo specchio del paese, dove essere giovani è un limite o una colpa, lavorativamente parlando. Nello sport deve scendere in campo chi è più in forma, fisicamente e mentalmente. Si deve puntare sui migliori che si hanno, che abbiano 20 o 30 anni; maggiore o minore esperienza. Immobile ha dimostrato in questa stagione di essere in una forma psico-fisica bestiale, proprio come un certo Fabio Grosso otto anni fa. A buon intenditor poche parole...

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