Il Genoa è tornato. Si potrebbe dire questo dopo la grande prova di San Siro, terminata con un pari del tutto meritato per gli uomini di Del Neri. Dopo settimane di gioco apatico e occasioni mancate, ecco il riscatto.
Frey non ha sbagliato un colpo, facendosi trafiggere solo da un bel colpo di testa di Cambiasso. La difesa ha retto benissimo l'urto con il tridente nerazzurro, tanto che non si ricordano colossali occasioni da goal per gli avanti dell'Inter. Granqvist, lo dico da settimane, è imprescindibile; accanto a lui si deve costruire la retroguardia del futuro, che dovrebbe poter contare su un buon terzino come Eros Pisano.
A centrocampo è tornato un grandissimo, immenso Kucka. Credo che per il ragazzone ceco siano valse molto le motivazioni psicologiche, volendosi prendere una rivincita su Moratti e Branca, che lo avevano sedotto e abbandonato nelle recenti sessioni di mercato. Intorno al muscolare mediano, alcuni giovani di prospettiva come Bertolacci (classe '91) e Piscitella ('93), ed esperti "marinai" come Vargas e Marco Rossi.
Finalmente il Genoa ha trovato l'orgoglio e ha ritrovato gioco e compattezza, anche grazie a Ciro Immobile. L'attaccante campano ha trovato il goal e, soprattutto, grandi giocate. La rivincita sulla curva genoana, eccessiva ma da capire, è lo sfogo di un ragazzo che ha fame di goal e di gloria. I contrasti fra Borriello e la società potrebbero agevolare l'esplosione dell'ariete scuola Juve, sul quale si deve puntare. Immobile ha tutto: testa, grinta, tiro, corsa e personalità. Del Neri deve insistere su di lui e non deve commettere l'errore di relegarlo in secondo piano ora che a Pegli arriverà Floro Flores.
Il Genoa è stato bello e divertente, compatto e quadrato, cinico e spietato. Per salvarsi la strada è questa, con lo spirito di Milano il traguardo è assolutamente possibile, anzi, probabile.
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