Nel calcio, come nella vita, dovrebbero contare i valori. Uno dei più nobili è, senza alcun dubbio, la chiarezza. Questa virtù non fa parte del calcio, dove il 90% dei protagonisti si nasconde dietro mezze verità, frasi contraddittorie e una stucchevole diplomazia.
Di tanto in tanto il giocattolino si rompe, come sembra accadere in queste settimane per il bomber partenopeo Edinson Cavani. L'uruguagio, forte dell'apprezzamento di tutte le più grandi squadre del mondo, inizia a nutrire una certa insofferenza per il suo club. Dal ritiro della Nazionale, infatti, ha lasciato le solite illeggibili dichiarazioni: "Il calcio è un business, a Napoli sto molto bene, ho il sostegno della gente, ma non sai mai dove può portarti il calcio, sono decisioni che dipendono anche dai presidenti". Eppure non più tardi di qualche giorno fa Aurelio De Laurentiis aveva detto: "Cavani resta", e dopo l'intervista del Matador lo ha ribadito, facendo emergere però più di un dubbio sul futuro: "Cavani rimane, anche perché 70 milioni per la clausola possono pagarli, forse, solo due squadre. Bisogna vedere se gli allenatori sono gli stessi o cambieranno perché, alla fine, sono sempre loro a decidere. Cavani ha sempre dimostrato grande fervore, grande amicizia e professionalità: è sempre stato attaccato alla maglia del Napoli, ma è ovvio che, in un ragazzo di 25 anni, ci possa essere attrazione verso club come Barcellona o Real Madrid".
Quella di De Laurentiis è la classica affermazione di chi scaglia il sasso e nasconde la mano. Il presidente cineasta dice infatti che Cavani resta perchè nessuno si può permettere il suo cartellino. Nemmeno un istante è questa sua certezza granitica muta in un "vedremo con l'allenatore del prossimo anno". Implicita ammissione dell'addio a Mazzarri? Io leggo solo questo, perchè nessun allenatore nel mondo potrebbe avallare la partenza di Cavani, in special modo perchè arriverebbe un giocatore di gran lunga meno forte.
Siamo dunque di fronte ad un classico caso di comunicazione frammentaria. I protagonisti diretti parlano, ma non dicono chiaramente ciò che pensano. Cavani fa strane allusioni, dicendo che vorrebbe cambiare aria ma senza inimicarsi i tifosi. De Laurentiis coglie la bordata, la incassa e scarica a sua volta la responsabilità. Ciò che fa più ridere è che il destinatario della "patata bollente" è un allenatore che ancora non c'è, che potrebbe trovarsi non solo seduto su una panchina ricca di pressione, ma con la "spada di damocle" di aver fatto partire Cavani.
Io non sono un tifoso del Napoli, ma se lo fossi sentirei puzza di bruciato. L'affare Lavezzi dell'anno scorso ha insegnato molto sui progetti della dirigenza azzurra: occhio al bilancio e alla carta d'identità. Una politica che non si può che sottoscrivre, ma allo stesso tempo non si può non sottolineare quanto Lavezzi manchi. Insigne, designato troppo presto suo erede, non ha ne i numeri ne la personalità del Pocho, che spaccava le difese.
se davvero Cavani partisse e s'investisse sul mercato l'intero ricavato, il Napoli farebbe paura. Se invece si facesse cassa e si prendessero altri 2-3 giocatori di medio valore (come Gamberini, Insigne, armero e Behrami quest'anno), allora il Napoli del prossimo anno continuerà ad essere una buona squadra, ma che con le ambizioni scudetto avrebbe poco cui spartire.
1 comments:
Ciao
Grazie per le post
Mi piace molto el blog
bellissimo!
Baccio
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