Jens Lehmann è stato uno di quei portieri sopravvalutati. Cresciuto all'ombra di Oliver Kahn, l'estremo difensore di Essen ha lasciato pochi buoni ricordi nel Bel Paese. Volevo scrivere su di lui, per descrivere quanto sia stato imprevedibile ed inspiegbaile. Ma la sua storia era già stata raccontata in modo esaustivo, con ricerche più apprfondite di quelle che avrei fatto io. Ecco perchè Esperto di Calcio, impreziosendo il pezzo di Alan con video e foto, fa un applauso al redattore di Fantagazzetta, amico e collega.
Conosciuto al grande pubblico come Mad Jens o The Crazy, il portiere tedesco Jens Gerhard Lehmann è stato una meteora in Italia, venendo ricordato con non troppi rimpianti dai tifosi del Milan. Capello crespo e sorriso d'ordinanza, l'estremo difensore è nato il 10 novembre '69 nella siderurgica Essen, nel cuore della Ruhr bene.
Potrei raccontarvi di quella volta che con lo Schalke parò il rigore a Zamorano nella finale di ritorno di Coppa Uefa '97 e poi ipnotizzò anche Winter (così almeno dice lui), prima d'alzare il trofeo. Potrei dirvi che fa parte degli Invincibles Gunners datati 2003/2004 o che detiene tutt'ora il record d'imbattibilità in Champions League, 853 minuti nella stagione 2005/2006, quando neutralizzò tuffandosi sulla sinistra il penalty Riquelme nella semifinale al Madrigal, nonostante Henry consigliasse di restare fermo al centro della porta. Jens ha sempre avuto un buon rapporto coi tiri dagli undici metri, come ai quarti di finale del Mondiale 2006, quando la lotteria con l'Argentina spedì il Mannschaft di Klinsmann in pasto alle fatality di Grosso e Del Piero. La storia di quei rigori berlinesi, raccontata accuratamente da Kuper e Szymanski nel libro 'Calcionomica' (Isbn, 367 pagg.), parla di un foglietto conservato nei parastinchi di Jens, scritto su carta da lettere di un albergo dal preparatore dei portieri Andreas Köpke (chiedere a Zola per info); il contenuto? La lista dei potenziali rigoristi dell'albiceleste, da Crespo ("rincorsa lunga/destra, rincorsa breve/sinistra"), ad Ayala ("aspetta molto, rincorsa lunga destra), a Leo Messi (sinistra). Azzeccata la profezia su Ayala, il quarto argentino al cospetto di Lehmann è il nerazzurro Cambiasso, il portierone scruta il foglietto, stropicciato, confuso, scritto a matita, Cambiasso non c'è, ma sospetta qualcosa ('cosa sanno di me?'). Lehmann sta bluffando da consumato pokerista ed intercetta la conclusione del Cuchu, poco sereno al momento del tiro, che si dispera. Il resto è rissa sfiorata e Seven Nation Army qualche giorno più tardi... ma v'eravate accorti del calcione a Gilardino?
MR MAD - Estremo difensore dotato di buoni riflessi, Lehmann fa delle uscite alte, talvolta acrobatiche, il suo punto di forza; tuttavia non siamo qui per esaltare le doti tra i pali di Mad Jens, quanto per raccontarne stravaganze e follie. Gli otto cartellini gialli collezionati con l'Arsenal nella stagione 2006/2007 sono un record per un portiere ma, fidatevi, non è questo il punto. "Lehmann is the Mr Mad of the goalkeeper society" per il Daily Mail, la folle risposta tedesca al boring, boring Arsenal cantato dai tifosi ospiti nel leggendario Highbury. I colpi proibiti, ridicoli e non, con l'ivoriano Drogba, sono un cult d'oltremanica, ma la pazza storia di Lehmann parte in Germania 24 anni fa coi minatori di Gelsenkirchen. 16 ottobre 1993, il Leverkusen rifila 3 gol in 27' al povero Lehmann e l'allenatore, Jorg Berger, lo toglie a fine primo tempo (finirà 5-1); Lehmann resta negli spogliatoi, si fa la doccia e torna a casa, da solo, in tram: la bravata gli costerà dieci turni d'esilio dal campo.
VEDO ROSSO... NERO - Dopo aver segnato il primo gol in Budesliga (su rigore) al Monaco 1860 nel 1995, aver bissato due anni più tardi, di testa, nel derby contro il Dortmund divenendo il primo portiere della storia tedesca a segnare su azione ed aver vinto la Uefa dello stesso anno a San Siro contro l'Inter, Jens attira l'attenzione del Diavolo, affascinato (eccessivamente?) dal carnefice degli odiati cugini. La parabola del teutonico in rossonero s'esaurisce presto, poiché il 26 settembre 1998 Batistuta gli fa assaggiare l'Italia a colpi di mitra (con la complicità di Costacurta), Lehmann aiuta Batigol a confezionare la personale tripletta raccogliendo con le mani un retropassaggio di Costacurta. A gennaio Jens fa le valigie e torna in Germania: "Non ne potevo più, al Milan la situazione era diventata intollerabile... a Zaccheroni mancava la forza d'impormi quale numero uno contro il partito degli italiani, che spingeva per Sebastiano Rossi".
NEMICO UNA VOLTA, NEMICO SEMPRE - Dopo la deludente esperienza in rossonero Lehmann torna in Germania al Borussia Dormund, agguerrito rivale dello Schalke; e pensare che il portiere dagli occhi blu aveva dichiarato, qualche mese prima: 'meglio giocare con lo Schalke in Serie B che andare al Dortmund'. L'accoglienza dei tifosi al pazzo Jens è tutt'altro che echte liebe (vero amore), tant'è che al Westfalenstadion uno striscione recita 'Once the enemy, always the enemy'. In giallonero Lehmann vince una Bundesliga nel 2002, perde una finale di Uefa (contro il Feyenoord) e sempre nello stesso anno stabilisce il record di rossi in Bundesliga per un portiere: ben 5, tra una tirata di capelli a Timo Lange, un calcione a Coulibaly ed una corsa di 35 metri per insultare con veemenza il compagno Marcio Amoroso. Il vero guaio, a Dortmund, Lehman lo combina fuori dal campo, conoscendo e sposando Conny (dalla quale avrà due figli, Matse Lieselotta), la ragazza di Knut Reinhardt, leggenda del Borussia appena ceduto al Norimberga, che all'epoca la prese bene, pensando di lasciare il calcio.
IDOLO GUNNERS - A Londra Jens vince la Premier alla sua prima stagione inglese, rischiando grosso all'ultima giornata nel derby col Tottenham, quando, sul finire del match con l'Arsenal avanti 2-1, spinge in area di rigore Robbie Keane: rigore, giallo e 2-2 finale, Arsenal campione d'Inghilterra, ma a Wenger sorgono i primi dubbi. La stagione successiva inizia la storica rivalità (almeno quanto quella col connazionale Oliver Kahn) con l'iberico Almunia, tra qualche giallo per simulazione e perdite di tempo al limite del comico, Jens è titolare a intermittenza, i Gunners nel frattempo mettono in bacheca una FA Cup (Lehmann para il rigore decisivo a Paul Scholes) ed una Community Shield, mentre nel 2006, dopo il rigore parato a Riquelme, Lehmann saluta la finale di Parigi (vincerà il Barça) dopo soli 18 minuti, espulso (anche questa, una prima volta nella storia) per un fallo su Eto'o, bye bye Champions. Il 4 maggio 2008 Wenger concede la standig ovation all'idolo Lehmann, in partenza in estate, facendolo entrare negli ultimi 20' nell'ultima gara stagionale contro l'Everton, non succede proprio a tutti.
SCARPE E PIPI' - Tornato in patria l'aspetta lo Stoccarda, dove dà il peggio di sé; il repertorio va dal tentato omicidio in gamba tesa a Puyol (con Ibra che si vendica apostrofandolo ripetutamente 'puto'), al siparietto con un raccattapalle coraggioso di Hannover, a qualche gita fuori-porta, all'impellente bisogno di fare pipì contro l'Unirea Urziceni in Champions (con tanto di scrollata con guantoni), alla sospensione per essersi recato all'Oktoberfest senza permesso, ai rimproveri a Subotic dopo una violenta gomitata ("In 20 anni nessuno è riuscito a rompere la mia mascella o a toccarmi un dente, ma questa volta ci è andato vicino; se avessi fatto qualcosa di simile mi avrebbero vietato di giocare per 8 settimane. Non ho idea di quello che passi per la testa a queste persone”). Gli episodi più gustosi, però, ve li racconto ora: 14 settembre 2009, Stoccarda in vantaggio 1-0 contro il Mainz, tre minuti da giocare, palla lontana; Lehmann spinge Aristide Bance in area, poi gli pesta il piede: rigore e rosso. Ma il bello deve ancora venire, perché dopo la doccia, all'uscita dagli spogliatoi, un tifoso chiede a Lehman: 'Jens, perché non puoi essere semplicemente normale?', lui non risponde, gli ruba gli occhiali e se ne va, un genio. Come quando approfittò di un contrasto di gioco per lasciare i pali, prendere la scarpetta di un avversario (Salihovic) e gettarla sopra la traversa. Ritiratosi nel giugno 2010, Lehmann tornerà a giocare in Inghilterra l'anno successivo divenendo il giocatore più anziano nella storia dell'Arsenal, per poi ritirarsi nuovamente a fine stagione.
Ambasciatore per la fondazione Power-Child Campus South Africa, pittore per hobby, autore dell'autobiografia Der wahnsinn liegt auf dem platz ('La follia scende in campo'), attore nel film Themba, Jens Kung Fu Lehmann non finisce qui. Il portierone vorrebbe infatti tornare fra i pali alle prossime Paraolimpiadi, nel 2016, dove il portiere, a differenza degli altri giocatori di movimento, può essere vedente. Sperando che, almeno ai disabili, Jens non faccia scherzi.
0 comments:
Posta un commento