''Carlos Valderrama ha i piedi storti, e la stortura gli serve per per nascondere meglio il pallone'' [Eduardo Galeano]
Figlio dell'omonimo Carlos Jaricho, professore di matematica, e di Juana Palacio, El Pibe (soprannome coniato proprio dal babbo), ritiratosi ufficialmente dal calcio giocato nel 2004, a 30 anni era già nell'olimpo del pallone.
CAFE y PASTELES - Carlos Alberto Valderrama Palacio nasce baciato dal Mar dei Caraibi e dal sole di Santa Marta, dove i narcos possono concedersi una meritata siesta all'ombra del Juan Valdez Cafè, tra un pasticcino alcolico ed un affogato al caffè. Cliché a parte, il colombiano ed i suoi nove fratelli respirano calcio fin dalla tenera età, poiché sia il padre che il cugino furono entrambi professionisti, senza mai sfondare del tutto, a differenza del crack de rizo dorado.
YOUNG WILD & FREE - Dopo due anni di giovanili, l'Unión Magdalena lo fa esordire il 15 marzo 1981 nel massimo campionato colombiano, impiegherà 5 mesi per segnare il primo gol col ciclón bananero. Nonostante la giovane età, l'effige valderramiana appare già baffuta, bionda e pettinata afro: è il grido di battaglia di un ragazzo che, compiuti i diciotto, si sente finalmente 'libero', anche di poter portare a spasso la zazzera come meglio crede. Gli inizi sono stentati, Carlos è il pupillo del tecnico Perfecto Rodriguez, gioca molto ma incide poco e l'Unión fatica ad imporsi. Dopo tre anni Valderrama strega Bogotà ed approda ai Millonarios per 10 milioni di pesos, il Pibe gode ancora una volta della fiducia del tecnico, ha molte occasioni di mettersi in luce ma stecca anche il secondo banco di prova; la Capitale è fredda, caotica e tutti gli occhi sono puntati sull'eccentrico diez, che dopo un anno fa le valigie in direzione Cali.
SUDAMERICANO DELL'ANNO - Per assicurarsi le prestazioni del Pibe, il Deportivo Cali paga ai Millonarios la stessa cifra sborsata da quest'ultimi all'Union Magdalena, ma stavolta Valderrama non tradisce le aspettative. Allenato dallo slavo Vladimir Popović e coadiuvato dal compagno Bernardo Redín, con cui l'intesa sarà ai livelli della coppia Hutton-Becker, Carlos colleziona nel solo anno d'esordio 48 presenze e 13 gol, resterà un record nella sua carriera. Coi verdiblancos arriverà secondo in campionato riconquistando l'accesso alla Copa Libertadores, senza tuttavia vincere alcun trofeo se non il premio come miglior sudamericano dell'anno nel 1987: gli aprirà le porte del calcio europeo.
EUROPA AMARA - Correva l'anno 1988, non sappiamo se Louis Nicollin abbia voluto le Roi de Colombie per la capigliatura o per l'effettiva abilità sul terreno di gioco, viste le foto che hanno accompagnato il recente trionfo dei bluarancioni in Ligue 1, sta di fatto che Valderrama non s'adatterà mai al calcio europeo, troppo dinamico e fisico per un playmaker che ha sempre disdegnato la fase difensiva e la corsa. Dopo 91 presenze e 4 gol nel triennio francese, El Pibe ci riprova in Spagna seguendo Maturana (c.t. colombiano a Italia '90 ed Usa '94) ed Higuita al Valladolid, ma al Pucela metterà una pietra sopra l'esperienza europea con l'ennesimo flop.
VALDERRAMA, 10, CAPITANO - Adorato da un'intera nazione e da innumerevoli generazioni che gli dedicano stima e murales, Valderrama gioca cinque Copa América e tre Mondiali con la sua Colombia, tutti da capitano. Dall'ottobre 1985 al congedo di Francia '98 le presenze fanno 111, impreziosite da 11 reti e piogge di assist. A Italia '90 Valderrama segna il 2-0 agli Emirati Arabi al Dall'Ara, non può nulla contro la Jugoslavia ma dà il meglio di sé nell'ultima e decisiva partita del girone contro la Germania Ovest, servendo a Freddy Rincon l'assist che permise ai cafeteros di pareggiare l'iniziale vantaggio di Littbarski. Al San Paolo di Napoli l'ottavo di finale fra sorprese viene vinto dal Camerun di Roger Milla (compagno di squadra al Montpellier), giustiziere della Colombia di Maturana aiutato (anche) dalla sciagurata uscita palla al piede di Higuita; pochi sanno che il Gullit biondo consegnò al portiere, divenuto celebre per lo scorpione, un video sul bomber camerunense per studiarne movimenti ed abitutini. Se il Mondiale di Francia fu canto del cigno (ma l'assist non mancò), ad Usa '94 andò in scena il Mondiale del terrore.
GRAZIE PER L'AUTOGOL - Tutti conoscono la storia di Andrés Escobar, ma per capire a fondo l'avventura gialloblu a pochi passi da casa, occorre partire dal 18 febbraio 1994, amichevole Svezia-Colombia: il ginocchio di Valderrama ha un movimento innaturale e fa crac, mettendone a rischio la partecipazione all'imminente Mondiale. Nonostante l'intervento chirurgico e la poca convalescenza, El Pibe sarà regolarmente in campo il 18 giugno a Pasadena contro la Romania (vinceranno gli europei 3-1) davanti a 90'000 occhi tutti per lui. C'è da dire che la Colombia arrivò al Mondiale d'America con molte aspettative, in patria e non solo in parecchi erano pronti a scommettere sull'eventuale trionfo della spedizione cafetera, che si squagliò alle prime difficoltà anche a causa dell'eccessiva presunzione. Gli Usa condannano il team di Maturana vincendo 2-1, il tecnico è vittima di minacce di morte prima della gara ed è costretto a lasciare in panchina Gabriel Barabba Gomez dopo un fax da Medellin ricevuto in hotel due ore prima del fischio d'inizio. La sconfitta contro i padroni di casa fomentò il malcontento di qualche narcotrafficante del Cartello, che evidentemente sulla vittoria colombiana aveva scommesso davvero, si rincorrono anche voci sul fatto che Escobar avesse venduto la partita agli Stati Uniti, prontamente smentite dal capitano: 'E' una vera infamia, una menzogna! Andreas era pulito'.
SKILLS & PASSES - A proposito di narcos e Cartello, Valderrama fa ritorno in patria con l'Indipendente Medellin e l'Atlético Junior, con cui vince (un po' a sorpresa) due volte il campionato, e torna ad essere dopo 5 anni il miglior calciatore sudamericano nel 1993. Poi, stuzzicato dal progetto e dai dollari a stelle e strisce si trasferisce nella Major League Soccer: sui campi segnati dalle yard e prestati dall'NFL si traveste da quarterback felpato sfornando 114 assist (sì, avete letto bene) tra Tampa Bay, Miami Fusion e Colorado Rapids. La gente l'adora, i bambini sugli spalti si fanno fotografare con parrucche bionde afro, semplicemente MVP.
TITOLI DI CODA - Appesi al chiodo i magici scarpini a 41 anni, sposato col suo primo amore Claribeth Albán dalla quale ha avuto 6 figli (più qualche illegittimo da aitanti giornaliste colombiane ed altri cresciuti presumibilmente a ciambelle e fast food), è diventato assistente allenatore dell'Atletico Junior nel maggio 2007 e durante una partita, dopo un rigore dubbio concesso agli avversari, Valderrama si dirige verso il fischietto con in mano un biglietto da 50'000 pesos (circa 17 €), fomentando i successivi incidenti allo stadio Barranquilla di Bogotá (20 arresti e decine di feriti). El Pibe, espulso dall' arbitro Ruiz, si rifiutò persino di lasciare il terreno di gioco.
Esponente di spicco della categoria 'numeri 10 per vocazione', ormai in via d'estinzione, Valderrama si gode la statua che ne ritrae lineamenti e chioma davanti all'Estadio Eduardo Santos di Santa Marta; El Pibe è l'orchidea tra la gramigna, il lento tra le salse, l'afro-leonino baffuto tra tatuati e gel, è il mariachi tra i deejay e puntinista tra i futuristi del pallone che troppo spesso prediligono muscoli e fisicità a discapito della poesia slow-foot di certe pennellate dal sapore vintage; poveri loro, non sanno cosa si sono persi...
Alan Bisio - per Fantagazzetta.com
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