Sui giornali, quando si parla del Chelsea, viene spesso tralasciato in secondo piano il nome di Oscar. Si parla di Lampard, Terry, Mata o Fernando Torres, ma il vero fuoriclasse dei londinesi è questo ragazzino brasiliano classe 1991.
Oscar dos Santos Emboaba Júnior, o più semplicemente Oscar, è nato ad Americana il 9 settembre 1991. Non bisogna farsi ingannare dal suo sguardo dolce e dalle orecchie un pò a sventola, il ragazzo carioca si trasforma quando mette gli scarpini. Diventa un leader, capace di giocate fuori dal comune e goal decisivi. Come nella finale del Mondiale Under20, vinto ai supplementari con il Portogallo grazie ad un fantastico hattrick del numero dieci.
Nonostante i 31 milioni di euro spesi dai londinesi, l'acquisto di Oscar passa leggermente sotto traccia in Inghilterra, dove son tutti concentrati a venerare in talentino belga Eden Hazard, arrivato dal Lille. Il ragazzo non ne risente e indossa una maglia pesantissima, la numero 11 di Didier Drogba. L'inserimento in squadra è tanto facile quanto veloce, ed Oscar diventa nel giro di pochi match una colonna portante per il Chelsea. Hazard e Mata, non proprio gli ultimi arrivati, giocano ai suoi lati, componendo un trio di trequartisti meraviglioso alle spalle del "Nino" Torres.
Testa alta e nessuna paura, il brasiliano si presenta all'Europa che conta con una doppietta meravigliosa alla Juventus. Dapprima beffa Buffon con un destro dal limite, quindi lo lascia di stucco con un tiro a giro che ai nostalgici tifosi della Juventus ha ricordato tanto un goal "alla Del Piero". In molti si sono stupiti ed il suo nome ha iniziato a circolare sulla bocca di tutti, ma io non mi sono affatto sorpreso. Dopo averlo visto al Mondiale Under20 e all'Olimpiade, ero sicuro che questo ragazzo avrebbe fatto strada. Pensavo ci mettesse più tempo a imporsi in Premier League, un campionato dove i sudamericani faticano di più rispetto a Liga e Serie A. Ma Oscar è un fuoriclasse, e come tale ha messo a tacere anche i pochissimi dubbi che aleggiavano nella mia mente.
La sua scheda, su Generazione di Talenti, recita: "Proprio la sua maturità, la sua professionalità e i modi gentili hanno avvalorato l’accostamento a Kakà, al quale ha sempre ammesso di ispirarsi anche in campo. Movenze eleganti, grande visione di gioco e tecnica sopraffina, abbinata ad una duttilità e ad un’intelligenza tattica che lo hanno portato ad esser impiegato, con ottimi risultati, anche da interno, da esterno sinistro di centrocampo e da seconda punta. Oscar nasce trequartista ma potrebbe trovare la sua dimensione ideale da mezzala. Ha un’innata predisposizione all’assist ma la sua dote principale è probabilmente il tiro, forte e preciso, temibile sia dalla media che dalla lunga distanza". Ma non sono d'accordo.
Oscar è più tecnico di Kakà e meno devastante in progressione, se vogliamo paragonarlo ad un asso brasiliano, allora, potremmo avvicinarlo a Zico. Tecnica eccellente, visione di gioco e predisposizione all'assist lo rendono simile al campione ex Udinese, rispetto al quale deve ancora crescere molto in zona goal. Fisicamente è ben strutturato, anche se un pò di massa muscolare lo aiuterebbe a tener botta con i difensori più duri.
La sua collocazione tattica ideale è quella di trequartista, libero di svariare su tutto il fronte offensivo. Riciclarlo mezzala sarebbe una follia, sia tatticamente per la squadra che per Oscar come giocatore. E' imprevedibile e capace di risolvere una partita nel giro di pochi istanti con un solo colpo di genio. Il suo talento è destinato a brillare per molti anni e non mi stupirei se nel giro di 4-5 anni diventasse un serissimo candidato al Pallone d'oro.
0 comments:
Posta un commento