Sono felice di presentare una nuova partnership con un blog bello, interessante e pieno di iniziative. Il blog in questione, per chi non lo sapesse, è
Sciabolata Morbida. Spazio a cura di Francesco Federico Pagani, offre una bella retrospettiva sul calcio giovanile, quello che tutti gli amici di Esperto di Calcio amano tanto quanto le gesta dei campioni più affermati. L'essenza nel calcio sta nella gioia e nel divertimento di tutti i ragazzi, dai sei ai quarant'anni. Francesco ha deciso di racchiudere questa gioia in un libro, che parla di alcuni giovani talenti, che con sacrificio e passione cercano di emergere nel difficile mondo dello sport.
Esperto di Calcio ha incontrato Francesco e lo ha intervistato, per dare la giusta visibilità ad un libro che costa poco (0,99 centesimi) e vale molto:
La carica dei 201.
In esclusiva, quindi, vi presento Francesco.
Ciao Francesco, raccontaci un pò. Chi sei, cosa fai nella vita?
Ciao a tutti. Da sempre appassionato di calcio e affascinato dalla “parola”, ho passato l'infanzia a divorare giornali e riviste specializzate.
Cinque anni fa ho quindi deciso di unire queste due passioni, concretizzandole in un blog: Sciabolata Morbida. Ci ho versato litri di inchiostro (virtuale) e profuso grandi sforzi, venendo comunque ripagato da molti complimenti di lettori e “gente del settore”.
Da circa tre anni, poi, faccio il giornalista in una televisione locale del varesotto.
Fondamentalmente sono due i sogni che ho nella vita: dilettarmi con il giornalismo. E perché no con lo scouting.
Perchè hai scelto di seguire i giovani talenti, cos'ha mosso questa scelta?
Credo sia andata più o meno così: la passione per il calcio è cresciuta con e dentro di me. Ad un certo punto della mia crescita ho iniziato a seguire, in maniera del tutto spontanea, l'under 21. Credo che a spingermi sia stato il gusto di vedere “in anticipo” i campioni del domani.
Così fin da tenerissima età (sono nato nell'85 e ricordo nitidamente di aver visto la finale dell'Europeo under21 del '94 contro il Portogallo, risolta da Orlandini) ho iniziato a seguire i giovani e, in qualche modo, a fare scouting. Tra i compagni di scuola, certo.
Da lì è stata un'escalation. Diventato grandicello ho iniziato a prendere anche più consapevolezza del mondo del calcio e mi sono spinto anche oltre l'under 21.
Ad esempio, mi resterà sempre nel cuore il Mondiale under 17 del 2009, dove i ragazzi della classe '92 guidata da Pasquale Salerno uscirono immeritatamente contro la Svizzera poi Campione del Mondo. O il XVIII Torneo Nacional Alevín de Fútbol 7 del 2011, che mi diede la possibilità di veder giocare ragazzi(ni) di solo una dozzina d'anni...
Quando hai pensato di scrivere un libro sui migliori giovani del calcio mondiale?
L'idea è nata l'anno scorso, quando un amico si imbatté in una lista riguardante i presunti “cinquanta migliori under 20 al mondo”.
La cosa mi stuzzicò molto.
Dato che sul mio blog avevo da tempo attiva una rubrica – molto apprezzata, devo dire – chiamata “Stars of the future” ci dormii su. Al risveglio l'illuminazione: avrei raccolto una serie di schede di giovani talenti in un libro.
Va detto che da sempre avevo in testa di provare, un giorno, a pubblicare qualcosa. E ho ritenuto che questa potesse essere l'idea giusta per cominciare.
Come mai proprio 201, è un numero che nasconde qualche simbolismo?
Quando ho iniziato a scrivere il libro, sinceramente, non avevo bene in mente che struttura gli avrei dato. Sono partito senza darmi, almeno inizialmente, un vero e proprio obiettivo.
Per scrivere un libro del genere non ci si può però basare solo sui nomi, bisogna soprattutto guardare molte partite. Fare del vero e proprio scouting, anche se non finalizzato alla procura o all'acquisizione di un giocatore. Il che ti porta a trovare in continuazione giocatori nuovi, degni di considerazione.
Così pensando al titolo mi è subito venuta in mente la “Carica dei 101”, famosissimo cartoon Disney. Ho quindi deciso di giocare con esso e continuare a sfogare la mia passione per lo scouting.
Non nascondo che è stato davvero un lavoro enorme. E che nel farlo mi sono dovuto dare un limite. Finendo così per escludere tanti ragazzi meritevolissimi, per un motivo o per l'altro. Ma attenzione: volerli schedare tutti significherebbe non porsi un limite. E quindi, non poter arrivare mai al momento della pubblicazione!
Questa è anche implicitamente la risposta ai tanti che mi hanno già – giustamente – scritto “avrei messo anche...”.
Sei legato a qualche ragazzo in particolare?
Sicuramente sì.
Sono legato, ad esempio, ai classe '93 francesi. Giocatori che ho visto giocare molte volte quando ancora non erano per nulla conosciuti e che sponsorizzo da sempre. Varane, Digne, Kondogbia, Sanogo e quel Pogba di cui l'anno scorso si sono accorti tutti anche in Italia (e di cui io parlai sul mio blog già mesi prima del suo arrivo alla Juventus).
Per non dire dei ragazzini che scoprii al già citato XVIII Torneo Nacional Alevín de Fútbol 7, come Javi Moreno (nome che farà accapponare la pelle dei milanisti), Brahim o Obama.
Ma anche i giocatori più esotici, come l'honduregno Lacayo, l'iraniano Jahanbakhsh o il malesiano Faiz occupano un posto particolare nel mio cuore, avendoli scoperti un po' per caso andando proprio alla ricerca di qualcosa di “non convenzionale”.
Menzione speciale per giocatori come Jedvaj e Iturbe: quando li schedai non erano ancora vicini all'arrivo in Italia.
Chiudo, legandomi ad Iturbe, con un nome in particolare che per ovvi motivi non è contenuto nel libro ma merita di essere citato: Sean Sogliano. Questo, ragazzi, è un dirigente che di calcio ne capisce come pochi. Se in Italia mettessimo sempre al centro il “merito” sarebbe già, con tutto il rispetto per il Verona, in una grande squadra.
Se dovessi scommettere su tre giovani, su chi punteresti?
Dire Pogba, Varane o Draxler sarebbe troppo facile, essendo tre ragazzi che giocano già stabilmente ad alto livello.
Nel contempo scommettere su chi ancora non si è imposto diventa sì più stuzzicante, ma anche molto più rischioso.
Per rispondere alla tua domanda, però, ti do tre nomi e ti spiego rapidamente il mio punto di vista: Bakkali, Meyer e Zouma.
I primi due sono ragazzi dal talento innato, con una capacità di controllo e gestione della sfera oltre che di rapidità davvero rara. Di contro sono però limitati da un fisico molto minuto. E ben sappiamo come i giocatori di questo tipo possano faticare ad imporsi. Entrambi, comunque, hanno i numeri per farlo.
Zouma invece è un difensore roccioso contro cui non vorrei mai scontrarmi. Ha alcuni limiti comunque limabili, ma con un potenziale fisico-atletico come il suo (esattamente al contrario dei due succitati) ha molte probabilità di “arrivare”.
Dei 201 recensiti, quanti sfonderanno davvero e chi rischia maggiormente di perdersi per strada?
Alla prima parte di questa domanda è praticamente impossibile rispondere.
Io, ci tengo a sottolinearlo, non ho voluto raccogliere i giovani più promettenti (bisognerebbe conoscere TUTTI i giovani che sognano un futuro da campioni) quanto dei ragazzi che pensavo fossero meritevoli, per le motivazioni più svariate, di essere raccontati.
Definire quanti potranno sfondare è impossibile. Nella crescita di un calciatore influiscono sempre miriadi di fattori, spesso nemmeno prevedibili.
Venendo a chi rischia di perdersi per strada, penso, per lo stesso motivo, di doverti rispondere con un “tutti”. Perché, tranne forse chi ormai è già ad alto livello, tutti gli altri potrebbero non farcela.
Ci parli un pò del paese più rappresentato nei tuoi 201 profili?
Sinceramente non mi sono preoccupato troppo di quale potesse essere il paese più rappresentato ma, va da sé, ci sono aree che anche solo per questioni di “accesso” vedono la presenza di più calciatori. In questo senso, ovviamente, mi riferisco ad Europa (Inghilterra, Spagna, Francia e Germania su tutte, chiaro) e Sud America.
Logico che reperire partite di calcio giovanile riguardanti altre zone del mondo è molto difficile. Però ci ho provato, e mi soffermerei un po' su questi paesi.
Ad esempio Giappone, Australia e l'accoppiata Stati Uniti – Messico. Quattro paesi in cui negli ultimi anni il calcio è cresciuto molto (seguendo volontà precise che hanno lavorato anche in senso “politico” per questo). E i frutti sembra che stiano arrivando.
Scarsa tradizione calcistica, ma tantissima voglia di fare. I nomi appuntati sono tutti, chi più chi meno, interessanti anche per l'Europa.
Un piccolo appunto mi permetto di farmelo da solo: avrei forse dovuto dare più spazio ad un paese in crescita rapidissima, come il Belgio. Che comunque è discretamente ben rappresentato da giocatori come Thorgan Hazard e Romelu Lukaku.
Il movimento giovanile italiano è destinato a tornare florido come un tempo?
E' tutta una questione politica. Di politica sportiva, evidentemente.
La sensazione, da non propriamente addetto ai lavori, è che in Italia si sia persa, anche in questo campo, la voglia di lavorare bene.
Si pensa più al profitto che non alla crescita tecnico-tattica di un ragazzo. E così il livello medio dei nostri campionati si è abbassato molto negli ultimi due decenni.
Cosa serve quindi per fare in modo che il nostro movimento giovanile torni ad essere florido?
Invertire la rotta proprio da un punto di vista della politica sportiva. Tornare ad investire davvero nei nostri settori giovanili e soprattutto nei nostri giovani. Costruire degli uomini e dei calciatori completi, non solo dei ragazzotti che sappiano, in qualche modo, stare in campo.
Quindi, “destinato” no. Da nessuna parte è scritto che l'Italia debba continuare ad essere una potenza, economica come calcistica. In entrambi i casi ci vuole la volontà da parte di tutti di lavorare affinché ciò accada.
Una volontà che ripeto, ahimè, non noto nel nostro Belpaese.
Quali sono i nostri giovani più promettenti?
Qualcuno l'ho ovviamente recensito all'intero de La carica dei 201, quindi evito di svelare troppo a chi ancora non ha letto il libro onde evitare il pericolo spoiler.
Ricollegandomi alla domanda precedente, però, sono più preoccupato di capire come questi ragazzi (ed altri, che per motivi di spazio non ho inserito) saranno cresciuti.
Purtroppo l'impressione è che oggi già a quindici-sedici anni ci si senta arrivati quando si indossano maglie (di settori giovanili) importanti.
Sbagliato. Quello è un semplice punto di partenza. Serve ricostruire nei ragazzi una cultura del lavoro e del sacrificio, perché nulla viene per diritto divino (ed in un mondo globalizzato in cui il livello dei paesi con scarsa tradizione calcistica si sta elevando non basta certo nascere in Italia per essere superiore agli altri). E poi tornare a formare a tutto tondo i calciatori. Lavorare per esaltare le peculiarità di ognuno, non limitarsi a costruire, come dicevo, ragazzotti che tengano il campo dignitosamente.
Chiusura con mattia destro, universalmente riconosciuto (da don balon in primis) come uno dei migliori giovani. tornerà ai livelli di prima?
Io personalmente non amo le “classifiche” quando si parla di giovani proprio perché lasciano il tempo che trovano.
Come dicevo in una delle risposte precedenti le variabili sono così tante che anche il talento più puro può finire con il “non arrivare”.
Venendo a Destro, credo sia un calciatore di buona qualità, ma non sono affatto convinto possa avere i numeri per essere un cosiddetto “top player”.
In più, avendolo potuto osservare anche da vicino in alcune occasioni quando indossava la maglia dell'under21, mi sembra un ragazzo che debba sentire grande fiducia attorno a sé, per provare a fare bene.
Ma ripeto, i risultati arrivano quando lotti e ti sacrifichi. Nulla è dovuto a nessuno. Mattia dovrà essere bravo a rimettersi in gioco, chinare la testa e dare tutto, se vuole mantenere le promesse fatte in gioventù.
Grazie mille Francesco.
Grazie a voi, è stato un piacere.