La storia d'amore fra l'Inter e Sneijder sembra giunta agli sgoccioli. Non credo si tratti della solita "boutade" di mercato per riempire le pagine dei giornali, qualcosa nel rapporto fra meneghini e olandese sembra essersi rotto.
Approdato all'Inter nel 2009, Sneijder è stato nelle prime due stagioni a Milano un vero e proprio faro. Determinante in campionato come in Champions League, il trequartista olandese ha messo la sua firma su ogni competizione vinta dai nerazzurri. Goal, assist, preziose giocate e personalità avevano conquistato il cuore dei tifosi e del presidente Moratti. Con la 10 sulle spalle, Sneijder è ben presto diventato un trascinatore in campo. Mourinho lo trasforma in un punto di riferimento per il suo fantastico undici, e l'olandese lo ripaga con i fatti: quattro goal pesantissimi in campionato, la rete decisiva per il passaggio del turno in Champions contro la Dinamo Kiev, ed infine l'assist a Milito nella finale contro il Bayern Monaco.
Con la partenza dello Special One le fortune della squadra vengono meno, ma il fantasista continua ad incantare. Sulle sue tracce si mette lo United di Ferguson, in cerca di un vero leader dopo la cessione di Cristiano Ronaldo al Real Madrid. Moratti resiste alla tentazione e rifiuta la ricca offerta del manager scozzese. Ad Appiano Gentile qualcosa si sta incrinando. Il ragazzo inizia a patire qualche malanno fisico e le difficoltà tattiche dell'Inter lo portano ad esser messo in discussione. Giocare con un fantasista è redditizio, ma nei momenti di difficoltà, quello è il primo ruolo che viene ridimensionato. Il raggio d'azione dell'olandese viene limitato o ridimensionato ed iniziano i primi mugugni. L'arrivo di un tecnico giovane come Stramaccioni, a fine campionato scorso, sembra riportare il sereno. Il giovane allenatore mette Sneijder al centro del suo progetto ed il ragazzo ripaga il tecnico con il primo goal del campionato 2012-2013.
Il fisico dell'olandese, però, non è più lo stesso. Ben presto è costretto a fermarsi per problemi muscolari e tendinei e qui i rapporti si rifanno di colpo tesi. L'Inter cambia completamente modo di giocare. Non più difesa a quattro, trequartista e due punte. Stramaccioni trova un assetto tattico redditizio e letale, il 3-4-3. Con Milito, Palacio e Cassano davanti i nerazzurri iniziano a volare, stendendo la Fiorentina, il Milan e la Juventus. Sneijder nel frattempo fa la spola fra Milano e gli States per curarsi, ma non digerisce gli esperimenti tattici del tecnico. Sente, in cuor suo, che sarà difficile trovare spazio in questa nuova Inter.
Durante la scorsa settimana l'ultimo crack. La dirigenza vieta l'uso di Twitter ai suoi giocatori. Sneijder, fanatico del social network, non la prende bene. Vive questa decisione come una censura, e forse non ha tutti i torti. E' l'inizio di una guerra fredda fra il giocatore e la società, alimentata dai "tweet" della moglie del calciatore, che attacca i nerazzurri. Sneijder resta in silenzio.
Il rapporto sembra ormai logoro, tanto che le voci di mercato si susseguono giorno dopo giorno.
Giocatore di indubbio talento ed una facilità di calcio impressionante, Sneijder è un centrocampista sensazionale. Destro naturale sa calciare con disinvoltura anche di sinistro, diventando letale in ogni posizione del campo. Classe 1984 è un calciatore che ha ancora nelle gambe almeno 4 anni ad altissimo livello. Proprio intorno a questi punti sta riflettendo l'Inter, poco incline alla svendita del ragazzo.
Letale sui calci piazzati e fantastico in zona assist, Sneijder ha estimatori in Inghilterra e Russia. Andrea Stramaccioni è la persona che vive la difficoltà più profonda, incerto sul da farsi. Da un lato ha un giocatore di grande talento a disposizione, dall'altro un assetto tattico che funziona. Pochi giorni fa ha dichiarato: "Parliamo insieme tutti i giorni, lui vuole rientrare. La squadra sta andando bene e sa di poter dare il suo contributo. Il valore tecnico non è in discussione". Ha ragione, il valore tecnico non si discute, il suo impiego si. E questo Sneijder lo sa. La sensazione è che l'amore sia finito e che, per il bene di tutti, la separazione sia la scelta migliore. Ma a che prezzo? Questo è il grande dilemma.
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