Ci siamo, alla fine del Mondiale mancano solamente gli sgoccioli e le partite di domani segnano il vero e proprio spartiacque fra chi è arrivato fino a qui e chi può invece ambire al titolo.
Sono quarti di finale parzialmente sorprendenti, almeno secondo le mie previsioni. Al posto del Costa Rica avevo detto che ci sarebbe stata l'Italia, ma per il resto tutto normale.
Il Brasile, anche se non lo avrebbe meritato, si è sbarazzato del Cile di Vidal, Sanchez e Pinilla. Curioso sottolineare come il Cile sia sempre stato eliminato dal Brasile: 1962, 1998, 2010 e 2014. Dopo un mini allarme, Neymar si è ristabilito ed è lui l'uomo a cui la Seleçao deve aggrapparsi per non uscire dal Mondiale. Il resto lo faranno i maestosi Thaigo Silva e Julio Cesar, veri baluardi difensivi di una squadra molto europea e poco sudamericana.
A mettere i bastoni fra le ruote ai padroni di casa, la squadra più bella e frizzante vista fino ad ora, la Colombia. Persi i vari Higuita, Valderrama ed Escobar, i Cafeteros hanno trovato una seconda generazione di fenomeni, pronti a stupire il mondo.
#20 years ago your brutal killing, rest in peace #Andrès #RIPEscobar pic.twitter.com/nBzJN64uZb
— Esperto di Calcio (@EspertodiCalcio) 2 Luglio 2014
Ad oggi sono per corsa e qualità del gioco la più bella compagine vista in Brasile, e anche per distacco. In fase di non possesso la solidità la fa da padrone, con due terzini che sono subito pronti a ribaltare il fronte del gioco. In fase di possesso, poi, la velocità e la qualità dei giocatori fa la differenza. Da Cuadrado a James Rodriguez passando per l'ex pescarese Quintero, praticamente tutti gli uomini a disposizione di Pekerman hanno qualità da vendere e, cosa da sottolineare più volte, giocano a testa alta.
I precedenti dicono inequivocabilmente Brasile: 15 vittorie, 8 pareggi e 2 sconfitte. Ma i numeri son fatti per essere modificati e stravolti, e io dico Colombia.
La Francia, arrivata al Mondiale per il rotto della cuffia, sembrava spacciata. Perso Ribery a pochi giorni dalla partenza per il Brasile, Deschamps sta facendo il solito immenso lavoro con il materiale a disposizione. La sua Francia ha gioco, grinta, corsa e qualità. Benzema e Pogba sono le stelle, Griezmann il diamante grezzo pronto a prendersi la gloria. La difesa è solida, ma finalmente la vedremo alla prova con un attacco vero come quello a disposizione di Low, Svizzera, Ecuador, Honduras e Nigeria non avevano attaccanti sufficientemente bravi ed esperti per mettere in scacco i transalpini.
I tedeschi ci sono sempre, inutile negarlo. Non avranno vinto tanto quanto Brasile e Italia, ma nelle manifestazioni che contano non sbagliano, mai. Due i punti di forza dei tedeschi: la solidità, vero marchio di fabbrica della nazione, e la qualità del gioco offensivo. Low è stato bravissimo a rimettere Muller nel suo vecchio ruolo di prima punta, e i risultati non si sono fatti attendere. Alle sue spalle un trequartista moderno come Ozil, un Gotze convincente ed in cabina di regia un Toni Kroos maestoso. Con quel fenomeno di Marco Reus sarebbero stati i favoriti per il Mondiale, a mio parere, così hanno comunque tutte le carte in regola per fare il colpo grosso.
I precedenti dicono Francia: 11 vittorie, 6 pareggi e 8 sconfitte. Anche in questo caso, credo, i numeri saranno sovvertiti, e io dico Germania.
L'Olanda, smaltita la paura in salsa messicana, si presenta ai quarti da grande favorita. Francamente il Costa Rica non può impensierire la squadra di Van Gaal, che come se non bastasse è anche più fresca e riposata rispetto ai centroamericani, reduci da supplementari e rigori contro la Grecia (giocando tantissimi minuti in inferiorità numerica).
Ho già erroneamente sottovalutato il Costa Rica nei gironi, definendola la "Cenerentola" del Mondiale, ma stavolta non credo di sbagliarmi. Troppo ampia la forbice fra le due squadre, sia in termini di qualità che di esperienza. Robben e compagni penso accederanno in semifinale, poi il destino sarà nelle loro sole mani.
I precedenti, in questo caso, non dicono nulla. Sfida inedita fra Olanda e Costa Rica, farà in ogni caso statistica.
Il programma si chiude con Argentina-Belgio, un remake della semifinale di Mexico '86. Allora la spuntò l'Argentina di Maradona, con una doppietta del Pibe de Oro nel secondo tempo. Anche stavolta i ragazzi di Buenos Aires faticheranno e non poco ad aver ragione di una squadra bella e zeppa di talento.
Gli argentini arrivano favoriti per storia, blasone e, non ultimo, avere in campo Leo Messi. Tuttavia tolti lui e Di Maria, fino ad oggi i sudamericani non hanno incantato il mondo, si sono rivelati solidi ma hanno evidenziato punti deboli. Gli stessi che Wilmots ha tutte le intenzioni di sfruttare con le percussioni del suo quartetto offensivo: Hazard, Mertens, De Bruyne ed uno fra Lukaku e Origi.
#Origi sta spiegando ai dirigenti italiani che la giovane età non è un limite per giocare un grande calcio #begliousa
— Esperto di Calcio (@EspertodiCalcio) 1 Luglio 2014
La sfida è equilibrata e molto bella, si sfidano due differenti filosofie. Da un lato l'Argentina, che ha nel suo dna il goal e la ricerca dello stesso tramite il fraseggio e i dribbling. Dall'altra la solidità e la velocità del Belgio, squadra abile nel chiudersi ed aiutarsi per poi ripartire in contropiede. Una cosa è certa, la partita sarà vibrante e molto tesa, gli argentini rischiano tanto mentre il Belgio ha tutto da guadagnare, ha già fatto un bel Mondiale ed ha le carte in regola per arrivare fino in fondo.
I numeri dicono Argentina: 3 vittorie ed 1 sconfitta. L'equilibrio è tale che non mi stupirei se si arrivasse ai supplementari.
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