Esperto di Calcio

6 ottobre 2013

Storie di calcio: Ricardo "Trivela" Quaresma

Erano un pò di settimane che mi mettevo al computer con l'intento di scrivere un pezzo su Quaresma. Non ce l'ho fatta, almeno non senza definire il portoghese una "pippa colossale" o senza sparare a zero su chi lo ha portato in Italia a peso d'oro. Fortunatamente, in mio soccorso, è arrivato il solito Samuele Olla, che dalle colonne di fantagazzetta aveva scritto qualche tempo fa un interessante articolo sul "Trivela".

A 27 anni è finito in Turchia, certamente non il campionato più affascinante del pianeta. È vero che sono i soldi ad avere un peso primario nell’attuale mondo del calcio ma le ambizioni se permettete, beh, le ambizioni sono un’altra cosa.

Ricardo Andrade Quaresma Bernardo è uno dei tanti indecifrabili giocatori passati a Milano per qualche stagione, ma a differenza di tanti altri, il Ciganito, anche lontano dall’Inter ha alternato grandissime giocate a periodi imbarazzanti. Ciò che rende la sua parentesi interista maggiormente soggetta allo scherno da parte dei tifosi nerazzurri (e non solo) è il fatto che il suo arrivo non avvenga ad inizio millennio, quando l’affluenza di giocatori destinati a non lasciare il segno risultava decisamente alta.


UOMO DI MOUNDO - Il Mustang portoghese fa il suo ingresso nella scena della Beneamata all’alba del biennio Mourinho, decisamente uno dei tratti più luminosi della storia dell’Inter. Ricardo Quaresma può essere definito come uno dei rarissimi errori commessi dallo stratega di Setubal durante il suo regno nerazzurro. L’allenatore portoghese volle a tutti i costi con sé il proprio connazionale, ottimo per l’applicazione del suo 4-3-3 ed il 1° settembre 2008 l’oggetto dei suoi desideri arrivò: in extremis rispetto ai tempi dettati dalla chiusura del calciomercato estivo, Quaresma firmò per l’Inter. Moratti sborsò quasi 19 milioni di euro, inserendo nella trattativa anche il cartellino di un altro giovane portoghese, Pelè. Colui il quale agli albori della carriera veniva definito il “nuovo Cristiano Ronaldo” col passare degli anni ha dimostrato d’essere ben lontano dal “vero” numero 7 portoghese. L’attuale fuoriclasse della Super Lig turca, oltre a non reggere il confronto fisico con CR7, non potrà mai raggiungere i livelli realizzativi del madridista. L’unico ambito nel quale può starci una competizione equilibrata è quello dei giochi di prestigio: assistendo ad un match con in campo il folletto portoghese è difficile che gli amanti delle giocate ad effetto rimangano delusi: un minimo di tre o quattro “numeri” sono compresi nel biglietto. Giocate che vanno dal più classico dei doppi passi, alle finte di ogni genere; dai passaggi “no look” sino ad arrivare alla “specialità della casa”. La Trivela. Nell’estate del 2008 tanto se ne sentì parlare che alla fine il diretto interessato ritenne quasi un obbligo ripagare l’attesa mettendo in pratica il tormentone. Infatti, all’esordio italiano al San Siro, fu proprio grazie alla sua classica trivela che Quaresma riuscì a mettere la firma sul primo successo dell’Inter di Mourinho. A dirla tutta, il tiro di Quaresma finì in rete solo dopo un tocco decisivo di un giocatore del Catania e la cosa acquista rilievo considerando che quella rimase l’unica marcatura del talento portoghese con la maglia nerazzurra. Una sola rete e per di più “sporca”. Dettagli che pesano. Ad un inizio tanto incoraggiante seguirono prestazioni sempre meno convincenti. Le sue giocate passarono dall’entusiasmare i tifosi all’innervosirli. Le sue presenze dal primo minuto iniziarono a diminuire, al punto che la domanda dei fantallenatori che lo acquistarono con tanta fiducia passò dal legittimo “Quaresma è titolare?”, al più rinunciatario “Chi compro al posto di questo bidone?”.

BLUE IS THE COLOUR - Ebbene sì, in pochi mesi l’estroso portoghese passo dall’esaltazione per essere considerato il colpo di mercato interista del 2008 alla grandissima delusione rappresentata dall’esclusione, decisa da Mou, dalla lista Champions in vista della fase ad eliminazione diretta. Da questo brutto colpo alla cessione, il passo fu molto breve. Moratti optò infatti per la donazione in prestito e il deludente Quaresma, ancora una volta all’ultimo minuto della sessione di mercato, fece le valigie e si recò all’aeroporto. Direzione Londra, Stamford Bridge. Niente male per uno che ha assolutamente deluso tutte le aspettative nel corso degli ultimi sei mesi. Ma se la prima esperienza nerazzurra fu un totale flop, la parentesi in prestito al Chelsea fu imbarazzante. Anche in questa occasione insistentemente richiesto dal mister di turno, quel Felipe Scolari che poté apprezzarne le doti anche nella Nazionale lusitana, Ricardo Quaresma non lasciò il segno questa volta i demeriti non furono tutti suoi. Poco dopo il suo arrivo in Blues, la squadra londinese ricevette lo scossone del cambio di panchina: fuori Felipao Scolari, dentro Guus Hiddink. Risultato: Quaresma in campo 5 volte totali considerando Premier e coppe nazionali. La delusione fu ancora più grande di quella interista.

TRIPLETE SENZA TRIVELA - Forse anche per questo il giocatore che per quattro anni incantò le
platee indossando la maglia del Porto decise di provarci nuovamente: Quaresma rifiutò il trasferimento al Genoa di Preziosi (operazione tra l’altro già concordata tra le due società) e tentò il rilancio in nerazzurro. Mai scelta fu meno azzeccata. Nell’anno del Triplete, el Trivela fu nient’altro che una comparsa: qualche spezzone di partita, poca capacità di incidere nei match ed un infortunio sul più bello. Dopo 24 presenze in Serie A alle quali vanno aggiunte le 8 in Champions League, l’ex enfant prodige portoghese diede l’addio definitivo alla squadra meneghina accettando l’ingaggio da parte del Besiktas e trasferendosi in una realtà nuova, stimolante e magari alla sua altezza. Perché nella sua carriera Quaresma ha avuto numerose occasioni ma, per un motivo o pre l’altro, non è mai riuscito a confermare quello status di “campione” che in tanti, ostinatamente, gli hanno cucito addosso.

POLIZIA TURCA - Il talento lusitano ha offerto prestazioni convincenti solo in patria, prima allo Sporting che lo lanciò e poi al Porto che lo riaccolse dopo la delusione “azulgrana”. Nelle sue esperienze al di fuori del territorio portoghese Ricardo ha sempre deluso. Al Barcellona era forse ancora troppo acerbo e il suo difficile rapporto con Rijkaard non lo aiutò. Le due stagioni all’Inter – intramezzate dalla parentesi londinese al Chelsea – hanno confermato la poca efficacia di un giocatore con tali caratteristiche in campionati ben più impegnativi di quello portoghese. Alla prima stagione turca Quaresma ha nuovamente offerto quelle giocate mai viste durante il periodo nerazzurro. Sarà il livello decisamente più basso, sarà la buona condizione fisica di inizio stagione, sarà la pressione decisamente non paragonabile a quella alla quale l’ala portoghese veniva sottoposta nelle passate esperienze nei campionati che contano, tant'è che l'inizio dell'avventura là dove si toccano Europa e Asia ne aveva rivalutato l'immagine. Anche grazie alla vetrina dell'Europa League Quaresma riesce a far (ri)apprezzare - quantomeno in giro per le rete - doti che parevano finite nel ripostiglio dei ricordi. Tre reti e otto assist nella prima stagione in bianconero, cinque gol e sei passaggi decisivi nella seconda, farcita anche da due cartellini rossi. La terza stagione in Turchia verrà difficilmente ricordata per le gesta nel terreno erboso ma per un qualcosa di atletico, questo sì. Una corsa all'inseguimento di un uomo in fuga, manco fosse l'Eto'o versione terzino alla Mourinho; peccato non si parli di una partita di calcio e neanche di un allenamento. La donna rincorsa dal Trivela aveva appena derubato la madre, almeno così raccontano le cronache. Una volta acciuffata la delinquente, Quaresma, fronteggiato da un poliziotto intervenuto per evitare eventuali collusioni tra i due, non ha fatto altro che scagliarsi sul rappresentate della legge ottenendo in premio un bell'arresto per aggressione. Questa volta non è servito il Comunicato Ufficiale del giudice sportivo per squalificare il giocatore.

Sta di fatto che Ricardo Quaresma un piccolo ma significativo record l’ha raggiunto.
Il Ciganito è stato uno dei pochi giocatori capaci di deludere durante il biennio d’oro dell’Inter mourinhana. Puoi vincere due campionati, una Coppa Italia e una Champions League. Puoi essere il pupillo di un allenatore che ha vinto praticamente tutto. Ma se sei un “bidone” lo dimostri anche quando hai tutte le condizioni per far bene.


35 milioni di euro per portare Quaresma in Italia, quando si dice "allenatori e procuratori che prendono per il collo i presidenti". Non ci sono altre spiegazioni, perchè Mourinho è uno che sa il fatto suo, non posso ne voglio credere che lo considerasse un giocatore forte.

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