Ho trovato piuttosto singolari le dichiarazioni rilasciate da Guidolin al termine della bella vittoria contro la Sampdoria. Il tecnico dei friulani ha infatti parlato del futuro della panchina bianconera, lanciando una suggestiva ipotesi. "L'Udinese non cambierà il proprio campionato, questo è il nostro percorso e da domani ci ritufferemo subito sulla sfida con il Palermo. Sono cresciuto con la mentalità di un allenatore di una squadra che deve lottare, conta lo spirito rispetto alla presenza di alcuni e alla presenza di altri. Non dobbiamo fare il passo più lungo della gamba e non dobbiamo nasconderci, oggi avevo recuperato alcuni giocatori importanti ma questo atteggiamento dobbiamo mostrarlo sempre. Di Natale? Sarebbe un piacere per me lasciargli il testimone in futuro, ancora una volta ha dimostrato le sue qualità e la sua classe, si è sacrificato tanto per la squadra". Per ora Di Natale non ha alcuna intenzione di appendere le scarpe al chiodo, ma l'ipotesi sarebbe davvero bella. Più volte il giocatore ha detto che il suo futuro sarà ad Udine, dove ha ormai preso casa e trascorrerà la sua vita. E allora quale situazione migliore ad una guida tecnica? Totò di calcio ne capisce, è intelligente ed una persona di grande classe e compostezza. Sarebbe un ottimo sponsor per il calcio e potrebbe dare tantissimo ai giovani dell'Udinese. E' chiaro che andrebbe valutata la sua capacità di guidare dalla panchina, ma Montella, Mihajlovic, Conte e Mancini hanno dimostrato e stanno ribadendo che un grande giocatore può essere anche un fuoriclasse fuori dal campo.
Ad Udine per ora non ci pensano, ma Guidolin ha fatto un gran bell'assist alla società e alla piazza di Udine, dove la politica societaria non è mai cambiata: largo ai giovani talenti. Un uomo d'esperienza può solo fare bene al nostro calcio, ma non voglio ancora pensarci. Forse con troppa superficialità, non sono mai stato un grande sponsor del folletto campano. Mi sbagliavo, perchè siamo di fronte ad un grandissimo. Di Natale è come il whiskey, più invecchia e più diventa pregiato. Novantotto goal in tre anni e qualche mese sono una cifra mostruosa, realizzabile solo da un fuoriclasse. Con il rifiuto alla Juventus si è chiuso il cerchio di una bella favola, una storia d'amore fra il ragazzo di Napoli e la città di Udine, che lo ha adottato e dovrebbe sempre ringraziarlo, per le emozioni, le gioie e i risultati che la squadra ha raggiunto, quando ad indossare la fascia di capitano è stato un folletto di 170 centimetri.
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