Il 02 Luglio 2013 sono stati definiti i nuovi ruoli arbitrali per la stagione sportiva 2013/2014, con le relative promozioni e dismissioni. Il numero di arbitri della serie A è rimasto invariato, con due nuove immissioni e due dismissioni. Da qualche mese trapelava la notizia che i due dismessi sarebbero stati il veronese Romeo e il leccese Giannoccaro, non internazionali, ai quali il presidente dell’AIA Nicchi non ha concesso la deroga per poter dirigere per un ulteriore anno nella massima serie. Ad entrambi sono stati assegnati ruoli dirigenziali: Romeo sarà componente della commissione CAN D, che si occupa della gestione dell’organico degli arbitri di serie D, mentre a Giannoccaro è stato addirittura assegnato il ruolo di commissario CAI, commissione che si occupa della gestione dell’organico degli arbitri interregionali di Promozione ed Eccellenza. I due nuovi immessi sono il pistoiese Irrati, 34 anni, ed il bassanese Tommasi, 37 anni. Irrati è sicuramente un arbitro di prospettiva, con grandi mezzi atletico tattici, e, se si saprà ambientare con velocità nella nuova categoria, può ambire alla nomina di internazionale tra due/tre stagioni sportive. Differente il discorso per Tommasi. Il veneto è un arbitro di sicura esperienza, avendo già diretto una ventina di gare di serie A, molte delle quali antecedenti alla scissione tra CAN A e CAN B. In serie B è stato un arbitro assolutamente all’altezza, dirigendo con polso e criterio tutte le gare più delicate della stagione, non ultima la finale playoff di ritorno tra Livorno ed Empoli. Il problema, a mio parere, è di futuribilità: Tommasi non ha più né l’età né il tempo a disposizione per ambire alla carica di arbitro internazionale. Sarà un arbitro di sicuro affidamento in serie A, ma non sarà mai designato per le gare di cartello, le quali sono assegnate agli internazionali. Personalmente avrei puntato su un giovane. Sul comasco Ostinelli, che paga la non felice direzione del caldissimo Sassuolo-Livorno, oppure sul brindisino Di Bello, che è stato l’arbitro CAN B più impiegato durante la stagione in gare di serie A. A dicembre inoltre è prevista la sostituzione di Bergonzi da arbitro internazionale, in pole per la sua sostituzione troviamo Guida di Torre Annunziata, che dovrà però mettersi alle spalle una stagione ricca di bassi e con pochissimi alti. Per quanto concerne gli assistenti, l’organico si riduce di una unità: sei promozioni e sette dismissioni. Un solo “normale avvicendamento” per prestazioni poco soddisfacenti, quello di Rosi di Gubbio. Le altre dismissioni sono imputabili al raggiungimento del limite di permanenza nel ruolo per gli assistenti non internazionali, quelle di Altomare di Molfetta e Viazzi di Imperia, oppure per il raggiungimento del limite di età dove lasciano due nomi eccellenti come lo spezzino Maggiani e il livornese Niccolai, seguiti da Giordano di Caltanissetta e Rubino di Salerno. Promossi dalla CAN B, Iori, Longo, Schenone, Stallone, Tasso e Vivenzi. Una piccola curiosità: quattro dei sei promossi sono ex arbitri di Lega Pro, che sono riusciti a calarsi con efficacia nel nuovo ruolo. Gli arbitri di CAN B invece vedranno aumentare di due unità l’organico: sette promozioni a fronte di cinque dismissioni, necessità dettata dal domenicale impiego come arbitri addizionali in serie A. Domenico Messina, commissario CAN B, ha silurato il primo anno Castrignanò e gli esperti Giancola, Palazzino, Tozzi (dismesso a domanda) e Velotto. Saranno sostituiti con gli arbitri della CAN PRO proposti dal commissario Stefano Farina, il quale continua a proporre un mix di arbitri giovani (i secondi anni Chiffi e Ghersini) e arbitri esperti (Aureliano, Bruno, Maresca, Minelli e Saia). Ultimo pensiero dedicato alla nomina dei commissioni arbitri nazionali. Confermato Braschi alla CAN, Messina alla CAN B, Farina alla CAN PRO, alla CAN D al posto di Serena arriva Pacifici dalla CAI a dare continuità al progetto di crescita dei giovani arbitri, molti dei quali hanno già avuto Pacifici come commissario, mentre alla CAI come ben sappiamo è stato nominato Giannoccaro. Nicchi a mio parere non ha sbagliato con le nomine dei commissari, ma si è sbizzarrito con la nomina dei componenti delle commissioni: un rimpasto tra vecchie conoscenze che si scambiano poltrone di commissioni con pochissimi visi nuovi a portare novità. E’ il dazio da pagare per avere i voti necessari per poter essere il presidente dell’AIA. Non parlo del settore tecnico, pieno di carneadi inidonei alla formazione tecnica arbitrale. Che dire, tutto il mondo è paese. Anche nell’Associazione Italiana Arbitri.
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