In un tale potpourri di talenti io infilerei anche quell'Alessio Cerci che tanto bene sta facendo con la maglia granata sulle spalle.
Classe 1987, Cerci è un prodotto del settore giovanile della Roma, dove si era segnalato come un futuro campioncino. E allora per quale ragione non ha praticamente mai giocato con i giallorossi? Difficile rispondere dall'esterno, ma se dovessi scommettere punterei sul suo fumantino carattere.
I numeri di Cerci non si discutono, corsa, dribbling e tiro son di primissima categoria, così come la sua capacità di esser decisivo nei momenti che più contano. Soprannominato "la Ferrari" è facile intuire quella che è la sua caratteristica più devastante: la velocità, che non muta palla al piede.
Con Ventura si è creata un'alchimia fin dai tempi di Pisa, quando i due protagonisti del nuovo corso granata hanno sfiorato la promozione in Serie A con i toscani. Da lì Cerci ha faticato e non poco a ritagliarsi il suo spazio, vivendo magre esperienze professionali a Bergamo e Roma; e due stagioni in chiaro-scuro a Firenze. Proprio con i Viola ha messo in mostra alcuni dei suoi colpi migliori, ma il rapporto con l'ambiente non è mai decollato. Anzi, dissapori e malumori hanno portato ad un divorzio rovinoso in estate, quando il ragazzo ha lasciato l'Arno per mettere radici sulle sponde granata del Po. A Torino ne sono felici, perchè Cerci rappresenta quel giocatore di qualità che al Toro mancava dai tempi di Ferrante. Un calciatore completamente diverso, siamo tutti d'accordo, ma che permette di fare quel salto di qualità che significa una salvezza tranquilla.
E' presto per fare voli pindarici e pensare ad un Torino in grado di lottare per i vertici della classifica, siano essi l'accesso all'Europa più nobile o meno. Con Cerci non è utopia pensare ad un progetto vincente, che nel corso degli anni possa riportare il Toro a lottare con le migliori. In fondo il Napoli ha fatto un percorso simile, acquistando giovani talenti in rampa di lancio come Hamsik e Cavani. Alessio Cerci, 26 anni da compiere, potrebbe essere la giusta chioccia per i giovani Menga e Kabasele, o il giusto input per portare all'ombra della Mole quei 2-3 calciatori di qualità che permetterebbero al Toro di aspirare alla gloria.
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