Esperto di Calcio

25 ottobre 2013

La strana coppia: Kluivert-Andersson e quel terribile incubo rossonero

Correva l'anno 1997. Bill Clinton iniziava un mandato destinato a concludersi con un ridicolo "sexgate", Hong Kong tornava ad essere un territorio cinese ed il Milan di Capello affidava le sue speranze offensive ad una delle coppie più brutte di tutti i tempi: Andersson-Kluivert.
Dopo un'annata travagliata con il duopolio Tabarez-Sacchi ad alternarsi in panchina, il Diavolo si affida ad un vecchio amico, Fabio Capello. Il tecnico di Pieris, fresco di Scudetto con il Real Madrid, lascia due fantastici centravanti come Suker e Raul per tornare in riva al Naviglio, pentendosi amaramente dopo pochi allenamenti.
Berlusoni e Galliani vogliono fare le cose in grande e partono subito innestando la retromarcia. I rossoneri svendono Roberto Baggio al Bologna e acquistano uno svedese dal cognome tanto anonimo quanto il suo talento: Andreas Andersson. Capello, spero costretto dalla società, si sbilancia definendo Andersson il vero grande acquisto. Fin dai primi allenamenti si capisce che il lungagnone svedese sarà solo un grande problema. Non vede la porta nemmeno con il cannocchiale ed in coppia con il connazionale Blomqvist sarebbe stato perfetto a servire il salmone affumicato all'Ikea.
Capello è uomo tutto d'un pezzo, che non si perde d'animo, e sorride pensando che almeno può contare su Patrick Kluivert. L'olandese, carnefice del Diavolo nella finale di Champions del 1995, è universalmente riconosciuto come un campione. All'Ajax e con la maglia dell'Olanda ha dato spettacolo e bruciato ogni record, tanto basta per rendere Capello fiducioso. D'altronde il suo feeling con i tulipani è noto, ecco perchè porta a Milano un altro oggetto misterioso, quel Winston Bogarde che ancora oggi mi domando se non fosse un semplice buttafuori.

A chiunque sia dotato di occhi e cervello bastano poche amichevoli per capire che la musica, rispetto alla stagione precedente, non è destinata a cambiare. Andersson sembra un boscaiolo in cassaintegrazione, Ziege è un antico predecessore di Cassano, tutto acne e cross sbilenchi. La difesa fa acqua da tutte le parti ed i poveri Maldini-Costacurta rischiano a settembre di finire sul letto dell'analista. D'altronde come dargli torto, passare da Franco Baresi a Winston Bogarde o Andrè Cruz è una sventura paragonabile allo tsunami nel sud-est asiatico. Meno male che davanti c'è Kluivert, pensano i più. E invece no, a Milano sembra essere approdato il fratello scarso e indisponente di Patrick. Niente corsa, fisicità e goal a grappolo; solo tante pessime figure ed un posto da protagonista nella rubrica "questo lo segnavo anche io" a Mai dire goal.
A dire il vero la colpa non è tutta di Kluivert, che accanto a George Weah difficilmente si poteva trovare. Se a questo aggiungiamo una coppia di esterni composta da Gimmy Maini e Ibrahim Ba, la frittata è fatta. Maini, storico asso del Vicenza, è più famoso per la sua relazione con Alessia Merz che non per le sue giocate. A Milanello se ne rendono conto troppo tardi, il contratto quadriennale era già stato siglato. Ibou Ba, alias Wesley Snipes, è invece un estroso esterno francese. Acquistato a suon di milioni, si è rivelato un giocatore indisponente. Un asso nello scovare le pettinature più brutte del secolo, Ba non aveva la minima idea di come si giocasse a calcio. Correva come un matto senza meta, riesumando dopo pochi match da titolari un Roberto Donadoni ormai già stipendiato dall'Inps.
In tutto questo marasma di piedi buoni, in panchina marciva un certo Edgar Davids, che a gennaio viene regalato alla Juventus. D'altronde come fare quando si ha la possibilità di scegliere fra piedi tanto raffinati in mezzo al campo.

Fra un goal sbagliato da Kluivert, una birra scolata da Andersson, una nuova pettinatura di Ba e l'ennesima amnesia difensiva di Cruz, Capello porta il Milan ad un decimo posto di raro imbarazzo. Kluivert, che in allenamento aveva potuto rimirare i lisci di Beloufa e gli stop a inseguire di Smoje, prende armi e bagagli e lascia il Milan. Ad aspettarlo c'è il Barcellona del suo mentore Van Gall, per nulla spaventato dalla miseria di 6 reti messe a segno con il Milan. Quanto ad Andersson, ho raccontato della spaventosa plusvalenza che Galliani era riuscito a realizzare vendendolo in Inghilterra al Newcastle. Un'operazione di mercato pazzesca, la migliore forse di un Galliani che prima di acquistare di nuovo un uomo Ikea ci metterà molti e molti anni (Ibrahimovic ndr)

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