I Mondiali del 1994, nonostante gli States non siano mai stati la patria del calcio, hanno avuto un fascino diverso da molti altri. Non tanto per la vittoria del Brasile di Cafu, Dunga e Romario sull'Italia di Roberto Baggio; quanto piuttosto per le tante stelle che da quel Mondiale si sono affermate.
Su tutte una ha brillato più degli altri, senza alcun dubbio: Hristo Stoichkov. Scrivere sul numero 8 bulgaro è per me particolarmente significativo, perchè Hristo è sempre stato uno dei miei idoli. Da bambino ho sempre ammirato quell'attaccante imprevedibile, potente e dotato di una classe cristallina. E' grazie a lui che la Bulgaria è arrivata fino alle semifinali del Mondiale, dovendosi arrendere solo al "Divin Codino".
Ancora oggi ho negli occhi la favolosa doppietta del numero 10 italiano, con l'immancabile Bruno Pizzul di sottofondo che urla "Siiii, Roberto!". Ma la partita, giocata sotto il torrido caldo di New York, fu tutt'altro che semplice per gli azzurri. I bulgari, guidati dal numero 8 e futuro pallone d'oro Hristo Stoichkov, vendono carissima la pelle.
Lottano su ogni pallone e ripartono con ordine e abnegazione, pronti ad innescare il micidiale mancino del loro condottiero. Non potrebbe essere altrimenti, non tutti sono in grado di scrivere il proprio nome sul tabellino dei marcatori 270 volte in 429 partite giocate in Europa. Un goal ogni 120 minuti, una media fantascientifica per chiunque, ma non per Hristo.
Idolo incontrastato a Sofia e Barcellona, Stoichkov è sempre stato un centravanti di straordinario carisma. Il suo temperamento, forte e deciso, lo ha reso una colonna portante per ogni squadra in cui ha giocato. Capitano e migliore giocatore di sempre della Nazionale bulgara, Stoichkov è stato l'uomo della svolta ai Mondiali di Usa '94. Dopo uno scioccante 0-3 contro la Nigeria, Hristo suona la carica. Con una doppietta stende gli eterni rivali ellenici, realizzando i due calci di rigore che agevolano il 4-0 bulgaro.
Tuttavia l'avventura bulgara ad Usa '94 sembrava comunque conclusa, perchè l'ultima giornata del girone di qualificazione si decideva contro l'Argentina. Non l'albiceleste di Maradona, fermato per doping contro la Nigeria, ma comunque uno squadrone: Batistuta, Caniggia, Balbo, Simeone, Redondo. Campionissimi, che vengono però spediti a casa dal gioiellino bulgaro. E' infatti Stoichkov ad aprire le danze, siglando il primo goal e confezionando l'assist del definitivo 2-0 al 90esimo minuto della partita.
Agli ottavi la sfida è equilibrata, e vede i bulgari contro il Messico di Jorge Campos, uno dei portieri più eccentrici della storia del calcio. Pronti via e guarda un po', Hristo Stoichkov porta in vantaggio la Bulgaria al sesto minuto. Il pari messicano porta le squadre ai supplementari prima, ed ai rigori poi. I bulgari si guadagnano l'accesso ai quarti di finale, e l'idolo di casa non deve nemmeno tirare il rigore decisivo (l'ultimo ovviamente).
Ai quarti è la Germania di Moeller, Matthaeus e Klinsmann a recitare il ruolo del carnefice, ma ben presto la Bulgaria diventa un incubo. I tedeschi, campioni in carica, vanno in vantaggio con Lothar Matthaeus, che trasforma un calcio di rigore. Stoichkov si carica sulle spalle la sua squadra, e nel giro di tre minuti la Bulgaria ribalta il risultato. I balcanici eliminano i campioni tedeschi e nulla sembra precluso loro.
In semifinale lo scontro finale. Stoichkov contro Baggio, il pallone d'oro in carica contro il futuro detentore, un'epica battaglia. Il 10 luglio 1994, a New York, non si respira. Italia e Bulgaria giocano 45 minuti di una pazzesca intensità, ed a illuminare la scena sono i due fuoriclasse. Il numero 10 italiano porta in vantaggio gli azzurri, e nel giro di quattro minuti raddoppia. Stoichkov trafigge Pagliuca su rigore, alla fine della prima frazione di gioco, ma è il Divin Codino a spuntarla. Hristo, l'ultimo ad arrendersi come sempre, deve tornare in patria con il titolo di cannoniere del mondiale, perdendo malamente anche la finalina contro la Svezia di Tomas Brolin e Kennet Andersson.
La stella del Barcellona, con in bacheca già molti titoli e Coppe prestigiose, si consacra ad i Mondiali del '94 come un Dio del calcio. La sua potenza e la sua rapacità lo renderanno per sempre uno degli attaccanti più straordinari che io abbia mai visto giocare. Se gli inglesi associano il numero 8 a Paul Gascoigne, i bulgari lo assoceranno per sempre a capitan Stoichkov. Come "Gazza", anche Stoichkov amava la bella vita e la buona cucina, ma in campo si trasformava in un campione a tutto tondo. Non mollava mai, ne in allenamento ne in partita, e i risultati son stati dalla sua.
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