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Ecco il primo, i migliori registi del panorama calcistico europeo: Cristante, Alcantara, Can e...
Tecnica, visione di gioco, precisione e dribbling. Sono
queste le caratteristiche che deve avere un
grande regista di centrocampo. Andrea Pirlo e Xavi Hernandez
rappresentano, in tal senso, due istituzioni. Sono i giocatori che più di ogni
altro incarnano le doti che un mediano che gioca davanti alla difesa deve
avere. Sono completi, impostano e difendono; sanno far partire l’azione da
dietro o verticalizzare in profondità; sono in grado di mettere in porta il
compagno in mille modi e maniere. Tecnicamente eccelsi, offrono un ventaglio di
soluzioni ampissimo.
Tutti i maggiori club europei si sono resi conto
dell’importanza di avere un grande regista in squadra, ed alcuni di questi si
sono portati avanti con il lavoro crescendo in casa alcuni dei più fulgidi
talenti del ruolo. Il più importante e conosciuto è Marco Verratti, faro del
Paris Saint Germain con un passato nel vivaio del Pescara. Accanto a lui, però,
ci sono altri ragazzi di grandissima prospettiva.
Bryan Cristante, talento italo-canadese classe ’95, è
considerato un predestinato. Visione di gioco, piede educato e lancio
millimetrico. Sono queste le principali caratteristiche di Bryan
Cristante, regista di centrocampo dotato di tecnica sopraffina e
tempi di gioco perfetti. Nato come centrale di centrocampo, è stato ben presto
impiegato come fulcro del gioco nelle giovanili rossonere. Impossibile non
sfruttare le fantastiche doti di questo centrocampista, abile a smistare il
pallone ed in grado di dettare i tempi del gioco. Cristante predilige prendere
la palla dai difensori ed impostare lui stesso la manovra di gioco. Ne più ne
meno il gioco che fa Andrea Pirlo nella Juventus e con la Nazionale.
Cristante, per quanto il paragone con il numero 21 sia
azzardato, rappresenta un unicum nel panorama dei centrocampisti italiani.
Bravissimo palla al piede, gioca sempre a testa alta ed è in possesso di un
lancio formidabile. Cresciuto nel vivaio del Milan, verrà promosso in prima
squadra a partire da quest’estate.
Thiago Alcantara, figlio dell’ex nazionale brasiliano
Mazinho, è uno dei prodotti della cantera del Barcellona. Classe 1991, ha nella
visione di gioco e nel tocco di palla le sue migliori qualità, tanto da
spingere i media spagnoli a paragonarlo a Xavi Hernandez.
Nato in provincia di Brindisi, il giovane talento brasiliano
naturalizzato spagnolo ha scalato in fretta le gerarchie del settore giovanile
blaugrana. Dal 2009 fa parte della prima squadra, con cui ha collezionato ad
oggi 101 partite e 11 reti. Alcantara, come ha dimostrato nel corso del recente
Europeo Under21, è un centrocampista di spiccata personalità e con una visione
di gioco che solo i grandi campioni possono vantare. Gioca davanti alla difesa,
ma ama svariare lungo tutta la zona centrale del campo, inserendosi anche in area
di rigore. Destro naturale, ha una tecnica sopraffina, tanto da sembrare un
ambidestro in molte circostanze di gioco. Un carattere ed una personalità
rocciosa lo hanno portato ad essere capitano e rigorista dell’Under21 iberica,
con cui ha vinto ben due Europei di categoria.
Il dualismo con Xavi Hernandez, leggendaria stella del
calcio iberico, sembrerebbe spingere Thiago Alcantara a chiedere la cessione in
estate. Inutile dire che il suo acquisto sarebbe un innesto formidabile per
qualsiasi centrocampo.
Mateo Kovacic, talentino croato classe ’94, è stata una
delle poche note liete della scorsa stagione interista. Cressciuto nel Lask
Linz, si è fatto un “nome” in patria indossando la maglia della Dinamo
Zagabria, dove gli è stata immediatamente concessa massima fiducia. Semplice
capirne il motivo, fin dalle prime apparizioni in Serie A, Kovacic ha
dimostrato a tutti di che pasta è fatto.
Il giovane regista croato ha qualità eccelse, unite ad una
sfrontatezza che solo chi possiede grandi mezzi può vantare. Rapido ed in
possesso di una progressione davvero notevole, Kovacic ha una tecnica di base
invidiabile. Il suo dribbling, secco e preciso, aiutano le sue squadre a godere
facilmente della superiorità numerica, ponendo le basi per importanti azioni
offensive.
Uno dei suoi marchi di fabbrica, oltre a geometrie e
verticalizzazioni, sono i calci di punizione. Con la maglia della Dinamo erano
frequenti le sue trasformazioni da palla inattiva, tanto che in 43 presenze è
riuscito a collezionare ben 7 reti. Nato come trequartista, si è
progressivamente abbassato in campo, ricoprendo prima il ruolo di mezz’ala,
quindi quello di regista basso davanti alla difesa.
Tonny Trindade de Vilhena, regista classe ’95, è il più
importante prospetto del calcio olandese. Cresciuto calcisticamente nel
Feyenoord, si è ritagliato un posto da protagonista a soli 18 anni in prima
squadra. Tecnica e visione di gioco son caratteristiche che madre natura gli ha
regalato, che uniti alla sua rapidità ed alle
sue verticalizzazioni lo rendono un giocatore con caratteristiche
devastanti. In possesso di geometrie fuori dal comune, Vilhena
vede la porta molto bene ed ha un tiro da fuori efficace e preciso, che lo
rende un giocatore pronto per i maggiori campionati europei.
Punto fisso del Feyenoord di Rotterdam, è a 18 anni da poco
compiuti uno dei prospetti più interessanti del panorama calcistico
internazionale, tanto da spingere i maggiori club europei a visionarlo durante
le partite di Eredivisie e nel corso dell’Europeo Under21 in cui l’Olanda ha
ben figurato.
Emre Can, turco-tedesco classe ’94, è uno dei prodotti del
settore giovanile del Bayern Monaco. Centrocampista centrale poliedrico, unisce
doti d’impostazione ad un fisico imponente, che fa di Can un ragazzo di sicuro
avvenire. Progressivamente inserito in prima squadra, il giovane talento di
passaporto tedesco è considerato uno dei futuri protagonisti con la maglia
bavarese.
Convocato anzitempo in Under21, Can ha avuto modo di farsi
apprezzare durante il torneo appena chiusosi in Israele. L’approdo di Pep
Guardiola sulla panchina del Bayern, dicono i ben informati, ha riempito di
gioia il talentino di origini turche. Lavorando quotidianamente con il tecnico
catalano, Can conta di affinare le meravigliose qualità che madre natura gli ha
regalato.
In un calcio che fa della rapidità e dei movimenti senza
palla il suo cardine, è vitale avere un giocatore che mantenga la calma, che
sappia mettere il pallone dove vuole. Un uomo in grado di dettare i tempi del
gioco e degli inserimenti; che sappia valorizzare il lavoro di preparazione al
match fatto in allenamento. I
grandi club del Vecchio Continente l’hanno capito, la corsa “all’oro” è
cominciata.
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