Esperto di Calcio

1 aprile 2013

Arbitri addizionali:innovazioni e vecchi problemi

E' con grandissimo piacere che presento una nuova figura all'interno del blog. Un amico, oltre che un grande appassionato di calcio ed ex fischietto: Marco Chessa
Marco si occuperà del mondo arbitrale, indagando le più nascoste sfaccettature di una categoria mediaticamente ai margini. Le sue saranno analisi lucide e spietate, senza guardare in faccia nessuno, come chi scrive su Esperto di Calcio deve fare. 
(Daniele - Esperto di Calcio)

Piccola premessa: non sono favorevole alla tecnologia applicata al calcio. Il calcio è uno sport dove anche l’errore crea spettacolo, ma, soprattutto, è uno sport dove su ogni singolo episodio potremmo passare ore a disquisire su possibili decisioni da adottare. Gli arbitri addizionali sono stati introdotti al fine di dare una maggiore percentuale di decisioni arbitrali corrette, i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti. Introdotti da Platini nell’Europa League 2009-2010, da quest’anno le sestine arbitrali sono designate nella nostra Serie A e nella Supercoppa Italiana, con una Coppa Italia che è svalutata anche sotto questo punto di vista. Il compito degli arbitri addizionali è così ampio che è già difficile prima di iniziare: valutare le infrazioni in area di rigore, valutare il “gol fantasma”, controllo delle dinamiche nella zona di competenza. Dopo un inizio dove erano collocati dal lato opposto all’Assistente Arbitrale, per non cambiare la famigerata “diagonale” arbitrale sono stati collocati sul lato di pertinenza dell’Assistente. Nell’attuale serie A vengono solitamente designati un arbitro Can A ed uno Can B, mentre nelle gare di cartello entrambi gli addizionali sono arbitri Internazionali. Nella stagione 1999-2000 nella Coppa Italia era stato provato, con esiti catastrofali, il doppio arbitro: ebbene, devo dire che anche gli arbitri addizionali si stanno rivelando un esperimento fallimentare. Per diversi motivi. Il primo: troppi galli nel pollaio. L’arbitraggio è uno sport ancora troppo lontano dall’essere considerato uno sport di squadra. Ognuno cerca di fare una buona prestazione, spesso a discapito dei colleghi. La soluzione? Adottare delle cinquine/sestine fisse, in modo da cementare il gruppo e renderlo coeso anche nelle difficoltà. Il secondo: la grossa confusione. La sestina è collegata via audio e via vibrazione elettronica, con il risultato di avere persino troppa comunicazione e troppo poca tempestività nelle decisioni, la quale provoca tante incomprensioni e fa assumere una decisione definitiva dopo troppo tempo. La soluzione sarebbe dare maggior potere all’arbitro centrale, il quale spesso subisce l’influenza di quello addizionale (specie se internazionale), designando un assistente come arbitro addizionale al quale dare il compito di vigilare sul gol non gol e nell’evitare decisioni totalmente sbagliate, con una nuova area di giurisdizione, che può essere quella di origine. Il terzo: scarsa personalità nell’adottare una decisione. Gli arbitri italiani sono troppo titubanti e spesso calcolatori, e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. La soluzione è una maggiore preparazione atletico-tattica, che è quella che porta ad essere lucido, ma soprattutto credibile. Bisogna puntare sulla preparazione qualitativa dell’arbitro, non sulla quantità di arbitri. Ci sono giovani interessanti, sui quali lavorare senza perdere tempo su esperimenti di cui non se ne avvertiva francamente il bisogno.

Marco Chessa

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