Tutto secondo copione, nelle grandi partite l'Italia tira fuori le unghie. Con l'Inghilterra non solo abbiamo vinto, a tratti abbiamo anche convinto. Gli undici di Prandelli non hanno giocato una partita impeccabile, ma non hanno mai rischiato di perdere contro una concorrente diretta e, soprattutto, hanno controllato il gioco.
Orfani di un faro come Buffon, gli azzurri hanno tirato fuori dal cilindro personalità e coraggio. Sirigu ha saputo sostituire alla grande Gigi, trasmettendo sicurezza al reparto. Ottimo in respinta, mai sui piedi degli avversari, non poteva nulla sul goal inglese. Forse un pochino rivedibile in un paio di uscite su calcio piazzato, ha dato prova che la scuola italiana dei portieri è sempre la migliore. La Spagna ne sa qualcosa.
La difesa ha giocato una partita di sostanza. Darmian, terzino che sponsorizzo da mesi, ha dominato la fascia. Non si è mai fatto saltare da un certo Rooney, non proprio l'ultimo degli attaccanti mondiali. Ad un'impressionante solidità difensiva, poi, ha aggiunto una propulsione incredibile; sempre pronto a crossare e proporsi, ha permesso a Candreva, con le sue sovrapposizioni, di smarcarsi e servire l'assist per il goal di Balotelli. Barzagli è il solito muro, la sicurezza granitica che la nostra nazionale ha sempre avuto nel reparto arretrato. Preciso, puntuale, ha dimostrato di aver recuperato la forma migliore. Chiellini si è sacrificato a sinistra, ruolo che non ricopre in una linea a quattro da anni. E come al solito il granitico toscano ha fornito una prova di grinta e sacrificio, picchiando il giusto e fermando uno scomodo cliente come Sturridge. Incredibile vedere "Chiello" sempre pronto a scattare in avanti e indietro, mentre l'inglese aveva i crampi.
La nota dolente si chiama Gabriel Paletta, un pò per una capigliatura oltre i limiti della decenza, ma soprattutto perchè parso imbolsito rispetto agli altri. In marcatura non ha saputo fare meglio di come avrebbe fatto, probabilmente, Bonucci; in fase di appoggio stava perdendo un pallone mortifero. E' lui fino ad oggi l'unica nota stonata della nostra squadra, a Prandelli l'ardua decisione se cambiare (come fece Lippi con Zaccardo) o se dar fiducia all'oriundo di Parma.
Il centrocampo ha convinto. De Rossi è stato un infaticabile metronomo, ha letteralmente annichilito la mediana inglese e ha sempre dato una mano ai difensori. Messo lì davanti alla difesa è ancora uno dei migliori al mondo, in barba a quanto diceva su di lui Zeman. De Rossi è un professionista, corre e non toglie mai la gamba, si allena e sgobba come e più degli altri. Accanto a lui un Pirlo spaziale, come sempre. La finta sul goal di Marchisio è da spellarsi le mani dagli applausi; la punizione qualcosa che mette a dura prova le leggi della fisica. Il compagno di reparto bianconero ha messo quantità e qualità. Bravissimo a calciare in mezzo a una selva di gambe, era il primo a dare una mano dietro. La cura Conte, che forse nel corso dell'anno Marchisio non ha amato al 100%, ci ha consegnato un centrocampista in formissima, pronto a consacrarsi.
Verratti non ha brillato come Pirlo, ma unisce quantità e qualità. A dispetto di un fisico minuto, è sempre pronto alla bagarre, va in scivolata e non ha paura. Quando ha la palla nei piedi, poi, non sbaglia. Un centrocampista utile, secondo me, deve avere queste caratteristiche. Quando hai uno così non lo tieni in panchina. Lo stesso vale per Candreva, il cui unico limite è di essere tatticamente ancora indisciplinato. Messo nelle condizioni di svariare, come ha fatto il ct, diventa un'arma. Il piede non si discute, ha corsa e fiato da vendere, e, dulcis in fundo, ha anche il merito del secondo goal.
Mario Balotelli mi fa davvero arrabbiare. E' insopportabile, a tratti mi fa montare il nervoso, ma quando segna con la maglia azzurra dimentico tutto. Ha caracollato il primo tempo, è tornato troppo dietro per prendere il pallone, ma poi si è acceso. A cinque dalla fine stava facendo un goal che il 70% degli altri attaccanti nemmeno pensano; quando s'illumina è difficile tenerlo, figuriamoci per difensori modesti come Cahill e Jagielka, il cui unico merito è avere un gran fisico. Nel secondo tempo, pronti via, scappa alle spalle del diretto marcatore e raccoglie il "bacio" di Candreva per battere Hart. Di lì in avanti si carica, diventando pericoloso a ogni piè sospinto. Se si convince a fare il centravanti di riferimento, come contro la Germania a Euro2012, ha numeri da campione.
Immobile, entrato gli ultimi 20 minuti, ha dato il suo contributo. Ha corso e si è sbattuto il giusto, forse poteva fare qualcosa in più ma va bene così.
L'Italia stessa va bene, ora bisogna crescere e continuare. Forza azzurri!
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