Esperto di Calcio

20 ottobre 2013

La strana coppia: Florijancic, Tentoni nel paese dei torroni

Correva l'anno 1995, Berlusconi era entrato in politica da pochi mesi, Yitzhak Rabin era stato assassinato e la Cremonese deliziava i palati più fini del parterre calcistico italiano.
Finiti i tempi delle vacche grasse, la Cremonese ritorna alla sua reale dimensione. Gianluca Vialli ed Enrico Chiesa sono ormai uno sbiadito ricordo, la realtà si chiama Matjaž "non segno manco a morire" Florijancic e Andrea "ci penso io" Tentoni. Al timone della squadra uno che con la panchina ha avuto sempre poco feeling, Gigi "so tutto io" Simoni.

Dopo i 41 punti l'anno precedente, con una salvezza miracolosa raggiunta solo grazie ai goal di Enricuzzo Chiesa, la Cremonese ci crede. L'organico viene ritoccato con alcuni acquisti degni di nota: Mauro Milanese, un difensore talmente scarso da far venire l'invidia della cecità anche un a un ipermetrope; il fantasista Riccardo Maspero, passato alla storia solo per la fossa scavata prima del rigore di Salas nel èiù clamoroso dei derby della Mole; e John "canguretto" Aloisi.
Senza Chiesa la davanti, come detto, le sorti dell'attacco gravano sulle forti spalle di Tentoni e l'imprevedibilità di Florijancic, bomber capace di realizzare la bellezza di 5 reti in 3 anni nelle sue esperienze con Alzano, Crotone e Pro Sesto.
Fin dai primi allenamenti gli addetti ai lavori snasano che per la "Cremo" sarà una stagione difficile. Simoni, sprezzante del pericolo, se ne esce a inizio campionato con una frase da ricordare: "Tentoni è il più forte centravanti d' Italia se si gioca in contropiede". Pronti via, alla prima partita stagionale Tentoni va subito in rete, peccato che si tratti della sua porta. Tra una sconfitta e l'altra il girone d'andata si trascina stancamente con l'impietoso score di 10 punti in 17 partite. I nostri eroi, fra un torroncino e l'altro, si ricordano di fare il loro mestiere giusto nel roboante 7-1 casalingo contro il Bari, una partita in cui persino Luigi Gualco riesce a trovare la via del goal.



Con indosso un paio di Mizuno nere, Florijancic si rivela un fuoriclasse nella vita cittadina, meno invece sul rettangolo verde, dove non si raccapezza. Turci e Razzetti dormono sonni tranquilli nelle partitelle del giovedì, salvo essere poi bombardati con chirurgica precisione la domenica pomeriggio. Tentoni, invece, ringalluzzito dal Natale in famiglia, realizza 7 reti, fra cui spicca la decisiva doppietta in casa contro la Lazio dell'eterno maestro difensivo Zeman.
Con 27 punti, la Cremonese saluta la Serie A e si prepara ad un lento declino fra cadetteria e serie minori.
Tentoni, che con i suoi 7 goal nel girone di ritorno ha rialzato le sue quotazioni, trova un ingaggio a Piacenza. I biancorossi, ovviamente, si pentiranno ben presto del suo acquisto. Con una sola rete nel campionato successivo, Tentoni saluta il calcio giocato, trascorrendo poi una dolce pensione fra Chievo, Pescara e Rimini con cui non troverà nemmeno per sbaglio la via del goal.
Con il suo fascino orientale, Florijancic seduce gli osservatori del Torino, che vedono in lui il degno sostituto di Andrea "pennellone" Silenzi. Il sodalizio con i granata, nemmeno così osceno, durerà una stagione, giusto il tempo di riciclarsi poi con Empoli e con una serie di squadre di cui mi vergono a rimenzionare i nomi.

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