Julio Ricardo Cruz, conosciuto dal grande pubblico per l'esperienza con le maglie di Inter e Bologna, è stato un attaccante formidabile. Soprannominato "El jardinero", è stato spesso accostato al figlio del giardiniere del River Plate. A sfatare questo mito ci ha pensato lo stesso Cruz, che ha raccontato la genesi del particolare soprannome: "Eravamo 3-4 giocatori degli Allievi. Alla fine dell'allenamento ci mettevamo sempre a giocare vicino a un tagliaerba, per divertimento. Qualcuno l'ha visto e dopo il gol contro il Boca Juniors, quando tutti hanno iniziato a chiedersi 'Chi è quel ragazzino?', hanno cominciato a chiamarmi cosi".
Soprannome a parte, Cruz è stato un attaccante meraviglioso, completo e con un senso del goal pazzesco. La prima volta l'ho visto giocare con la maglia del Feyenoord, proprio contro la "mia" Juventus. A Rotterdam, nell'inverno del '97, con una doppietta stende la squadra di Lippi, dapprima sbloccando con un destro sotto la traversa; quindi saltando di forza Paolino Montero, trafigge "cinghialone" Peruzzi con un mancino chirurgico.
In Italia è il Bologna che si accorge di lui per primo, portandolo sotto la Torre degli asinelli nel 2000, dopo 86 gare e 44 reti in Olanda. In coppia con Beppe Signori porta in alto il Bologna e si guadagna una chiamata nell'Inter. A Milano è considerato un jolly offensivo, prima riserva di ogni titolare e, all'occorrenza, l'uomo in grado di cambiare gli equilibri. Fra tutte le squadre, e non poteva essere altrimenti visto l'esordio, la sua vittima preferita è sempre stata la Juventus. Quando vedeva bianconero aveva il "sangue agli occhi", realizzando spesso goal di fattura magnifica.
Destro, sinistro, testa o calcio piazzato, Cruz non aveva alcuna preclusione, tanto da essere un attaccante completo e di massimo affidamento. Cruz, ne sono certo, è stato uno di quegli attaccanti che tutti gli allenatori vorrebbero sempre con sè. Forte, posato e professionale, non fiatava quando doveva andare in panchina e si faceva trovare pronto quando veniva il suo momento.
Spesso ho trattato in questa rubrica giocatori molto particolari, dal carattere fumantino o dediti a vizi poco edificanti per un atleta. Ebbe, Cruz era completamente l'opposto. Un professionista vero, a tutto tondo.
Numero 9 vecchio stile, El jardinero è rimasto nel cuore di tutti i suoi tifosi, e spesso anche degli avversari.
0 comments:
Posta un commento