Esperto di Calcio

4 ottobre 2013

Storie di calcio: il primo Spice Boy, Robbie "sniff" Fowler

"The Spice Boys was a media term for a group of Liverpool F.C. footballers in the mid-late 1990s, seen typically as being composed of Jamie Redknapp, David James, Steve McManaman, Robbie Fowler and Jason McAteer. The term is sometimes used to include other members of the squad, like Stan Collymore, Phil Babb, Neil Ruddock, Dominic Matteo, Patrik Berger, Rob Jones, Paul Ince, John Scales, Jamie Carragher and Michael Owen, whose antics were also scrutinised as being of the "Spice Boy" stereotype due to association with their team-mates".

Robbie Fowler, fra gli Spice Boys, è stato senza ombra di dubbio il più agitato, il più discusso ed il più chiacchierato. Idolo incontrastato delle notti sul Mersey, Robbie Fowler è stato un idolo per i ragazzi di Liverpool anche con i tacchetti ai piedi. Soprannominato "The God", Fowler è stato un attaccante formidabile, non a caso il quarto marcatore di sempre della Premier League. Non si raggiunge un traguardo così per caso, e infatti Robbie lavora duro per raggiungere la fama ed il successo.
Nato e cresciuto a Liverpool, nell'area di Toxteth, da bambino era un appassionato tifoso dell'Everton, del quale andava spesso a vedere le partite a Goodison Park. A undici anni, però, viene selezionato per i "Liverpool Schoolboys", una selezione giovanile del Liverpool, scoperto dall'osservatore Jim Aspinall. Da allora comincia ad allenarsi con i Reds una volta a settimana venendo aggregato alla selezione scolastica del club. Due anni dopo firma un contratto giovanile per poi passare ad uno da professionista nell'aprile del 1992, al compimento del suo diciassettesimo compleanno.
Da li a poco esplode l'amore fra i Reds e Fowler, che nel giro di un anno diventa un punto fermo della squadra allenata da Graeme Souness. Nelle prime due partite segna qualcosa come 6 goal, stendendo il Fulham all'andaat e realizzando tutte e 5 le reti nella partita di ritorno. Dopo solo cinque presenze con il Liverpool, ecco il primo hat-trick in Premier League, proprio sotto la Kop.
La sua dedizione ed il suo spirito di sacrificio sono stati il suo tratto distintivo in carriera, anche se spesso ci si ricorda di lui per le bravate dentro e fuori dal campo. Come quella volta che mostrò il suo lato B al difensore del Chelsea e della Nazionale Le Saux, sul quale giravano pesanti voci di omosessualità. O come quando aizzava la folla a gridare ed incitare i Reds, scatenando l'intera curva ad urlare "You'll never walk alone".



Attaccante di straordinario talento e con un fiuto del goal fuori dal comune, ha avuto la sfortuna di giocarsi il posto in nazionale con quello che è stato forse il più grande cannoniere della storia britannica: Alan Shearer. Io, personalmente, ho sempre preferito il ragazzone di Newcastle, che con quel capello biondo ed una potenza innata riusciva a gonfiare le reti di tutto il mondo.
Fowler, però, è stato uno di quei calciatori che mi hanno fatto divertire come pochi. Sempre discusso e criticato per i suoi modi poco gentili, si beccò quattro giornate di squalifica per un'esultanza. I tifosi dell'Everton, già poco inclini ad applaudire un rivale dei Reds, vedevano in Fowler un grandissimo traditore. Ecco perchè iniziarono a provocarlo e dileggiarlo, accusandolo di essere un cocainomane. Fowler, dopo un goal su rigore proprio nel derby, risponde ai tifosi dei Toffees. Segna, corre davanti a loro e si china vicino alla linea di fondo campo. Avvicina il naso e mima il gesto di sniffarla, a modi coca.



Non sarà stato un gesto edificante, magari non è stato troppo rispettoso per i bambini, ma per me è stato un grande. Dopo che ti becchi insulti e calunnie, scaricare così la rabbia facendo impazzire chi si accaniva su di te è qualcosa di meraviglioso. Non posso immaginare cosa deve aver provato, ma penso qualcosa di unico, di straordinario. M'immagino l'adrenalina a mille, il cuore che pompa come un tamburo e una gioia immensa che esplode proprio davanti a quella folla urlante, vestita di blu e pronta ad inferocirsi ancor di più contro di lui.
Bravo Robbie, giocatori come te mancano a questo calcio. Fowler era infatti ruvido e forse un pò maleducato, ma non simulava ne si sistemava i capelli. Apparteneva alla generazione dei Montero, degli Hagi e dei Mihajlovic. Gente che non l'ha mai mandata a dire, che se doveva colpirti lo faceva senza tante parole o sceneggiate.

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