La Nigeria. Per chi come me si è innamorato del calcio con i mondiali del '90 e del '94 le aquile africane rappresentano un'istituzione vera e propria. Ecco perchè ripropongo un pezzo di Elio Goka, stimato collega di Fantagazzetta.
Ufficialmente è del ’63. Secondo alcune fonti, però, non si è neanche sicuri della sua data di nascita. Chi dice sia nato nel ’62, chi nel ’64. Curioso che di Rashidi Yekini non si sia certi del momento preciso di quando è venuto al mondo (il dubbio è confortato dalle diverse date riportate sul suo passaporto e su documenti diversi esibiti alle manifestazioni sportive alle quali ha partecipato).
Come avviene nei villaggi sperduti dell’Africa nera, vicini e lontani dal petrolio e dai diamanti, la data precisa dei fatti non esiste. La vita tiene a distanza le convenzioni. A Rashidi, pure questa strana curiosità ha riservato i tratti sbiaditi del figuro che scompare tra le fitte nebbie della foresta pluviale. Come un campo di gioco, come quello di calcio, verde verdissimo, scuro come le foglie della fitta foresta nigeriana, il luogo da dove qualcosa Rashidi deve aver preso, come le più remote somiglianze. A cominciare dalla danza che una volta mostrò al mondo dopo una rete segnata con la sua nazionale.
Fu ai Campionati del Mondo negli Stati Uniti, che nel 1994 Rashidi Yekini, dopo aver segnato un goal storico per la sua nazionale di calcio, entrò dritto nella porta al seguito del pallone, aggrappandosi alla rete per dar vita a un rituale durato pochi secondi, ma che agli spettatori sembrò la preghiera felice e disperata dell’uomo che per la prima volta aveva portato il segno naturale della sua provenienza dentro i luoghi artificiali della popolarità.
Yekini, tra i migliori calciatori che la Nigeria e il calcio africano avessero mai vantato, quel giorno battezzò l’entusiasmo della sua gente e liberò il proprio, in un Mondiale dove la Nigeria sfiorò la qualificazione ai quarti di finale, eliminata da quell’Italia di Baggio, che sarebbe poi giunta in finale col Brasile.
Rashidi Yekini ha giocato in Africa e in Europa, vincendo la classifica cannonieri del campionato portoghese, con la maglia del Vitoria Setubal. Con la Nigeria ha vinto la Coppa d’Africa, nel 1994, ed è stato il più prolifico cannoniere nella storia della sua nazionale.
Soprannominato il “Toro di Kaduna”, Yekini aveva potenza e velocità, unite ad atteggiamenti fuori e dentro del campo, che non facevano mistero della sua forte religiosità. Alla fine della sua carriera, Rashidi ha deciso di ritirarsi a vita privata, rifiutando pure incarichi federali. Dopo tre matrimoni e dopo aver messo al mondo tre figli, ha iniziato, poco a poco, a non dare più notizie di sé.
È andato via all’età di 48 anni, nel maggio del 2012, ammesso che l’età della sua scomparsa sia giusta, visto che non si è sicuri di quella di nascita.
Sulla sua salute fisica e mentale sono state dette molte cose. Qualcuno pensa che sia finito dopo aver raggiunto i limiti della follia, a causa di un grave disturbo bipolare. Ma nulla è mai stato confermato. L’unica certezza è che Rashidi Yekini è sepolto a Ira, città della regione del Kwara, in Nigeria. Resta la sua preghiera nigeriana, con le labbra della sua storia rivolte oltre la rete di quel Mondiale. Certe azioni non valgono solo il goal.
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