Esperto di Calcio

1 luglio 2014

Mondiali2014: "E alla fine vincono i tedeschi"

E' il Mondiale della corsa e della grinta, della determinazione e del cuore. Non avrei mai e poi scommesso che l'Algeria potesse impensierire la Germania, non almeno quella quadrata e robusta vista nei gironi. E' invece, come sempre, la bellezza del calcio mi ha sorpreso. Non solo gli africani avrebbero potuto passare il turno, ma lo avrebbero fatto con merito. Non si sono né chiusi né tanto meno spaventati davanti ai tedeschi, hanno giocato e ribattuto colpo su colpo. Hanno sfiorato il vantaggio, lo hanno trovato con una bellissima rete, ma in fuorigioco, e hanno costretto Low a inventarsi qualcosa di nuovo. Rais, portiere impegnato nel campionato bulgaro, ha tirato fuori dal cilindro una prestazione maiuscola, bloccando e respingendo praticamente tutti gli assalti tedeschi. I suoi compagni hanno spinto e corso come forsennati, spaventando non poco la statica retroguardia di Berlino, con Mertesacker in costante difficoltà quando doveva fronteggiare il rapidissimo Feghouli.

E così si arriva ai tempi supplementari, nonostante l'ingresso di Schurrle dopo appena una frazione di gioco per spingere sull'acceleratore. La Germania non avrebbe bisogno di fortuna, ma si sa, le grandi squadre sono sempre baciate dalla Dea bendata. Un cross basso di Muller, a due minuti dall'inizio del supplementare, passa in mezzo ad una selva di gambe. L'attaccante del Chelsea è bravissimo a prendere il tempo al suo marcatore e costruirsi l'occasione giusta. Basta colpirla forte e Rais è battuto, ma Schurlle la sbuccia. Vuole calciare forte sul primo palo ma la palla gli rimane sotto la suola. La sfera prende a questo punto una rotazione impensabile, scivola via dalla traiettoria sperata e Rais non può fare che guardarla. Se ci fosse la giustizia si spegnerebbe sul fondo, ma invece rotola crudelmente in fondo al sacco, sul secondo palo.
Un colpo mortifero per l'Algeria, che si butta lo stesso in avanti alla ricerca del pari. Così facendo si espone al contropiede tedesco, magistralmente orchestrato dal "turco" Ozil e dallo stesso Schurlle. Una combinazione fra loro porta il numero 9 ad un passo dal raddoppio, ma a salvare gli africani ci pensa un difensore, sapientemente appostato sulla linea di porta a coprire la disperata uscita di Rais. Ancora una volta, però, la fortuna volge lo sguardo verso Berlino dimenticando di dispensarne un po' anche al continente nero. Il pallone carambola sui piedi di Ozil, che da dentro l'area calcia forte di collo e trova il due a zero.

A nulla vale la rete di Djabou a pochi secondi dalla fine del match, almeno per quanto riguarda il passaggio del turno. E' il giusto premio per una delle squadre rivelazione del torneo, capace di scrivere la storia del calcio algerino ed africano in generale, che avrebbe meritato una nazione ai quarti. Ma ancora una volta la beffa parla tedesco, come in quell'estate spagnola del 1982, in cui l'Algeria di Madjer spaventò a morte la Germania per venire poi sconfitta per differenza reti dall'Austria di Prohaska.
"Il calcio è uno sport semplice: si gioca in undici contro undici e alla fine vincono i tedeschi" - Gary Lineker

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