Una vita spesa per il goal. Questa è la storia di Sandro Tovalieri, detto il Cobra. Uno dei giocatori che più di tutti mi ha sedotto quand'ero bambino.
Movimenti rapidi e cinismo sotto porta, Tovalieri è stato un attaccante di grande talento e straordinaria discontinuità. Cresciuto nelle giovanili della Roma, il Cobra debutta nel calcio che conta con la maglia del Pescara. In cadetteria, nonostante la giovane età, va subito in doppia cifra, ripetendosi l'anno successivo ad Arezzo. Le prestazioni in B gli valgono la convocazione in Under21 ed il ritorno a Roma, dove ritrova il compagno di Primavera Giannini, soprannominato Il Principe per la sua eleganza.
Con i giallorossi non riesce a sfondare, nonostante la buona volontà e la vicinanza con campionissimi del calibro di Cerezo, Boniek ed appunto Giannini. In panchina siede un certo Sven-Goran Erikson, uno che sa vincere e sa fiutare i campioni.
Bene, lo svedese capisce subito che Tovalieri non è un campione, così inizia la peregrinazione del Cobra in giro per l'Italia. Avellino, Ancona, Arezzo, Bari, con cui ritrova la massima serie.
E' però con la maglia della Reggiana e del Cagliari che lo ricordo con entusiasmo, quando in una sola stagione (1996-97) mise a segno ben 16 reti. Mica male per un bomber di provincia, in un campionato dominato da un altro bomber pronto a decollare: Pippo Inzaghi.
Le carriere dei due sono diametralmente diverse, purtroppo per il Cobra. Se Inzaghi finisce alla Juve e fa incetta di titoli, Tovalieri ha l'occasione della vita: la Sampdoria. In blucerchiato ha l'occasione di giocare accanto ad un certo Jurgen Klinsmann, soprannominato "la Pantegana bionda". Nonostante il soprannome non proprio di prim'ordine, il tedesco ha fatto il pieno di titoli e di goal, fra cui spicca il Mondiale 1990 all'Olimpico di Roma.
Ricordo ancora oggi i titoli dei giornali genovesi, sicuri che la coppia d'oro della Samp garantirà grosse soddisfazioni ai tifosi di Marassi. E invece, in nemmeno due mesi Tovalieri-Klinsmann si rivelano una delusione pazzesca.
Con il passaggio al Perugia (in Serie B), di fatto, si chiude la carriera del Cobra, un attaccante di talento che avrebbe potuto sfondare.
Vederlo ora, con le rughe ed in panchina, è un tuffo al cuore. Auguro a Sandrone "Cobra" Tovalieri una carriera da allenatore più gloriosa di quella da giocatore.
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