A fine partita Andrea Della Valle ha chiamato Pradè dalla Cina e ha detto: «Forza ragazzi, siete stati fantastici. Non preoccupatevi del Milan». Deluso e molto ironico invece Montella che così commenta il finale di campionato. «Dove abbiamo perso la Champions? Non penso a Roma o altrove, quando si fanno 70 punti o si perde per un rigore segnato o sbagliato. Il Milan è stato più bravo di noi a tirare i rigori», dice ironico.
Ancora il tecnico viola: «Un giocatore in campo mi ha chiesto se c'era il rigore e io gli ho detto, boh?» e si èmesso a ridere. Finale amaro. «Sono le situazioni del calcio — poi vedi situazioni strane e ti chiedi, ma che succede? Ho visto le azioni del Milan a Siena, ma non le commento, no so fare l'arbitro». Polemiche e dubbi anche su Twitter dove Gonzalo Rodriguez ha scritto: «Se dico quello che penso non gioco più in Italia». Rincara la dose Camporese: «Rigore del Milan imbarazzante».
Leader T'aspetti Jovetic, il guizzo che manca da tempo, cioé il suo 40esimo sigillo fiorentino e invece sbuca soprattutto lui, diventando il ponte levatoio verso il progetto internazionale dei Della Valle. Ora è la punta di diamante, Jo-Jo potrà partire indisturbato. E' Ljajic a prendersi la Fiorentina, appena rientrato dalla squalifica rende comunque magica la notte sull'adriatico: ottava vittoria in trasferta, record per la serie A a 20 squadre, anche se la beffa di Mexes brucia sulla pelle di tutti. Forse non canterà l'inno serbo, tanto da perdere la nazionale per l'arrabbiatura di Mihajlovic, ma di sicuro lo sentirete fischiettare il refrain della Fiorentina e non ci sarà da meravigliarsi. Adem Ljajic ha spinto Firenze verso il sogno della Champions League: è durato un'ora abbondante, terrorizzando il Diavolo che arrancava nell'inferno di Siena. A 400 chilometri ha giocato come un esorcista, ha calamitato l'attenzione e fatto drizzare le antenne di radio e telefonini. Il Milan sotto, con una retrocessa, e lui a timbrare i passaporto per sé e compagni. Tre gol pesanti come pepite d'oro (di piatto con palla piazzata a mezza altezza e due rasoterra precisi stile bisturi) si prende il cuore della città di Dante firmando 11 gol d'una stagione che non scorderà facilmente. Compresa l'ultima puntata, questa a Pescara.
Riecco Pepito Ma è lui a rendere comunque gustoso il ritorno al calcio di Pepito Rossi. Giusto in tempo, sgoccioli di campionato: la punta rubata al calcio da 600 giorni di sfiga, Nobel indiscusso alla sfortuna, vecchio pupillo del pensionato Ferguson ha ricalpestato l'erbetta dando al tutto un messaggio chiaro: nella nuova Fiorentina ci sarò anche io. E appare meno pesante il dolore per il sogno Champions sfumato, come se presagi per il futuro si materializzassero proprio mentre c'è da indirizzarsi verso la meno blasonata Europa League.
fonte: Gazzetta dello Sport
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