Esperto di Calcio

9 aprile 2013

Gli errori arbitrali e gli errori del sistema

Ieri è andata in scena la pessima giornata degli arbitri italiani, l’ennesima stagionale, che è ancora sotto gli occhi di tutti gli appassionati del nostro campionato. Sugli scudi troviamo le direzioni di gara di Firenze e Milano, rispettivamente assegnate a Tagliavento e Gervasoni. Nelle dichiarazioni del post gara vengono da più parti rispolverati gli antichi sospetti mai del tutto sopiti, con urla al complotto e ad un passato (non troppo) recente. A mio modesto parere, le direzioni arbitrali di quest’anno dovrebbero indurre il presidente dell’Associazione Italiana Arbitri, Marcello Nicchi, a prendere in considerazione l’idea di sostituire il commissario CAN, Stefano Braschi, la cui gestione non ha né portato gli arbitri internazionali a fornire grosse prestazioni nazionali ed internazionali, né alla crescita di nuovi arbitri da lanciare. Unico merito di Braschi è l’avere definitivamente consacrato il vicentino Orsato ed il bergamasco Mazzoleni. Troppo poco per chi ha il compito di “allenare” i nostri fischietti. Ma oggi vorrei soffermarmi maggiormente sul contesto dove sono inseriti i nostri arbitri. Un campionato che non riesce ad avvincere il pubblico, quello che scappa dagli stadi, e che a poche giornate dalla fine non riesce a trovare grossi spunti di interesse, con una Juventus che si sta involando senza troppi problemi verso il secondo titolo consecutivo e dove c’è un po’ di bagarre per accaparrarsi il terzo ed ultimo posto utile per accedere ai preliminari di Champions League e per evitare la retrocessione in Serie B. Parliamoci chiaro: il nostro campionato è malato gravemente, da tempo, e ci si nasconde dietro a un dito: l’arbitro. Bisognerebbe invece cominciare a chiedersi il perché di questa involuzione della Serie A. Possiamo farlo partendo con l’esaminare una preparazione atletica a mio parere troppo approssimativa. Non è decoroso lo spettacolo dato dal vedere dei professionisti uscire per crampi o per troppi infortuni muscolari, e assistere alle gare delle coppe europee dove persino le squadre turche corrono più delle nostre big. Si potrebbe continuare facendo delle considerazioni sulla qualità dei nostri “campioni”, sempre più stranieri e col nome esotico, che passano dal nostro campionato per poter prendere qualche milioncino da spendere nelle successive esperienze in campionati trascurabili. Potremmo riflettere sulla qualità dei nostri allenatori, integralisti della difesa a 3 in assenza di terzini di tal nome e tattici esasperati, con scarsi risultati. Basta vedere Petkovic alla Lazio, un allenatore che non si è inventato niente di nuovo e sta ottenendo buoni risultati con una ristretta rosa di buona qualità.
Mi soffermerei infine sui nostri dirigenti di club, lega e federazione, sempre troppo impegnati a discutere di stadi, diritti tv e poltrone, quando basterebbe seguire il modello tedesco, dove hanno una Coverciano per ogni regione e si godono i frutti del progetto “Generazione 2006”. La mia formula è: crei i giocatori forti, crei spettacolo, crei business. Non credo ci voglia tanto, solo un po’ di sforzo iniziale tecnico ed economico. Ma siamo troppo pigri e sordi per poterlo affrontare. Alla fine credo che la nostra serie A abbia gli arbitri che si merita, una squadra di arbitri totalmente adeguati al contesto.

1 comments:

Secondo me la colpa è di Guido Rossi

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