Sembra giunta al capolinea l'avventura del "maestro" Zeman a Roma. Ora, l'esonero era scontato e sono mesi che lo dico. L'integralismo tattico del boemo ha fallito ancora una volta ai massimi livelli. Permettemi un fragovoroso "io l'avevo detto", perchè è da quando si vociferava il nome del boemo per la Roma che scuoto la testa. Zeman, la cui spettacolarità non è in discussione, non è un allenatore adatto a guidare una grande realtà. E' simpatico, perchè anticonformista e, soprattutto, antijuventino. Con questo sbandierato odio verso la Juventus si è costruito un personaggio limpidissimo: amato da tutta l'Italia non bianconera, odiato da tutti i fan della Vecchia Signora.
La sua carriera, da fine anni '90 ad oggi, è di fatto vissuta su questa contrapposizione, ma siamo sicuri che gli abbia fatto bene? Ponendosi come l'anti-sistema è stato sempre investito di grandi responsabilità, e le ha sempre disattese. Non sempre per colpa sua, ma quest'anno le sue colpe penso siano notevoli. La Roma è una squadra forte, con una rosa decisamente superiore alla posizione di classifica. Dovrebbe lottare per i primi tre posti, invece annaspa e, con una partita in più delle altre ed una vittoria a tavolino (sul cui esito finale non è ancora stata scritta la parola fine), si trova fuori dall'Europa. I tifosi, che si sprecavano in voli pindarici al suo arrivo a Trigoria, sono ora divisi in due fazioni. All'Olimpico appaiono striscioni pro-Zeman e cori che lo incitano ad andarsene. La società latita, con una proprietà americana che, a differenza degli emiri tanto criticati, non si fa vedere. Baldini e Sabatini sembrano due parafulmini, per una società che non esiste. Roma è una piazza difficile, solo i migliori sono riusciti a vincere, non può e non potrà mai avere un progetto ambizioso senza una società presente e capace. La stessa scelta di Zeman era stata populista ed il sottoscritto l'ha detto in tempi non sospetti.
La mia durezza verso Zeman può esser letta in tanti modi, ma oggi trovare qualcuno che lo difenda è davvero dura. Parliamo di campo, la scelta di Goicoechea è tutta sua, i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Un portiere mediocre, capace di fare 1 partita buona, 2 normali e 4 papere, preferito al portiere che ha difeso la porta dell'Olanda nella finale del Mondiale.
Una difesa, o meglio una fase difensiva, che fa acqua da tutte le parti. I singoli, per quanto buoni interpreti dei ruoli, non fanno una linea di difesa ed alcuni (Dodo su tutti) sono imbarazzanti.
Il centrocampo non fa filtro ed il caso De Rossi è emblematico dell'incapacità di gestire i grandi giocatori e, a mio avviso, saper far rendere al massimo i propri assi, adattandosi a loro.
L'attacco, che è il suo punto forte, si poggia ancor oggi su Totti, un campionissimo sul viale del tramonto. Lamela, che alterna grandi partite a epiche figuracce, è l'unico ad esser stato un pò valorizzato, perchè con Osvaldo c'è un problema al giorno e Mattia Destro è l'ombra di se stesso.
Questi sono dati, se poi qualcuno non vuole vederli perchè Zeman è "il maestro" è libero di farlo. Sparare su tutto e tutti, ed in particolare sulla Juventus ha un senso ed una logica per restare nel mondo del pallone e piacere, ma poi il campo ti smaschera. Al boemo capita ogni anno o quasi.
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