Esperto di Calcio

4 luglio 2014

Mondiali2014: quello di Scolari è il peggior Brasile di sempre?

Penso di interpretare il pensiero comune nel dire che il Brasile, o per meglio dire questo Brasile, non piace a nessuno. Anche i tifosi della Seleçao non riescono a nascondere la preoccupazione per il gioco della squadra di Scolari, lontanissima parente dagli standard carioca. Non è un caso se contro il Cile è servita la Dea Bendata, prima sotto forma di traversa e poi di palo, per evitare un’eliminazione che sarebbe stata a dir poco clamorosa.
La domanda che mi sono fatto, a questo punto, è: questo Brasile, è il peggiore di sempre nella storia dei Mondiali? Difficile dirlo.
Credo che il paragone più azzeccato possa essere con la squadra che fu eliminata agli ottavi di Italia '90 dall'Argentina di Maradona e Caniggia, 1-0 al Delle Alpi di Torino. L'allora commissario tecnico . Niente di strano nel puntare su Careca, spalla di Maradona a Napoli, un pochino più singolare la scelta del granata Muller come titolare. Muller era un buon giocatore, ma nulla più. In 3 stagioni con il Torino segnò 24 reti in 65 partite e fu protagonista di un clamoroso intrigo di mercato. Nel 1989 doveva essere scambiato con Schillaci, appena preso dalla Juventus. Il Torino si tirò indietro all'ultimo minuto, il resto è storia nota.
Lazzaroni non si fidò di  Romario e Bebeto e puntò, invece, sulla coppia "italiana": Muller-Careca
Per il resto il Brasile di Lazzaroni giocava male e aveva tutti i crismi della squadra operaia. Come l'attuale compagine carioca, anche quella del '90 era più forte e quadrata dietro che non davanti. Il centrocampo, basato sulla quantità di Dunga e Valdo, proteggeva una difesa schierata a cinque. Gli esterni, il genoano Branco e Jorginho, dovevano avere libertà di spinta. In realtà badavano più a contenere che ad offendere, nonostante Branco avesse un calcio mancino molto potente.

Oggi la squadra di Scolari è molto molto simile. Una difesa rocciosa, con una filosofia di gioco molto europea e poco sudamericana. Il centrocampo è quanto di più lontano ci possa essere dalla qualità. Luiz Gustavo, Fernandinho e Paulinho sono mediani alla Felipe Melo, tanta corsa e quantità, pochissima attitudine a dare del tu al pallone. Davanti, poi, le cose sono ancora peggio. Neymar è davvero forte e decisivo, salta sempre l'uomo e crea pericoli a profusione. Ma oltre all'asso del
Barcelona? La depressione più totale. Oscar viene sacrificato sull'esterno, chiedendogli di dare un occhio davanti e due dietro; Hulk ha un fisico tale da poter fare la scorta al presidente brasiliano, ma non per giocare a calcio. Corre goffamente, non salta mai l'uomo e non è decisivo. Il goal annullato con il Cile (giustamente) è espressione della sua pochezza sotto porta. Un calcio orrendo, mezzo di ginocchio e mezzo di tibia, insomma tutt'altro che brasiliano. Fred e Jo nel ruolo di prima punta, infine, faticherebbero a trovare posto in qualsiasi squadra seria, figuriamoci nel Brasile.
Il risultato è un gioco che balbetta, con il solo fattore campo a tenere a galla i gialloverdi. E adesso c'è la Colombia, servirà un Brasile ben diverso per battere Rodriguez e compagni.

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