Ibra-Juventus, è il momento di dire la mia. Da troppi giorni i media italiani, con in testa la Gazzetta dello Sport, spingono per un colpo di mercato di questo tipo, che nasconde al suo interno pregi e difetti.
Da un punto di vista squisitamente tecnico, si tratterebbe di un bel colpo, è innegabile. Ibrahimovic ha dimostrato negli anni di spostare gli equilibri come pochi al mondo, specialmente in Serie A. Fatta eccezione per l'anno scorso, lo svedese ha sempre e solo vinto nella sua carriera: Ajax, Juventus, Inter, Barcellona, Milan e, probabilmente, Psg. Il rovescio della medaglia si chiama Europa, dove il numero 9 non è mai riuscito ad esprimersi agli stessi livelli del campionato. Difficile capire come mai, ma tant'è.
Lo stesso Conte, a livello tattico, si è sbilanciato positivamente per Zlatan, considerato all'unanimità un giocatore in grado di garantire quella qualità offensiva che tanto manca ai bianconeri. La sua integrità fisica e la sua professionalità, poi, confermano ulteriormente la bontà dell'operazione.
Ma non è tutto oro quello che luccica, per tanti aspetti positivi ve ne sono di negativi. In primis lo stipendio che Ibra percepisce a Parigi: 12 milioni di euro netti. Una cifra impensabile per la Juventus, che potrebbe a stento garantirgli la metà di quanto prende. Non è una questione solo economica, ma di spogliatoio.
Altro fattore da considerare è la sua data di nascita, 1981. Zlatan è integro e forte, ma compirà ad ottobre 32 anni. Quante stagioni avrà ancora al top? Di sicuro tre, forse quattro, ma difficile pensare ad un investimento nel futuro com'è stato per Pogba o Boakye. Quindi spendere troppi soldi per il suo cartellino è fuori discussione, specialmente se pensiamo che il Psg lo ha acquistato per circa 20 milioni di euro, strappandolo ad una squadra che lo avrebbe volentieri trattenuto. Le condizioni son talmente diverse che la Juventus non si presenterebbe mai e poi mai con un assegno imponente a Parigi, piuttosto cercherebbe una soluzione in "stile Milan", ovvero cartellino a prezzi di saldo e fideiussione dilazionata su due-tre anni.
Insomma, le condizioni per cui l'affare Juventus-Ibrahimovic sono chiare: cartellino a basso costo, ingaggio dimezzato e contratto triennale. Senza una situazione del genere non solo non sarebbe un'affare per la Vecchia Signora, ma il capitolo Ibra non sarà nemmeno aperto.
Marotta e Paratici hanno ampiamente dimostrato di acquistare con un occhio al bilancio e un altro al gruppo. Snaturare quest'organizzazione sarebbe deleterio per loro, per lo spogliatoio e per Antonio Conte. La palla passa nelle mani di Mino Raiola e Pavel Nedved, il duo che potrebbe convincere lo svedese ed il Psg ad una "follia" del genere.
Da tifoso dico che Ibra farebbe comodo, ma non sarebbe indispensabile. La Juventus si rinforzerà, sia dietro che a centrocampo, e non va dimenticato che in avanti arriverà Fernando Llorente, probabilmente non un fuoriclasse, ma di certo un ottimo calciatore. Il vantaggio di avere Ibrahimovic, oltre alla consueta dote di goal, sarebbe quello di valorizzare al massimo tutte le punte a disposizione. Vucinic e Giovinco potrebbero fare il loro ruolo naturale, mentre con lo spagnolo comporrebbe un tandem di peso, in grado di scardinare le difese più arcigne. In tal caso Llorente fungerebbe da punta, da finalizzatore, ad Ibra il compito di svariare, inventare e prendere il pallone, un pò come faceva con Crespo o Cruz ai tempi dell'Inter.
Ad oggi questo matrimonio "non s'ha da fare" e dubito che si farà, ma andasse in porto con le condizioni sopracitate sarebbe un colpo davvero "gobbo"
0 comments:
Posta un commento