Ci siamo, il Mondiale sta per cominciare. Non sono impazzito, ma per tutti noi italiani il vero Mondiale incomincia questa sera a Manaus. Una partita difficile, come piace a noi. Storicamente non siamo bravi a tergiversare con le piccole, come insegna il "miracoloso" girone di Spagna '82. Ma lo stesso Mundial spagnolo ha dimostrato al mondo intero che quando il gioco si fa duro, noi ci siamo. E questa sera incontriamo una squadra dal gran nome, di gran blasone, ma che è assolutamente e incondizionatamente alla nostra portata. Gli inglesi non hanno nulla più di noi, né in campo né fuori. Hanno parecchie lacune e diversi punti interrogativi, esattamente come gli azzurri, ma meno certezze. Una di queste si chiama Wayne Rooney, centravanti di straordinaria duttilità e generosità, tanto da far spendere sempre elogi e lodi da un certo Josè Mourinho, non proprio un tipo accomodante.
Noi, di contro, arriviamo a Manaus ben preparati. Prandelli dice che siamo al top della forma, e fino a prova contraria ci dobbiamo fidare di lui. Abbiamo una squadra solida, forse senza fenomeni o fuoriclasse come nel 2006, dove arrivammo stranamente in sordina, ma siamo tosti. Preoccupano un pochino le condizioni di Buffon, il nostro capitano, ma se c'è una cosa di cui son certo è che farà di tutto pur di indossare la fascia e scendere in campo. Il nuovo modulo tattico varato da Prandelli mi piace, mi convince. Largo alla qualità, un mio dogma, e alla freschezza. Candreva e Marchisio sono straordinari negli inserimenti, ma serve un centravanti boa che faccia quel lavoro, che accetti di essere fuori dal gioco per diversi minuti e si faccia trovare pronto quando la palla gravita nella sua zona di campo. E qui il nostro interrogativo più grande. Sarà Balotelli l'uomo giusto? Come sapete io non lo amo particolarmente, non per la sua tecnica o la mancanza di numeri, non sia mai, ma per il suo carattere e la sua tendenza a voler la palla fra i piedi. Allegri ci ha avvisato in tempi non sospetti, Mario va disciplinato tatticamente e si deve convincere che lui è una punta. Deve vivere per il goal, come fa Immobile, come faceva Vieri e come ha fatto per una vita Pippo Inzaghi, suo futuro tecnico in rossonero.
Le carte in regola per schiantare Hodgson e tutti gli altri ci sono tutte, e sono una mano vincente. Dobbiamo solo giocarcela bene.
Prendiamo allora esempio dall'Olanda di Van Gaal, scesa in campo con tanti giovani ed una pazzesca voglia di fare bene. Il risultato? Una manita forte e chiara ai campioni del mondo, una Spagna che è a singoli e come team anni luce davanti ai britannici. I tulipani ce l'hanno fatta con tre uomini d'esperienza e tanti giovani validi, alcuni veramente interessanti. Ecco, ispiriamoci al santone olandese Van Gaal e i suoi ragazzi. Facciamoci valere, sempre e per sempre "Forza Azzurri"!
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