Esperto di Calcio

24 luglio 2014

Storie di calcio: il vichingo, Ebbe Sand

Il calcio non è fatto di soli campioni, di soli fuoriclasse. Ed è per questo che è un grandissimo gioco, uno sport meraviglioso. Anche i normali atleti ti possono entusiasmare, anche i gregari possono decidere le partite. Ogni campionato ha i suoi, ogni nazione li schiera. Questi generano una naturale empatia o antipatia, a seconda di come li si voglia guardare.
Oggi vi voglio raccontare la storia di uno dei centravanti che più di altri mi ha fatto stringere i pugni e gonfiare le vene. Il luogo da cui inizia il racconto è un paesino del nord Europa, così piccolo e caratteristico da ricordare le fiabe dei fratelli Grimm. Hadsund è il classico borgo danese, dove di giorno si lavora e la sera si sta insieme. Il 19 Luglio del 1972 la famiglia Sand mette alla luce due gemelli, destinati a fare la storia del calcio nordico. Il primo a venire alla luce si chiama Peter, ed è stato baciato da un gran fisico; il secondo ha invece assorbito tutto il talento calcistico, e viene chiamato Ebbe.

Ebbe Sand inizia a giocare a calcio a cinque anni, militando insieme al gemello Peter nella squadra locale. I due hanno lo stesso fisico, lo stesso modo di muoversi sul campo, lo stesso ruolo. Fin dai primi vagiti calcistici giocano in avanti, avendo nel sangue il senso del goal. E' chiaro però a tutti che uno dei due veda la porta in maniera diversa, con più convinzione. Questo è Ebbe, che nel giro di pochi anni fa parlare di sé l'intera penisola danese. Come spesso capita in questi casi, il Brondby decide di comprare "la famiglia in blocco". A Copenaghen vengono portati sia Ebbe che Peter, una storia che ricorda il passaggio al Barcelona dei fratelli De Boer, via Ajax.
La crescita dei due è diametralmente diversa, Ebbe convince tutti e si guadagna il posto in prima squadra, Peter vive all'ombra del gemello e cercherà fortuna altrove, spendendo la sua carriera nella massima lega danese. Al contrario, l'ascesa di Ebbe Sand è costante, continua. Fisicamente si fortifica, confermando la scelta degli allenatori delle giovanili che hanno insegnano lui a stare in campo come centravanti. Ebbe diventa infatti la classica prima punta di riferimento, abilissimo nel gioco aereo ed in grado di fare reparto da solo. A dispetto di un fisico notevole, Ebbe ha piedi abbastanza educati, calciando indistintamente di destro o sinistro.
L'esordio con il Brondby avviene si consuma all'età di 20 anni, e da lì l'ascesa è costante. Sand si guadagna la maglia numero 9 e i galloni del titolare, scrivendo parte della storia del club di Copenaghen. Fra il 1995 ed il 1998 è il vero trascinatore dei giallo-blu, che si laureano campioni di Danimarca per tre stagioni consecutive. I goal e le prestazioni di Sand destano ovviamente l'attenzione dei grandi club, ma prima ancora da Bo Johansson, che vede in lui la spalla perfetta per i fratelli Laudrup in Nazionale. Ebbe viene così convocato per i Mondiali di Francia '98, dove raggiunge i quarti di finale e griffa una rete contro la Nigeria.

Dopo i Mondiali la grande occasione arriva dalla vicina Germania, dove lo Schalke04 di Andy Moeller vuole fare di Sand la punta di diamante del suo attacco. Sand approda così a Gelsenkirchen, dove giocherà sette anni e dove chiuderà la carriera. Agli ordini di Huub Stevens non solo vince due coppe di Germania, ma segna a ripetizione. La sua stagione d'oro è quella del nuovo millennio, quando mette a referto 22 reti in Bundesliga e si porta a casa il titolo di re dei bomber.
Nel frattempo incontra con la maglia della Danimarca un altro ottimo attaccante, quel Jon Dahl Tomasson che tanto bene farà con il Milan e con cui forma una coppia perfetta. La potenza di Sand al servizio dell'istinto omicida di Tomasson fanno della Danimarca un brutto cliente per tutti. Nel 2004, dopo anni di onorato servizio, Ebbe Sand saluta la Nazionale con 66 presenze e 22 centri.
Attaccante generoso e con un gran fisico, Ebbe Sand mi è sempre piaciuto tantissimo. Prima punta classica, ha deliziato i tifosi tedeschi, tanto da diventare il record-man per goal europei, fino ad essere poi eguagliato e superato dal "cacciatore" olandese Huntelaar.

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