Esperto di Calcio

31 maggio 2013

Cannonate all'Inter: oggi come ieri, Sneijder come Vieri, Ronaldo, Ibra e..

Le grandi squadre esercitano un fascino inestimabile sui campioni, nostrani o esteri che siano. E' inutile negarlo, le grandi d'Europa hanno un appeal che delle squadre di medio-alto livello non avranno mai. In Italia sono tre le compagini che si ergono sopra le altre: Juventus, Milan ed Inter. Se le prime due riescono ad avere un carisma incommensurabile sui propri giocatori o propri ex, non sembra altrettanto vero per i nerazzurri. Non voglio esser pretestuoso, ma nei miei 25 anni di calcio non ricordo molti grandi giocatori che abbiano sparato a zero su bianconeri o rossoneri.
Miccoli, Davids, Vieira, son giocatori che hanno espresso giudizi severi nei confronti della Juve (il pugliese) o del Milan (i due mediani colored). Tuttavia sempre in termini gentili, mai eccessivi. Non si può dire lo stesso per i nerazzurri, che dopo l'esultanza beffarda di Ronaldo, la causa milionaria di Bobo Vieri e la pazzesca biografia di Van Der Meyde, sono ora alle prese con le focose dichiarazioni di Wesley Sneijder alla stampa olandese: "L’Inter mi voleva fare a pezzi. Per i giocatori e i tifosi l’ho trovato veramente terribile - riconosce Sneijder - ma per altre persone non mi è per niente dispiaciuto che il club sia finito con un risultato di mezza classifica al 9° posto in Serie A, senza neanche una possibilità per poter giocare in Europa e che l’allenatore abbia dovuto andarsene. Se non avessi avuto la personalità che ho, dopo un’esperienza del genere non sarei più riuscito a giocare a calcio. Hanno provato in tutti i modi a farmi a pezzi: tutti i giorni ce n’era una. Un esempio? Una volta ho portato una persona con me all’allenamento e l’ho lasciata nel bar con gli ospiti degli altri giocatori. Quando sono tornato a prenderlo era scomparso: lo avevano mandato via dal bar, mettendolo in uno sgabuzzino senza finestre. Molte persone all’Inter non meritano più la mia fiducia. E’ stato un periodo di alti bassi, in cui ogni tanto ero molto giù, ma poi mi riprendevo, perché una situazione del genere ti irrobustisce anche. Meno male che avevo mia moglie Yolanthe con me a Milano, che riusciva calmarmi. Se ci fosse stato mio padre, lui avrebbe perso la testa". Sneijder conclude con un filo di speranza: "Spero comunque che coloro che prendono le decisioni all’interno del club si mettano a meditare, perché quello che è accaduto non è degno dell’Inter".
Come dire, le vecchie abitudini son dure a morire.

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