E’ una Sampdoria che si presenta al derby della Lanterna reduce dalle due sconfitte interne consecutive con Inter e Palermo. La sconfitta contro i nerazzurri di Stramaccioni era preventivabile sin dalla fase di pronostico, ma si è vista una squadra reattiva, combattiva e penalizzata eccessivamente dal risultato finale. Prestazione non replicata contro il Palermo di Sannino, dove si è vista per la prima volta sotto la gestione di Delio Rossi una squadra molle, senza idee. Per dirla con le parole del tecnico romagnolo, è stata una Sampdoria “
che ha fatto male tecnicamente, tatticamente, atleticamente e moralmente”. C’è però da sottolineare che il Palermo si sia presentato a Genova con il coltello tra i denti, intento ad aggiudicarsi punti preziosissimi in chiave salvezza, elemento che ha fatto la differenza contro dei blucerchiati molto rilassati dai 36 punti in classifica (sarebbero 37 senza la penalizzazione inflitta per il caso scommesse) che a otto turni dalla fine rappresentano una quota di relativa tranquillità. Però il pubblico di Marassi merita di più della prestazione fornita contro il Palermo. C’erano due sconfitte da vendicare: quella dell’andata segnata dalla doppietta di Dybala, ma soprattutto quella che nel 2011 sancì la retrocessione in Serie B. Occasione persa.
Da riscattare immediatamente nel derby, che come sempre è una partita speciale e con motivazioni forti. Tra le contendenti, è sicuramente il Genoa ad avere maggior necessità di punti, vista la classifica altamente deficitaria, ma una vittoria nella stracittadina potrebbe permettere ai blucerchiati il raggiungimento della salvezza dopo una stagione tribolata. La promozione dopo i playoff doveva essere il preludio ad una tranquilla stagione di metà classifica, visti gli innesti importanti come quelli di Maxi Lopez, Maresca ed Estigarribia. Dopo le prime giornate, la squadra di Ferrara si piazzava addirittura tra le prime della classe, prima di incappare in una serie di ben sette sconfitte consecutive, interrotta proprio nel derby d’andata, vinto 3-1, che ha visto nascere la stella di Mauro Icardi, giovane centravanti argentino che Ferrara si ostinava a schierare come punta esterna. Nonostante dei lievi segnali di ripresa come la vittoria del derby, era evidente che Ciro Ferrara non avesse più il controllo tecnico e psicologico della squadra, e prima della sosta invernale il presidente Garrone ha deciso di avvicendare il tecnico campano, mossa che ha scatenato anche le dimissioni del direttore sportivo Pasquale Sensibile.
Al loro posto sono stati ingaggiati Delio Rossi come allenatore e Carlo Osti come ds. Da quel momento la squadra ha cominciato a mietere punti, con vittorie eccellenti come quella di Torino contro la Juventus, trascinata dal cambio di modulo con l’adozione della difesa a 3 che ha visto tornare titolare il
vero leader della Sampdoria, Angelo Palombo, e dai pochi ma mirati innesti della campagna acquisti di gennaio, su tutti il talentuoso Gianluca Sansone. Ma il merito maggiore è da dare a Delio Rossi, tecnico che arrivava dalle note vicissitudini fiorentine, che è riuscito a dare un’identità di gioco, ma soprattutto una vera identità morale alla squadra. Le roboanti vittorie contro Pescara e Roma hanno dato fiducia alla squadra, ma un punto nelle ultime quattro giornate non deve far calare la concentrazione.
A mio parere ci aspetta il solito derby poco spettacolare tecnicamente e molto fisico, l’importanza dei punti in palio renderà il clima ancor più teso, che dovrà essere gestito con acume dall’arbitro designato, Orsato di Schio. Nel Genoa peserà come un macigno l’assenza di Kucka, e un Ballardini ingiustamente sulla graticola dovrà cercare nuove soluzioni. Domenica ci sarà il solito e importante show delle coreografie, ed è auspicabile che sia accompagnato dal fair play tra tifoserie.
Sarà un derby incandescente, maschio, duro. Speriamo anche divertente.
0 comments:
Posta un commento