28 Giugno 1994, Stanford. La Russia di Salenko demolisce il Camerun e saluta gli Stati Uniti con un successo roboante, rotondo. Il centravanti di Leningrado realizza una storica cinquina, che gli vale il titolo di re dei bomber nella manifestazione statunitense. La notizia più clamorosa non sono i cinque goal di Salenko, ma il solo e semplice acuto di un uomo sempre sorridente, pacato. E' nato a Yaoundè, in Camerun, e per il suo paese è un simbolo. Rappresenta la forza, la determinazione, il sacrificio. Ha segnato una rete pazzesca contro l'Argentina, in quel di San Siro, ma la sua carriera non è conclusa. Il suo nome è, naturalmente, Roger Milla, e a furor di popolo è portato in America, dove vive un Mondiale da spettatore. Con la squadra eliminata, però, scende in campo per tutto il secondo tempo. A 42 anni è il giocatore più vecchio ad aver messo piede in campo in un'edizione del Mondiale; nel giro di un minuto anche il più vecchio ad aver realizzato un goal.
24 Giugno 2014, Cuiabà. La Colombia di James Rodriguez asfalta il Giappone di Zaccheroni chiudendo il girone a punteggio pieno. A sei minuti dalla fine Josè Pekerman guarda verso la panchina e fa un cenno con il volto. Si alza Faryd Mondragòn, un cenno d'intesa e un abbraccio. Il numero 22 scende in campo con il sorriso stampato sul volto. A 43 anni e 3 giorni è il giocatore più vecchio che abbia giocato una partita del Mondiale, un record che per Mondragòn vale tantissimo.
Un portiere con un fortissimo temperamento, un giramondo di padre colombiano e madre libanese. Un colosso di 191 cm capace di giocare in tre continenti e prendersi una delle soddisfazioni più grandi e meno difficilmente battibili che possano esistere. Se questa Colombia è una grande squadra e un grande gruppo, in parte, il merito è anche suo. Mondragòn, Valderrama, Escobar..un gruppo di grandissimi giocatori che hanno spinto il movimento calcistico colombiano oltre i limiti. Hanno ispirato Falcao, Cuadrado, Rodriguez e tutti gli altri grandi giocatori cafeteros che hanno fatto tenere il fiato ai colombiani, tremare i brasiliani e sperare tutto il mondo. La favola della Colombia campione del mondo, quest'anno, non si è avverata. Ma su questa strada non è utopistico pensare ad un nuovo paese al vertice del calcio mondiale.
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