La follia del mercato. Da Bale a Messi, cifre ridicole o immorali?

Il calciomercato è incontrollabile, sembra un clichè ma è la verità. Si sentono cifre folli, che sarebbero tali se parlassimo di industria, figuriamoci se si parla di pallone. Dopo un periodo di relativa tranquillità, sembra di essere tornati a fine anni '90, dove le grandi d'Europa si sfidavano a suon di miliardi. Le italiane, all'epoca, erano in prima fila, e sappiamo tutti come sono finite le cose. Le romane son state salvate da un regolamento compiacente e clemente, perchè Sensi e Cragnotti avevano portato le due compagini al collasso. La Fiorentina è fallita, così come il Napoli. Le milanesi si son ridimensionate e sembra che l'involuzione (dati i recenti problemi di Berlusconi e Moratti, chi con la giustizia e chi con l'industria) sia economicamente destinata a continuare. La Juventus sta tornando pian pianino in auge dopo il cataclisma Calciopoli, ma è ben distante dalla superpotenza che era quando al timone c'era Capello ed in campo sei-sette fuoriclasse di livello planetario.
Ecco però che con le cifre folli che escono ultimamente alla ribalta, non mi stupisco della clausola rescissoria di Leo Messi. I media spagnoli parlano di una cifra che, con mie parole, non oso ripetere: "Il mercato è sempre più folle. Dopo i 120 milioni che il Real si prepara a sborsare al Tottenham per avere Bale, scende in campo il presidente del Barcellona, Sandro Rosell. Qualcuno vuole Messi? Sborsi 580 milioni di euro.L'ha detto il massimo dirigente blaugrana al quotidiano catalano Sport: “La clausola di Messi è di 250 milioni di euro, cui però va aggiunto il 56% di tasse. La cifra arriva così a 580 milioni di euro. Tutti i giocatori che vogliono andare via possono farlo, tutti tranne Messi”.
Siamo matti, completamente, ma se pensiamo che Bale valga 120 milioni io non mi stupisco più di niente. Nemmeno di questa cifra abominevole, anche perchè è chiaro che nessuno investirà mai una cifra del genere, nemmeno qualche sceicco sprezzante del denaro o dei russi con le tasche bucate. 580 milioni di euro sono una cifra ridicola, ancor prima che immorale.

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