Impossibile dimenticare l'ascesa di Dario "Tatanka" Hübner. Il centravanti triestino è stato uno dei tanti giocatori che il calcio italiano stava bruciando, salvo poi doversi inchinare alla caparbietà ed il talento di quel bomber di razza che è stato Darione.
Dopo gli esordi nella Muggesana, inizia l'attività agonistica a 20 anni, nella Pievigina, nel Campionato Interregionale 1987-1988, segnando 10 reti.
Nella stagione successiva passa al Pergocrema, in Serie C2, con cui mette a segno 6 reti. Nell'ottobre 1989 passa al Fano, con cui conquista la promozione dalla Serie C2 alla Serie C1. Rimane nelle Marche per tre stagioni, sotto la guida di Francesco Guidolin, mettendosi in luce come abile contropiedista e guadagnandosi il soprannome di Bisonte o Tatanka. Nel 1992 viene acquistato dal Cesena: con i bianconeri milita per cinque stagioni consecutive in Serie B, andando in doppia cifra in ogni stagione e conquistando il titolo di capocannoniere nella stagione 1995-1996, nella quale realizza 22 reti.
In seguito alla retrocessione del Cesena in Serie C1, nel 1997 passa al Brescia, con cui esordisce in Serie A già trentenne. Va a segno già alla prima giornata, a San Siro contro l'Inter, e alla seconda realizza una tripletta contro la Sampdoria. Nonostante le 16 reti messe a segno il Brescia retrocede in Serie B, e Hübner contribuisce con 21 reti alla nuova promozione delle Rondinelle nel 2000. Nella stagione 2000-2001 al Brescia è in coppia con Roberto Baggio, anche se più volte l'allenatore Carlo Mazzone gli preferisce il centravanti albanese Igli Tare, giunto a Brescia nel mercato di gennaio. A fine stagione totalizza 17 reti, che portano il Brescia a qualificarsi per la Coppa Intertoto.
Nel 2001 passa al Piacenza, neopromosso in Serie A, per circa 6 miliardi di lire[6]. Nella stagione 2001-2002 conquista il titolo di capocannoniere della massima serie con 24 reti segnate, a pari merito con David Trezeguet, e contribuisce alla salvezza del club emiliano.
La storia di Tatanka, che si chiuderà con un lento commiato dai grandi palscoscenici e tanti goal nelle categorie minori, raggiunge il suo culmine nella stagione 2001-02. Una stagione favolosa, contraddistinta dal duello fra Juventus ed Inter per il tricolore.
Ma il 5 maggio, insieme alla Juventus, c'è un centravanti di straordinarie capacità che festeggia. Non è David Trezeguet, ma Dario Hübner, che con i suoi 24 goal stagionali alza il titolo di capocannoniere. Certo, lo deve condividere con il francese, ma siamo seri..fare 24 goal con Del Piero e Nedved alle spalle non è lontanamente paragonabile all'impresa di Tatanka. Si, perchè Hübner riesce a scrivere 24 volte il suo nome sui tabellini dei marcatori pur giocando nel Piacenza, una squadra tutt'altro che sensazionale. Se ho detto dei grandi giocatori che hanno ispirato Trezegol, altrettanto non posso dire per Darione. Di Francesco e Nicola Caccia sono stati dei buoni giocatori, ma certo non dei fuoriclasse. Eppure Tatanka non ne ha risentito e ha "purgato" tutti i grandi club della penisola.
Il suo marchio di fabbrica non era ne la classe ne l'eleganza, ma una potenza devastante. Hübner è stata la classica prima punta, forte e inarrestabile. Destro, sinistro o testa non faceva differenza per lui, negli ultimi 20 metri era inarrestabile. Eppure chi avrebbe mai pronosticato un risultato simile? Quel campionato vantava alcuni dei migliori cannonieri di sempre: Ronaldo, Vieri, Batistuta, Shevchenko, Del Piero, Totti, Crespo, Montella... E non sono finiti, ma si son dovuti tutti inchinare a Tatanka, il bufalo triestino con il vizio del goal.
0 comments:
Posta un commento