Il calcio offre poche certezze, la bellezza di questo sport sta nella sua imprevedibilità, nell'impossibilità di prevedere quello che accadrà. Come in tutte le competizioni esistono favoriti ed outsider, ma dal primo all'ultimo minuto non sai mai quello che potrà succedere. Il Mondiale brasiliano ci sta insegnando che i pronostici, anche quelli più scontati, son fatti per essere sovvertiti.
Delle poche certezze che da il calcio, però, fino ad oggi ve ne era una ben scolpita nella mia mente: l'attacco brasiliano. Fin da quando ero bambino si sono succeduti con la casacca verdeoro campioni di primissimo livello, centravanti e fantasisti così forti che tutte le altre nazioni al mondo potevano solo provare invidia nei confronti del carioca sudamericani. Romario e Bebeto, con la loro esultanza americana, mi hanno spiegato cosa significhi vivere per il goal. Ronaldo, tanto con le maglie dei club che con quella del suo paese, mi ha letteralmente stregato. Non mi vergogno a dire e pensare che, probabilmente, è per me il migliore di sempre. O meglio, il Ronaldo al top della forma non ha eguali al mondo. Di sicuro non nel ruolo di prima punta, perchè non posso nemmeno immaginare un bomber più efficace di lui.
Ultimamente la scuola carioca ha un pochino perso il suo tocco magico, eppure Pato e Adriano erano attaccanti di un certo livello. Guai a paragonare uno dei due a Ronaldo o Romario, però suvvia, non erano proprio gli ultimi due arrivati. E invece oggi, il Brasile di Scolari, si presenta con un attacco raccapricciante. Dopo la nefasta spedizione del 2010, in cui Dunga aveva affidato le sorti offensive del paese a Luis Fabiano - detto 'O Fabuloso non ho mai capito da chi e perchè -, la situazione è andata ancora peggiorando. Oggi, davanti al pubblico di casa, si alternano due prime punte che faticherebbero a trovare posto in una mediocre squadra europea. Fred, al secolo Frederico Chaves Guedes, è un classe 1983. Dal 2009 si è (ri)trasferito in patria per giocare alla Fluminense, dopo aver chiuso il suo ciclo europeo con la maglia del Lione. Approdato in Francia dal Cruzeiro, Fred non ha mai superato i 16 goal stagionali (coppe comprese) con la maglia della compagine transalpina. Non certo un grande record per una punta, figuriamoci per una che viene dal paese dei centravanti.
L'alternativa, se così la possiamo chiamare, è ancora più sconcertante. João Alves de Assis Silva, conosciuto come Jo, è un giocatore talmente modesto da essere passato inosservato ai più. Dopo un piccolo exploit con la maglia del Cska di Mosca, viene acquistato dal Manchester City. Le sue prestazioni con i Citizen sono così di basso livello che le aquile di Manchester le provano tutte pur di rivalutarlo. Dopo il primo anno, chiuso con la bellezza di una sola rete all'attivo, lo prestano in giro per l'Europa. Nessuno mostra interesse verso di lui, ed il City riesce a "farlo fuori" solo nel 2011. Tornato in Brasile, Jo, non perde il vizio di segnare poco-nulla. Dal 2012 ad oggi le sue reti sono 18, ma tanto basta a Scolari per portarlo come rincalzo dell'esperto Fred.
Ora, sarò prontamente smentito dopo questo post, ma non mi capacito di come sia possibile tutto questo. Accanto a loro, forse, anche un ariete nostrano come Amauri avrebbero potuto recitare un ruolo da protagonista.
Once upon a time, Brasil.
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