Esperto di Calcio

23 luglio 2013

Faustino Asprilia: la freccia colombiana che ha fatto impazzire Parma

Chi come me si è affezionato al calcio negli anni '90 non potrà che gioire. Il soggetto dell'articolo di oggi è Faustino Asprilia, leggendario centravanti parmigiano di metà anni '90. "Tino" non era solo famoso per i suoi goal e le sue sgroppate, ma anche per la sua simpatia e la sua prestanza "fisica".

Faustino Asprilla è stato ospite della trasmissione “Cose dell’altro calcio”, di TvParma. Alla conduttrice Claudia Andreoli il colombiano ha rilasciato un intervista molto lunga e piena di spunti interessanti.
“Ovviamente non mi piaceva stare in panchina, ero felice solo quando potevo giocare. Anche il Tardini, vedendolo sempre pieno mi metteva allegria; quel campo mi piaceva tantissimo. Nessun colombiano prima di me era stato in Italia; io inizialmente andai a Firenze, ma la Fiorentina non mi poterono acquistare perchè avevano già 3 extracomunitari in rosa. Poi venne in Colombia Giambattista Pastorello con una maglia del Parma tutta per me.”
“A Parma ho trovato una famiglia vera e propria: soprattutto Apolloni e Osio mi hanno aiutato moltissimo ad inserirmi, senza di loro sarebbe stato tutto molto più difficile. L’italiano? Scala mi mise a disposizione un professore, però a me non piaceva, mi divertivo di più ad imparare l’italiano con Osio, che mi faceva leggere i giornali ad alta voce e correggeva la mia pronuncia. Se devo ringraziare qualcuno in particolare, sicuramente ringrazio Giorgio Pedraneschi, ex presidente del Parma, che mi ha aiutato davvero moltissimo. Anche la famiglia Tanzi lo ha fatto, Stefano e Calisto mi hanno sempre difeso anche quando ho avuto problemi con qualche allenatore.”
“Con Scala ho avuto dei problemi, certo, ma da lui ho imparato tantissimo. Era uno che di calcio ne capiva, ne capiva eccome, era già avanti all’epoca. Con Malesani invece ho avuto dei problemi e non ho imparato proprio nulla. Con lui abbiamo vinto 3 coppe in cento giorni, però spesso eravamo noi ad intervenire per spiegargli delle cose. Una volta lasciò l’allenamento e disse: “Allenatevi pure da soli“.”
“Nei ritiri andavo in stanza con Benarrivo, con lui andavo molto d’accordo. Tra i due era lui il più disordinato: dormiva sempre, mentre io in ritiro ascoltavo molta musica colombiana. Minotti invece segnava tutte le multe, io e Zola eravamo quelli che ne avevamo di più. Una volta mentre Minotti non guardava, presi un fogliettino di una mia multa e me lo mangiai… Però presi quello di una multa di 100.000 lire, io invece stavo puntando a quella di 1 milione… Il legame più forte l’ho stretto con Apolloni, sicuramente; un giocatore da ammirare, invece, era Lorenzo Minotti. Stoichkov era sicuramente il giocatore che si arrabbiava di più, soprattutto quando Scala lo sostituiva, mentre Cannavaro era il giocatore più vanitoso. Il più pazzo? Senza dubbio Buffon: quando era nelle giovanili, il giovedì facevamo una partita contro la primavera, ed io e Zola nn volevamo giocare contro quella squadra. Un giorno venne Buffon e ci disse: “Tirate quanto volete, tanto voi due non mi farete mai gol”. Gliene feci quattro, ma comunque si vedeva che era davvero forte…”
“La notte di Wembley io stavo malissimo, era morta mia madre ed io non avevo assolutamente la testa per la finale. Dissi chiaramente che non ero nelle condizioni adatte per giocare, Scala però mi telefonò e mi disse di tornare a Parma perchè senza di me non avrebbero vinto la Coppa. Tornai quindi in Italia, anche se avevo un problema al polpaccio. Poi però mi resi conto che non ero nell’undici titolare, e in quel momento decisi che non sarei andato nemmeno in panchina. Calisto e Stefano Tanzi però mi convinsero a cambiare idea, dicendomi che sicuramente sarei entrato nel secondo tempo. Invece non andò così, e non potete immaginare quanto ci tinofirmarimasi male quel giorno. Il gol su punizione al Milan? Avevo calciato un’altra punizione qualche minuto prima ma era finita altissima e mi ero beccato i fischi del pubblico. Quindi non volevo essere fischiato ancora e dissi a Osio che la calciasse lui; il Sindaco e Scala mi convinsero a tirare, io mi concentrai e la palla entrò…“
“Sono davvero molto contento che Luca Bucci e Sandro Melli siano ancora a Parma. Luca è un professionista, ed è molto tranquillo; Sandro invece con me formava una coppia micidiale…”

Quel guascone di Tino Asprilia non cambia mai!

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