Esperto di Calcio

27 febbraio 2013

Assalto all'Inps. L'Inter cala gli assi: Rocchi-Carew, un attacco da 70 anni


Quando parlavano di Tommaso Rocchi come vice-Milito non volevo crederci, ma ho dovuto arrendermi all'evidenza. Quando ho saputo della cessione di Marko Livaja all'Atalanta, pensavo ad uno scherzo. Ma ho dovuto ricredermi.
L'acquisto di John Carew, gigante norvegese classe 1979, non mi stupisce più. Dopo le due operazioni sopra citate, questa non è altro che la classica ciliegina sulla torta. Non saprei come altro definire l'ennesimo approdo nel calcio italiano di un giocatore tanto scadente quanto l'ariete ex Roma. Si, perchè per Carew si tratta di un ritorno in Serie A, dopo una magrissima esperienza con la maglia giallorossa nella stagione 2003-04.
Quando leggo notizie simili il mio primo pensiero è: "possibile che un giovane non sia meglio". Fermandoci un solo istante a riflettere la risposta è scontata "no". Qualsiasi ragazzo ben motivato e con normali qualità potrebbe fare come Carew, un Primavera che spicca sugli altri non potrebbe che fare meglio. Marko Livaja ci ha messo tre partite a far capire di che pasta è fatto. La doppietta contro la Roma, per quanto non abbia aiutato la Dea nella corsa salvezza, ha fatto capire a tutt'Italia che può diventare un grande attaccante.
Classe 1993, potrebbe valere moltissimo, eppure l'Inter ne ha (s)venduto la prima metà per 1,8 milioni di euro. Un errore comune, come la cessione di mezzo Giovinco al Parma fatta dalla Juventus, che ha poi speso 11 milioni per riportare a casa un prodotto del suo settore giovanile. Semplicemente folle.
L'errore, nel caso di Livaja, è ancora più sorprendente. Stramaccioni, che lo aveva avuto in Primavera, avrebbe dovuto porre il veto alla sua cessione, specialmente se per sostituirlo avesse saputo di avere in rosa Rocchi o Carew. Ora, l'infortunio di Milito è stata una sfortunata circostanza, ma l'acquisto di Tommaso Rocchi come suo vice una tragica sventura. Sventura acuita oggi con l'acquisto del "lungagnone" norvegese, uno i cui numeri fanno accapponare la pelle. 121 reti in carriera, 89 se togliamo quelle realizzate con il Valerenga ed il Rosenborg nell'agguerrito campionato norvegese. Un giocatore che a 34 anni ha segnato 89 goal, come potrebbe mai cambiare le sorti dei nerazzurri? Come potrebbe essere d'aiuto nella corsa alla Champions League? A maggior ragione rimanendo 10 giorni in prova, perchè ha fallito i test fisici, io proprio non lo so.
Ciò di cui sono certo, è che Luca Garritano non farebbe peggio, anzi. Non appena esplode un talento in Italia, come successo per Pogba ed El Shaarawy, ci esaltiamo tutti quanti. Ma come possono i giovani mettersi in mostra se non gli si da un'occasione?
Per far capire a tutti chi è John Carew ho deciso di chiudere con una citazione tratta dal un'intervista di Zlatan Ibrahimovic. Il norvegese aveva criticato le movenze in campo di Ibra, giudicate goffe. Zlatan, come di consueto, aveva risposto dicendo: "quello che Carew riesce a fare con un pallone io lo posso fare con un'arancia".

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