Ibra chiama, ma la Juve non risponde. Proprio mentre Marotta e Paratici sferrano l'attacco decisivo per "El Pipita" Higuain, Zlatan dichiarava allo svedese Footballskanalen: "Rimanere in Francia? Vedremo, ci sono un sacco di cose da stabilire. Di solito quando dico che resto in un club puntualmente avviene il contrario. Ho due anni di contratto e può succedere di tutto".
Ibra prosegue: "Abbassarmi lo stipendio per cambiare club? Non funziona così, per queste cose ci pensa Mino Raiola che è il mio procuratore; l'anno scorso mi stavo preparando con il Milan per la tournèe negli USA poi lui mi ha chiamato e sono volato a Parigi. In Francia sto benissimo, mi sono ambientato però, in tutta onestà, devo dire che il campionato francese non è minimamente paragonabile a quello spagnolo, inglese o italiano".
E ancora: "In Inghilterra non ci sono mai stato invece posso affermare che l'Italia è la mia seconda casa e mi manca molto. Ho giocato nei tre grandi club italiani, Juventus, Inter e Milan ed ho vinto sempre. Nel Bel paese sono abituati a queste grandi stelle, soprattutto nei top club, ed il trattamento è completamente differente; in Italia, poi, mi sono formato definitivamente come calciatore, ho imparato ad essere un bomber cinico ed è anche il paese dove sono cresciuti i miei figli; senza contare, poi, che lì c'è il culto della vittoria, aspetto fondamentale che ho appreso proprio durante la mia permanenza a Torino con Luciano Moggi".
Mi sono espresso più volte su questo tema. Ibra è un grandissimo giocatore, ma non è funzionale al progetto. Sarebbe stato un bell'acquisto fosse arrivato quasi gratis e con ingaggio ridotto, ma signori, Higuain è un'altra cosa. 25 anni, fame di gol e vittoria, l'argentino è il tassello perfetto per il gioco di Conte.
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